Poltrone
Sarli: 'La campagna Vanguard? Un caso di censura'
Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni di Renato Sarli sulla querelle scaturita intorno al caso Vanguard, la campagna censurata dall'Atac, l'azienda che gestisce i trasporti pubblici nel comune di Roma. " Si tratta di un chiaro caso di censura. La campagna a mio avviso invita semplicemente, con un linguaggio drammatizzato a seguire un programma e lo fa impiegando correttamente gli strumenti della comunicazione".
La campagna pubblicitaria di lancio della nuova stagione
televisiva di Current TV
, il social news network
fondato dal premio Nobel per la pace Al Gore in onda sul canale 130 di
Sky, è stata censurata dall'Atac, l'azienda che gestisce i trasporti
pubblici nel comune di Roma e non è stata pianificata
nelle stazioni della metropolitana e sui bus.
Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni di Renato Sarli sulla querelle scaturita intorno al caso Vanguard.
"Leggo sulla stampa di settore in questi giorni la polemica relativa alla
campagna Vanguard. Non mi sento di tacere sull'argomento. Il problema a mio
avviso è estremamente semplice. Si tratta di un chiaro caso di censura. Punto e
basta. Quando diventeremo adulti? Questa nostra Italia è affetta da ipocrisia
cronica.
Qual è il punto scandaloso? L'aver osato accostare una Bibbia al
termine camorra? E' blasfemo? irriverente? sacrilego? Oppure non si può parlare
di come le lobbies delle armi non solo americane finanzino guerre e terrorismo?
O non si può dire perché gli Stati Uniti sono un nostro alleato?
La campagna
oggetto della censura a mio avviso invita semplicemente, con un linguaggio
drammatizzato a seguire un programma e lo fa impiegando correttamente gli
strumenti della comunicazione. Niente a che vedere con le immagini shoccanti che
ci ha ad esempio propinato negli anni Toscani. Quindi trovo veramente troppo
alto il livello dell'asticella. Posso essere d'accordo sul fatto che occorra non
offendere, rispettare, ma in un paese moderno, laico (non solo nei confronti
della chiesa cattolica, ma in senso generale) intelligente, è il senso critico
dell'opinione pubblica a rispondere più o meno positivamente agli stimoli della
comunicazione. Solo così si forma una coscienza, solo così ci può essere
crescita culturale ed etica e non passando attraverso la censura di un qualunque
tabaccone. Soprattutto in un momento come l'attuale, in cui un atto censorio non
aiuta a far crescere la nostra professione, ma la mortifica. Statement! E'
questo che dobbiamo fare? Non diciamo eresie. Chi lo afferma, di comunicazione
non ha capito nulla. E neppure di etica. E' lo stesso motivo che ci vede
schiavi di una classe politica e dirigente vecchia.
Se non si sperimenta, se
non si lascia la possibilità di espressione, anche a rischio di vedere degli
errori, chi deve crescere non cresce, per il semplice fatto che sa che non ha
responsabilità e non potrà averne, se non fino a quando avrà l'età in cui non è
facile osare, ma è più facile far pesare l'autorità degli anni, che non sempre è
sinonimo di saggezza.
Renato Sarli