Mario Lattes - Il massacro
Evento culturale

In occasione del Giorno della Memoria, la Fondazione Bottari Lattes ricorda le vittime dell’Olocausto con un doppio appuntamento giovedì 24 gennaio allo Spazio Don Chisciotte di Torino

Due le iniziative culturali in programma presso la location di via della Rocca 37b: l’inaugurazione della mostra ‘Mario Lattes. Non dimenticare’ (ore 17,30), aperta fino a sabato 23 febbraio 2019; e la presentazione al pubblico della ricerca ‘Non dimenticare’ degli studenti del Liceo Gioberti sulle conseguenze che le leggi razziali del 1938 ebbero su alunni e professori della scuola, con un approfondimento sulla storia personale di Mario Lattes (ore 18).

In occasione del Giorno della Memoria (ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno), la Fondazione Bottari Lattes ricorda le vittime dell’Olocausto con un doppio appuntamento giovedì 24 gennaio allo Spazio Don Chisciotte di Torino (via della Rocca 37b): l’inaugurazione della mostraMario Lattes. Non dimenticare’ (ore 17.30) che propone diverse opere inedite di Lattes sul tema della Shoah e della cultura ebraica, appartenenti alla Fondazione Bottari Lattes e agli eredi (aperta fino a sabato 23 febbraio); e la presentazione al pubblico della ricerca ‘Non dimenticare’ degli studenti del Liceo Gioberti sulle conseguenze che le leggi razziali del 1938 ebbero su alunni e professori della scuola, con un approfondimento sulla storia personale di Mario Lattes (ore 18).

Progetto 'Non dimenticare. Le conseguenze delle leggi razziali del 1938 al Liceo Giobert'

La ricerca raccolta nel volume “Non dimenticare. Le conseguenze delle leggi razziali del 1938 al Liceo Gioberti” è un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro che nel 2016/17 e 2017/18 ha coinvolto trentadue studenti di classi diverse del Liceo Gioberti, guidati da quattro insegnanti. Viene presentata al pubblico da alcuni studenti, proprio in occasione delle celebrazioni dedicate al Giorno della Memoria.

Dopo un percorso di incontri con esperti, storici, testimoni e professionisti, gli alunni si sono concentrati sui documenti conservati nell'Archivio storico del liceo, nell'Archivio Terracini della Comunità ebraica e nell'Archivio di Stato, alla ricerca dei professori e degli studenti che a causa delle leggi razziali furono allontanati dal liceo o subirono conseguenze anche gravi, con un approfondimento sulla storia personale di Mario Lattes.

Tante le storie che affiorano alla luce da fotografie, registri di classe e di ammissione agli esami, pagelle, lettere, telegrammi, verbali. Vengono così riportate alla nostra attenzione le figure dei due professori sospesi mentre sono in servizio al Liceo Gioberti: Marco Levi, che ricopre vari incarichi di responsabilità all'interno della scuola, e Giuseppe Morpurgo, punto di riferimento culturale fuori e dentro l'Istituto.

La ricerca studia anche la vita e le famiglie degli studenti definiti di “razza ebraica” a cui è stato impedito di continuare il liceo. Oltre a Mario Lattes, ci sono: Alda Beer, Germana Colombo, Vera Debenedetti, Giuliana Diena, Gastone Guastalla, Lucia e Gabriella Morpurgo, figlie del professore, Giorgio Ovazza, Guido e Sergio Treves.

Tra gli altri studenti colpiti in modo più o meno drammatico dalle leggi razziali ci sono: Franco Foà, che pur continuando a frequentare il liceo in quegli anni ha preferito assumere il cognome della madre, Bernardi, per non destare sospetti, e Bruno Finzi il cui nome sul registro accompagnato dalla scritta in rosso "di razza ebraica".

La ricerca è riuscita anche a individuare le ripercussioni drammatiche delle leggi su alcuni studenti che avevano frequentato il Gioberti molti anni prima, come Enrico Anau, studente di I Classico nel 1901-02 a cui nel 1938 viene impedito l'esercizio della professione di medico, o Ugo Segre, studente di I Classico nel 1909-10, morto con il figlio Tullio ad Auschwitz.

Ci sono poi le tre docenti sospese mentre prestano servizio in altre scuole, colpite dalle leggi razziali, con differenti conseguenze, a volte drammatiche, che arriveranno al Gioberti dopo la guerra e vi rimarranno a lungo, fino alla pensione: Lia Corinaldi, Giuliana Fiorentino in Tedeschi e Giorgina Levi in Arian.

La pubblicazione è reperibile online all’indirizzo web: www.liceogioberti.gov.it/wp-content/uploads/2018/05/Non-dimenticare.pdf.

Mostra “Mario Lattes. Non dimenticare” (dal 24 gennaio al 23 febbraio)

La mostra “Mario Lattes. Non dimenticare” allo Spazio Don Chisciotte di Torino propone i più significativi lavori di Mario Lattes (editore, pittore, incisore e scrittore, ma anche ideatore di iniziative culturali, scomparso nel 2001) dedicati alla cultura ebraica e alla tragedia della Shoah, con immagini spesso potenti e drammatiche. È visitabile fino a sabato 23 febbraio (Orari: martedì-sabato ore 10.30-12.30 / 15-19 – Ingresso libero).

La Fondazione Bottari Lattes, nata nel 2009 proprio per ricordare Mario Lattes e promuovere cultura e arte sulla scia della sua multiforme attività (conserva la biblioteca privata del pittore e il suo archivio storico), dispone di una vasta collezione dell’artista, arricchita da nuove acquisizioni. Tra i quadri esposti (una quindicina): Il giro dei Sefarim (1958, olio su tela), Kaddish (1959, olio su tela), Deportati (1959, china), Fanciullo (1964, tecnica mista su carta), Figura ebraica (1984, tempera su carta), Interno di sinagoga (1987, olio su tela).

Artista raffinato, capace di dare vita a immagini oniriche, Mario Lattes ha sperimentato tecniche e linguaggi eterogenei, con i quali ha espresso il dolore dell'esistenza e la propria rivendicazione di libertà da ogni pregiudizio. La sua opera racchiude momenti d'ispirazione ora astratta ora espressionista, ora visionaria, per approdare a suggestioni visive, senza mai essere imprigionata in categorie o movimenti.

La sua opera pittorica dopo un iniziale periodo informale, è sempre stata figurativa, con valenze visionarie e fantastiche, tale da evocare illustri discendenze, da Gustave Moreau a Odilon Redon a James Ensor. La pittura, le incisioni e i romanzi sono legati da un forte filo conduttore, talvolta anche nella scelta di soggetti identici, trasfigurati dalla diversità dei mezzi espressivi.

Vittorio Sgarbi nel 1988 così osservava: «Il pennello di Lattes segue gli impulsi, le emozioni, gli abbandoni di una irrimediabile inquietudine». E il critico d’arte Marco Vallora commentava nel 2008: «Lattes è sempre là dove non te lo attendi, anche tecnicamente».

Mostra “Mario Lattes. Non dimenticare”

Spazio Don Chisciotte, via Della Rocca 37B – Torino

Inaugurazione: giovedì 24 gennaio 2019, ore 18

Mostra da giovedì 24 gennaio a sabato 23 febbraio 2019 - – ingresso libero

Orari: martedì-sabato ore 10.30-12.30 / 15-19

Info: 011.1977.1755; segreteria@spaziodonchisciotte.it.

Per ulteriori informazioni: fondazionebottarilattes.it

MG