Ricerche

Aumentano le trasferte all'estero dei manager italiani (+25%). Meta principale la Germania

Guida la classifica dei Paesi più gettonati dal business travel la Germania, solo quarto il Regno Unito. Bene il check-in a Londra e ottime colazioni a Berlino. Per il coworking? Niente come gli hotel americani. I risultati della ricerca HRS.

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Crescono le destinazioni internazionali per i business traveller italiani nel 2015.

Se nel 2014 l’aumento era stato di quasi un quarto (+23,8% secondo i dati Istat), prosegue il trend positivo anche nel 2015 che, nel primo semestre, ha registrato un ulteriore aumento del 25% stando alle elaborazioni fatte da HRS, il global solutions provider per i viaggi d’affari. 

Un dato incoraggiante per il settore, che riflette i segnali di una, seppur timida, ripresa 
economica a livello globale
.

Tra le destinazioni principali gli stati europei, che coprono più del 76% delle destinazioni internazionali del travel business.
Tra questi, meta preferita dei manager in viaggio sembra essere la Germania che ospita il 21,9% dei viaggi d’affari, seguita dalla Francia (12%) Spagna (8,8%) e Svizzera (7,1%).

Si ferma invece al 6% il Regno Unito seguito dalla Federazione Russa (2,4%).

Sono invece gli Stati Uniti il paese extra-europeo che accoglie maggiormente i business traveller italiani (8%).

Ma quali sono le caratteristiche che i viaggiatori d’affari italiani apprezzano maggiormente dei Paesi nei quali si trovano? 

Sembra essere la Spagna la meta più apprezzata per design delle strutture, e gentilezza del personale (oltre il 30% dei manager intervistati associa queste caratteristiche agli alberghi iberici).

A colpire della Germania sono soprattutto i servizi di ristorazione, definiti di eccellenza dal 42% dei manager intervistati, mentre a Londra sembra essere particolarmente apprezzata la rapidità diffusa delle procedure di check-in e check-out, associata alla capitale inglese da oltre il 37% dei viaggiatori d’affari.

A far apprezzare le trasferte in terra francese è invece soprattutto la disponibilità di servizi ancillari premium (come la ristorazione anche fuori dagli orari di picco), secondo il 27% degli intervistati, mentre non stupisce il primo posto delle strutture statunitensi per disponibilità di spazi di coworking e servizi tecnologici come sottolinea il 51% del campione.