Ricerche
Sigma NL in collaborazione con Triumph Group International analizza l’impatto del Summit di Roma sulla città eterna, per la prima volta oggetto di un’indagine per migliorare gli eventi istituzionali adeguandoli agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
Ad un anno di distanza dal Summit di Roma, la Delegazione per la presidenza italiana del G20 rende pubblico il report intitolato “Sostenibilità e impatto sociale: il Summit G20 di Roma fa sul serio”, studio realizzato dallo spin off universitario Sigma NL, startup innovativa dell’Università di Genova, su commissione della Delegazione e redatto con il supporto di Triumph Group International.
Il Summit di Roma tenutosi il 30 e 31 ottobre 2021 è stato, per la prima volta nella storia, oggetto di un’indagine finalizzata a migliorare gli eventi istituzionali adeguandoli agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, allo scopo di generare impatti positivi limitando quelli negativi al netto di quelli inevitabili.
Nel 2021, per la prima volta relativamente a un evento internazionale ed annuale, si è delineata una “baseline” relativa a consumi e emissioni, coinvolgendo tutti gli stakeholder interessati.
A tal proposito il ministro plenipotenziario Giuseppe Scognamiglio (nella foto con Maria Criscuolo) dichiara: «Abbiamo scelto di portare avanti questo studio per fornire materiale di riflessione per eventi futuri e, auspicabilmente, per avviare un processo virtuoso sin dal momento della pianificazione degli eventi, attraverso una previa analisi e valutazione degli impatti economici, sociali e ambientali».
Dal punto di vista ambientale e rispetto alla tipologia di evento, peraltro, non risultano dati particolarmente allarmanti. Infatti, dall’analisi del valore del Global Warming e, considerando esclusivamente l’attività svolta durante le giornate dell’Evento a Roma, è stata stimata l’emissione nell’ambiente di circa 87.084 kg di CO2. In altre parole, la CO2 prodotta equivale alle emissioni di una colonna di 100 auto che attraversa l’Italia due volte -andata e ritorno- da Aosta a Messina.
Resta inteso che il 90% del totale delle emissioni relative a questo appuntamento è stato causato degli inevitabili viaggi necessari per un incontro in presenza. Le emissioni di CO2, infatti, se si considerano anche i voli aerei, salgono a 1.941.620 kg/CO2 eq.
A compensazione dei circa 87.000 kg di CO2 prodotta, il 21 novembre sono stati messi a dimora 130 ulivi, senza oneri per l’erario, grazie all’adesione di Triumph Group International ad un progetto di riforestazione ad alto impatto sociale, che ha coinvolto la cooperativa Agricoltura Capodarco presso la Tenuta della Mistica a Roma.
«La compensazione della CO2 prodotta dai nostri eventi dovrebbe diventare parte integrante del ciclo di vita dei progetti. C’è tanto da fare e le buone prassi vanno coltivate» conclude Maria Criscuolo Chairwoman di TGI.
I consumi e i rifiuti, relativi alle due giornate di Vertice, ai tre giorni di incontri tra sherpa e ai cinque giorni di copertura media, a cui si aggiungono 29 giorni di allestimento e 15 giorni di smantellamento, risultano nella media, con un uso prevalente di risorse locali e varie misure di riciclo adottate.
Dal punto di vista sociale il Summit G20 è stato un segnale di ripresa a livello globale, connesso principalmente alla possibilità di incontrarsi fisicamente dopo il lungo stop dovuto alla pandemia da Covid19 (l’edizione 2020 organizzata dall’Arabia Saudita, si è infatti svolta esclusivamente tramite canali virtuali). Da registrare, inoltre, una diffusa consapevolezza dei temi ambientali.
Dal punto di vista economico questo grande evento si allinea al trend della medesima tipologia di appuntamenti, con un indotto generato di oltre 4,5 milioni di euro, mentre quello che deriva dall’aggiunta degli effetti mediatici e -quindi- atteso per l’anno in corso, è salito a 30 milioni di euro. Il rapporto tra effetti sociali ed economici e risorse investite ammonta a 1,5; questo dato dimostra che, grazie al budget iniziale stanziato dallo Stato per la tenuta del Vertice, è stato possibile incrementare del 50% le risorse investite.
Di tale processo hanno beneficiato gli stakeholder esterni e la comunità locale.
Nell’anno in cui “People, Planet, Prosperity” sono state le priorità dei Grandi della Terra, si è colta l’occasione per avviare un’indagine coerente e strutturata sull’impatto che i Vertici del G20 implicano sulle persone e sul pianeta.
“È stata posta una pietra miliare, le fondamenta di un nuovo modo di organizzare gli eventi”, dichiara il prof. Lombardo, amministratore degli spin off universitari Sigma NL di UniGe e di Triadi del Politecnico di Milano. “Abbiamo misurato effetti, esternalità e impatti sociali intenzionali e addizionali, programmati fin dalla progettazione assieme alle Autorità coinvolte. Un esempio di “Teoria del cambiamento” applicato alla realtà, che ora resta in dono quale eredità per tutti coloro che vorranno organizzare eventi istituzionali e non solo. La legacy del Summit G20 ha appena messo a dimora le sue radici”.