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Agcom: Meocci incompatibile, multa di 14,3 milioni alla Rai

L'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni si è pronunciata sul caso del direttore generale della Rai Alfredo Meocci, che è stato dichiarato incompatibile con la carica che ricopre in viale Mazzini. Il diretto interessato alla vicenda sarà chiamato a corrispondere 363 mila euro.

Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni si è pronunciato sul caso del direttore generale della Rai Alfredo Meocci, che è stato dichiarato incompatibile con la carica che ricopre in viale Mazzini dallo scorso anno. La legge di riferimento in merito all'incompatibilità del direttore generale della Rai è la 481 del 1995, che vieta per un periodo di quattro anni immediatamente successivo alla cessazione dal ruolo di componente dell'Agcom di intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione o di impiego con le imprese operanti nei settori che sono di competenza del Garante. E la Rai rientra in questo ambito, e Meocci ha ricoperto il ruolo di componente dell'Agcom dal 1998 al 2005.

Oltre a dichiarare l'incompatibilità di Meocci con la carica di direttore generale della Rai, l'Agcom ha comminato sanzioni pecuniarie all'azienda e allo stesso Meocci. Seguendo l'indicazione dei suoi uffici tecnici, l'Authority ha multato la Rai per 14,3 milioni di euro, mentre il diretto interessato alla vicenda sarà chiamato a corrispondere 363 mila euro. La decisione odierna dell'Autorità è "immediatamente esecutiva" e quindi Meocci dovrebbe lasciare da subito viale Mazzini, anche se contro la delibera è possibile il ricorso al Tar del Lazio.

Per l'incompatibilità di Meocci hanno votato i quatro consiglieri di espressione del centrosinistra Michele Lauria, Nicola D'Angelo, Sebastiano Sortino, Roberto Napoli, e il presidente dell'Authority, Corrado Calabrò, il voto del quale è stato dunque determinante. Dall'altra parte c'erano infatti i consiglieri di espressione del centrodestra, Giancarlo Innocenzi, Gianluigi Magri e Roberto Mannoni. Al momento del voto il commissario Enzo Savarese ha lasciato la riunione, ritenendo l'Authority non competente a decidere sulla vicenda, che doveva invece essere discussa da un tribunale del lavoro.

A questo punto poi si apre per la Rai anche il fronte della nomina di un nuovo direttore generale.

Ascoltato poco prima di essere nominato dg della Rai, Meocci si era dichiarato del tutto tranquillo: "Nel 2003, in tempi non sospetti, ho chiesto anch'io un parere, proprio all'Autorità per le comunicazioni. Volevo sapere se avevo il diritto di rientrare in Rai, una volta chiuso il mandato all'Autorità. Il parere è inequivocabile e riconosce il mio diritto a tornare, in quanto dipendente di un ente pubblico in regolare aspettativa. Tengo a dire che, nel lontano 2003, non sapevo certo se sarei rientrato in Rai".