Ricerche
GfK Climi di consumo - Terzo trimestre 2014: cupe prospettive per l'economia europea
I consumatori europei non sono più ottimisti per il futuro come lo erano a giugno. Negli ultimi tre mesi, le aspettative economiche sono cadute in quasi tutti i Paesi dell'indagine, con flessioni abbastanza sostanziali in alcune zone. La tendenza al rialzo per le aspettative sul reddito e per la volontà di acquistare appare azzerata in molti Paesi. L'indice del clima dei consumatori GfK per l’Europa a 28 è ora a 4,2 punti rispetto ai 9,1 punti del trimestre precedente.
Lo sviluppo economico in quasi tutti i Paesi dell'Unione Europea (UE) è stato significativamente inferiore rispetto alle previsioni in primavera di istituti economici e governi. In alcuni Paesi, le prospettive economiche hanno cominciato a scendere, per una serie di ragioni molto diverse.
La Germania non è più la 'sala motori' della crescita economica in Europa, visto che la sua economia in realtà è diminuita dello 0,2 per cento nel secondo trimestre. Secondo gli esperti, nel terzo trimestre dovrebbe tornare nuovamente la crescita, pur rimanendo un po' debole. Mentre i consumatori tedeschi continuano a fare shopping, il settore dell'economia dell’import-export è stato gravato da una debole domanda estera.
Cosa che sta accadendo anche in nazioni emergenti come Brasile, Cina e Russia. Le economie di queste regioni hanno visto una crescita molto forte, in alcune zone, negli ultimi anni. Tuttavia, i tassi di crescita ora stanno rallentando e sono tornati a una sola cifra. I consumatori sono in larga misura soddisfatti nel loro bisogno di cose materiali e non consumano tanto quanto accadeva in passato.
Due delle economie più grandi in Europa, Francia e Italia, continuano ad avere gravi problemi strutturali. Finora ci sono indicazioni che questo cambierà nei prossimi mesi o che i governi stanno cominciando a intraprendere e soprattutto attuare pienamente importanti riforme.
I maggiori conflitti che recentemente hanno dominato la scena mondiale meritano un'ulteriore considerazione. Questi includono le tensioni e le sanzioni economiche tra Russia e Unione Europea, la guerra in Medio Oriente, la minaccia rappresentata dalla stato islamico e la transizione politica in Turchia. Questi eventi stanno tutti contribuendo a dare maggiore incertezza ai consumatori. Aziende e banche sono a loro volta trattenute dal fare investimenti e concedere prestiti. Questo sta avendo un impatto diretto sulle prestazioni economiche dei singoli Paesi.
Il basso livello di inflazione è un altro fattore. Nel mese di settembre, l'inflazione era dello 0,3 per cento in tutta Europa. Questo è il valore più basso in quasi cinque anni. Un certo numero di Paesi stanno già combattendo contro la deflazione, che significa che i prezzi al consumo sono in calo.
Questa difficile situazione si riflette anche nell'indice Ifo Business clima. In settembre, in Germania, è sceso al valore più basso dall’aprile 2013. In molti Paesi dell'Europa orientale il clima aziendale è ora in condizioni peggiori rispetto a un decennio fa. Oltre alle sanzioni economiche, anche le dichiarazioni del Presidente russo Vladimir Putin stanno influenzando l'economia dell’Europa orientale.
I consumatori europei condividono la visione delle imprese secondo cui l'economia non è più stabile come appariva all'inizio dell'estate. Nel mese di giugno, l'indicatore del clima dei consumatori GfK per tutti i 28 paesi dell'UE era salito alla 9,1 punti, raggiungendo il valore più alto dall'aprile 2008. Da allora è caduto di quasi cinque punti. Nel mese di settembre, l'indicatore è stato solo di 4,2 punti.
Per quanto riguarda più specificatamente l’Italia, il nostro Paese è ancora considerato in crisi: le aspettative economiche sono diminuite rapidamente, e l'indicatore è sceso a -28,7 punti in settembre. Una differenza di 15,7 punti rispetto a giugno.
Gli italiani, secondo la ricerca GfK, hanno abbandonato ancora una volta la speranza che i redditi possano aumentare. L’indicatore è oggi praticamente alla pari con il valore registrato nel mese di febbraio.
Solo la propensione agli acquisti è migliorata leggermente. L'indicatore è ancora negativo, ma è chiaramente aumentato rispetto a giugno. Ora è il valore è il più alto dal maggio 2011.
La Germania non è più la 'sala motori' della crescita economica in Europa, visto che la sua economia in realtà è diminuita dello 0,2 per cento nel secondo trimestre. Secondo gli esperti, nel terzo trimestre dovrebbe tornare nuovamente la crescita, pur rimanendo un po' debole. Mentre i consumatori tedeschi continuano a fare shopping, il settore dell'economia dell’import-export è stato gravato da una debole domanda estera.
Cosa che sta accadendo anche in nazioni emergenti come Brasile, Cina e Russia. Le economie di queste regioni hanno visto una crescita molto forte, in alcune zone, negli ultimi anni. Tuttavia, i tassi di crescita ora stanno rallentando e sono tornati a una sola cifra. I consumatori sono in larga misura soddisfatti nel loro bisogno di cose materiali e non consumano tanto quanto accadeva in passato.
Due delle economie più grandi in Europa, Francia e Italia, continuano ad avere gravi problemi strutturali. Finora ci sono indicazioni che questo cambierà nei prossimi mesi o che i governi stanno cominciando a intraprendere e soprattutto attuare pienamente importanti riforme.
I maggiori conflitti che recentemente hanno dominato la scena mondiale meritano un'ulteriore considerazione. Questi includono le tensioni e le sanzioni economiche tra Russia e Unione Europea, la guerra in Medio Oriente, la minaccia rappresentata dalla stato islamico e la transizione politica in Turchia. Questi eventi stanno tutti contribuendo a dare maggiore incertezza ai consumatori. Aziende e banche sono a loro volta trattenute dal fare investimenti e concedere prestiti. Questo sta avendo un impatto diretto sulle prestazioni economiche dei singoli Paesi.
Il basso livello di inflazione è un altro fattore. Nel mese di settembre, l'inflazione era dello 0,3 per cento in tutta Europa. Questo è il valore più basso in quasi cinque anni. Un certo numero di Paesi stanno già combattendo contro la deflazione, che significa che i prezzi al consumo sono in calo.
Questa difficile situazione si riflette anche nell'indice Ifo Business clima. In settembre, in Germania, è sceso al valore più basso dall’aprile 2013. In molti Paesi dell'Europa orientale il clima aziendale è ora in condizioni peggiori rispetto a un decennio fa. Oltre alle sanzioni economiche, anche le dichiarazioni del Presidente russo Vladimir Putin stanno influenzando l'economia dell’Europa orientale.
I consumatori europei condividono la visione delle imprese secondo cui l'economia non è più stabile come appariva all'inizio dell'estate. Nel mese di giugno, l'indicatore del clima dei consumatori GfK per tutti i 28 paesi dell'UE era salito alla 9,1 punti, raggiungendo il valore più alto dall'aprile 2008. Da allora è caduto di quasi cinque punti. Nel mese di settembre, l'indicatore è stato solo di 4,2 punti.
Per quanto riguarda più specificatamente l’Italia, il nostro Paese è ancora considerato in crisi: le aspettative economiche sono diminuite rapidamente, e l'indicatore è sceso a -28,7 punti in settembre. Una differenza di 15,7 punti rispetto a giugno.
Gli italiani, secondo la ricerca GfK, hanno abbandonato ancora una volta la speranza che i redditi possano aumentare. L’indicatore è oggi praticamente alla pari con il valore registrato nel mese di febbraio.
Solo la propensione agli acquisti è migliorata leggermente. L'indicatore è ancora negativo, ma è chiaramente aumentato rispetto a giugno. Ora è il valore è il più alto dal maggio 2011.