Poltrone

De Bortoli ai redattori del Corriere: 'Notizie, notizie. Verificate, verificate'

Nel suo primo discorso alla sede del quotidiano in via Solferino, il neo direttore del Corriere della Sera (nella foto) ha trattato diversi temi, dal futuro dei quotidiani ("I quotidiani hanno un futuro? Io sono convinto di sì"), alle caratteristiche che dovrà avere il giornale ("Dobbiamo spingere su una informazione di qualità, che si integri meglio con la rete"). Un sentito ringraziamento all'ex direttore Paolo Mieli.

Il neo direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli (nella foto) ha tenuto ieri, 7 aprile, il suo primo discorso alla redazione del quotidiano di via Solferino. Diversi i temi trattati. "Per me questa non è la seconda volta che mi presento alla redazione del Corriere, nella sala Albertini. Ma la prima. Perché rispetto a dodici anni fa il mondo è cambiato profondamente, l'editoria meno. E qui sta tutto il nostro problema", ha esordito così de Bortoli, prima di ringraziare l'ex direttore Paolo Mieli, futuro presidente di Rcs Libri .

"Lasciatemi ringraziare Paolo Mieli di cui sono e resto allievo - ha affermato de Bortoli - Mieli ha rinnovato il Corriere, lo ha confermato nella sua storica primazia. E lo ha diretto in questi anni, che forse sono stati tra i più difficili, con saggezza ed equilibrio. Tra noi non c'è solo amicizia ma forte continuità professionale e culturale. Mieli continuerà a scrivere, e io ne sono onorato, sul suo giornale. Come fece quando ereditò la rubrica di Montanelli, che lui riportò al Corriere".

Poi de Bortoli ha spiegato che cosa vuole rappresentare oggi il quotidiano: "Se dovessi dire chi rappresenta, e ambisce a rappresentare di più oggi, direi in un titolo: 'L'Italia che ce la fa' . Non so se entri nei nuovi format grafici. Ma ce lo faremo entrare. Dunque, la migliore classe dirigente. Il ceto medio produttivo: che lavora, investe, studia, insegna. Crea lavoro. Che sta nelle piccole aziende, nelle professioni, negli uffici, privati e pubblici. Che si rimbocca le maniche ed è orgoglioso di quello che fa. Ogni giorno. E va informato correttamente. E va rappresentato".

Il neo direttore non ha mancato di segnalare alcune linee guida e di impartire alcuni consigli ai futuri collaboratori. "Viviamo in una stagione nella quale l'informazione è una commodity gratuita, purtroppo - ha dichiarato - La si può avere ovunque. La nostra unica salvezza, ma anche la nostra grande opportunità, è spingere su una informazione di qualità, con notizie, approfondimenti e inchieste. Una informazione di qualità che si integri meglio con la rete. Ma sia difficilmente replicabile e giustifichi il suo valore d'uso. Noi dobbiamo spingere al massimo, ancora di più di quanto abbiate fatto finora, nell'integrazione fra web e carta. Ma distinguendo di più fra i due mezzi. Affinché il primo non soffochi la seconda e la rete costituisca la difesa e la promozione, con tutte le modalità multimediali, di un grande marchio di qualità come il Corriere della Sera. I giornali sono in crisi. In tutto il mondo. Ma non sono mai stati così letti, su carta e sul web, come oggi. Ci sarà una ragione se un navigatore sceglie, per avere un'informazione certificata, una testata storica. Vuol dire che quella testata è credibile, affidabile. I giornalisti devono affrontare la sfida, mettersi in gioco, uscire dalle protezioni corporative".

E poi uno sguardo al futuro dei quotidiani: "I quotidiani hanno un futuro? Io sono convinto di sì e non lo dico per farmi coraggio o per farvi coraggio. Dico sempre, a mo' di battuta, che i giornali vengono da lontano ma non appartengono al passato. Pensate a quanto è ancora forte, pur con diffusioni calanti, il rapporto fra un lettore e il suo giornale (...). Però, ve lo dico subito, bisogna essere più umili, mettersi di più nei panni di chi legge, avere la pazienza di rispondere alle mail, per esempio. Ogni lettore va curato personalmente, non deve mai sentirsi abbandonato dal proprio quotidiano. Perché poi non torna più. E perché, ricordatevi, nella rete il lettore sta un gradino sopra di noi. E' insieme navigatore, utente, consumatore, certificatore e persino giornalista. Qualche volta migliore di noi. Guardate con interesse il fenomeno dei social network e del citizen journalism. Non con sufficienza. Nel minuto successivo alla scossa del terremoto in Abruzzo c'erano già otto persone che l'avevano comunicato, facendo i cronisti, su Twitter".

Infine de Bortoli ha delineato le caratteristiche che dovrà avere il 'nuovo' Corriere della Sera. "Dobbiamo affrontare la sfida del cambiamento  - ha detto - cercando di fare un giornale di maggiore qualità, più snello, con una grafica più sobria ma ugualmente accattivante, con un'infografica che consenta un vero secondo percorso di lettura, non una divagazione estetica. Avendo cura di spiegare e semplificare realtà complesse a un lettore che al 52% ci legge la sera, dopo cena. E al mattino ci sfoglia soltanto. Con un' attenzione maggiore ai fatti e meno alla sovrastruttura degli avvenimenti. Più costruttivi e meno distruttivi".

Per concludere, un monito che suona quasi come una filastrocca: "Dunque, idee e proposte. E soprattutto: notizie, notizie, notizie. Verificate, verificate, verificate. In libertà, ma con la massima responsabilità. Senza nascondere nulla, ma riconoscendo di più i propri errori".