Evento educational
BEA Educational. Aziende e agenzie a confronto
Un folto pubblico ha partecipato alla prima tavola rotonda della giornata del BEA Educational, intitolata 'Il mercato degli eventi a una svolta. Tra ‘credit crunch’ e tagli agli investimenti, tra professionalità e improvvisazione, è proprio vero che la crisi è servita a fare emergere le strutture più sane? Quale impatto ha avuto sulla event industry e, di conseguenza, sulla qualità degli eventi la contrazione degli investimenti? Vediamo come si stanno riconfigurando la domanda e l’offerta di servizi legati agli eventi'.
Protagonisti del dibattito sono stati aziende e agenzie.
A rappresentare le aziende, Andrea Baracco, Direttore Comunicazione Renault Italia, Fabio Camerano, Responsabile Eventi Poste Italiane e Rita Pofi, Responsabile Relazioni pubbliche ed eventi Ferrovie dello Stato.
Dal mondo delle agenzie, invece, sono intervenuti Massimo Mercuri, Amministratore Delegato, Gruppo Peroni Eventi, Pierpaolo Roselli, Partner & General Manager Free Unit Network, Roberto Cipullo, Amministratore Delegato Fonema, Simone Merico, Amministratore Delegato K-Events.
Interrogato sullo scenario attuale, il mondo delle aziende ha delineato un profilo della propria realtà.“Per quanto ci riguarda – ha commentato Camerano di Poste Italiane – gli eventi hanno sofferto poco, anzi, stiamo apprezzando sempre di più il mezzo evento, nel quale investiamo il 20% del budget complessivo. Ci concentriamo, in particolare, su lanci di prodotto e innovazioni di canale. Eventi interni, quindi, anche se cominciamo a fare qualche passo verso il cliente impresa”.
“Ferrovie dello Stato si è ‘eventizzata’ parecchio negli ultimi anni – ha spiegato Pofi -. Il 30% degli investimenti in comunicazione è stato riservato al mezzo evento. Nel 2009 abbiamo realizzato una ventina di eventi, tra commerciali e istituzionali. Nel 2010 manterremo saldo l’investimento nel settore virando sul commerciale”.
“Il termine ‘crisi’ va esorcizzato – ha commentato Baracco di Renault -. La crisi attuale non è congiunturale ma strutturale. Il sistema va ripensato. Atl e btl sono termini ormai desueti. In Renault ci affidiamo a una comunicazione integrata, che si declini su ogni mezzo, compresi i social network che stanno dimostrando la loro particolare efficacia”.
In questo quadro, le agenzie sono state chiamate a commentare la situazione attuale, anche in relazione al famoso ‘credit crunch’, ovvero la chiusura, da parte delle banche, dell'accesso al credito per chi non può sostenere la spesa. Le banche alzano i tassi di interesse e non concedono liquidità, limitano il massimo scoperto, insomma 'tirano i remi in barca', e per le aziende questo significa diventare insolventi, accumulare debiti e rischiare addirittura il fallimento.
A questa situazione naturalmente non sfugge nessun settore, e pertanto nemmeno le agenzie di eventi, che si trovano a dover anticipare i budget per la realizzazione di un evento, dal momento che le aziende arrivano, in questo periodo di crisi, a pagare addirittura a 90 o 120 giorni.
“Nel momento di picco della crisi – commenta Simone Merico di K-Events – alcune strutture non ce l’hanno fatta. Per quanto ci riguarda, non abbiamo avvertito una grandissima contrazione, anzi, abbiamo probabilmente ‘sfilato’ budget ai mezzi tradizionali. Tuttavia, noto ancora un difetto culturale nel non dare il giusto valore all’aspetto creativo dell’evento”.
“Anche in Fun – dichiara Pierpaolo Roselli – non abbiamo avvertito più di tanto la crisi. La profonda conoscenza del territorio e del consumatore si è rivelata fondamentale. Inoltre, mi pare ci sia stata una sorta di migrazione di risorse da altri settori che ci ha arricchiti di nuove professionalità”.
“La nostra forza – ha sottolineato Cipullo di Fonema - sta nella fusione. Credo che alcuni dei fondatori delle società siano un po’ delle ‘prime donne’. Penso invece che la trasversalità dei ruoli e delle funzioni sia indispensabile per un’agenzia sana e produttiva”.
“Noi ci siamo sempre focalizzati sul rapporto coi clienti e la loro soddisfazione – ha spiegato Mercuri di Gruppo Peroni Eventi -. La crisi nel 2009 si è fatta sentire, ma il 2010 si sta rivelando una buona annata”.
Dopo aver delineato il quadro generale della situazione, aziende e agenzie si sono messe a confronto. Tema centrale sono state da una parte, le aspettative delle aziende alle agenzie di eventi, dall’altra, le esigenze di quest’ultime per lavorare al meglio.
“Ci sentiamo più alleati che ‘concorrenti’ delle agenzie di eventi – ha sottolineato Camerano -. Addirittura ci capita di trovarci in contrasto con il nostro ufficio acquisti. Gli obiettivi di aziende e agenzie, dopotutto, sono convergenti. Una caratteristica che mi colpisce negativamente tuttavia, è quando le agenzie si dilungano troppo sulle loro credenziali. Vorrei si insistesse di più sull’aspetto progettuale e consulenziale”.
Altra voce aziendale, quella di Rita Pofi di Ferrovie dello Stato: “Noi indiciamo gare pubbliche. Spesso noto una scarsa qualità nella presentazione, poca chiarezza e soprattutto poca curiosità. Inoltre, le grandi agenzie non partecipano mai alle nostre gare, forse perché il budget è troppo basso”.
“Io invece auspico una maggiore comprensione e integrazione tra la strategia di comunicazione propria dell’azienda e le proposte creative delle agenzie di eventi, che spesso non tengono nella giusta considerazione le caratteristiche dell’azienda cliente – commenta Baracco di Renault. Per quanto ci riguarda, preferiamo costruire rapporti che siano duraturi nel tempo”.
Quindi, per tirare le somme, le aziende oggi chiedono proposte ben fatte e soprattutto profondamente consapevoli della realtà aziendale che vanno a rappresentare con l’evento.
Dal fronte delle agenzie arrivano immediate le richieste.
“Persiste il problema delle gare – commenta Cipullo di Fonema -. Per noi la creatività è il driver fondamentale. Non ci si può chiedere, come talvolta ci è successo, di ‘cederla’ ad altre agenzie per step successivi della gara in corso”.
“Insisto sull’importanza di attribuire il giusto valore al lavoro dell’agenzia di eventi – sottolinea Merico di K-Events -. La politica vigente del massimo ribasso intacca ovviamente la qualità del servizio. Noi ci rifiutiamo di accettare budget troppo esigui perché sappiamo di non poter garantire un risultato adeguato. Non vogliamo realizzare eventi scadenti. Le agenzie si dovrebbero rifiutare di accettare incarichi a budget troppo ridotto, o il livello generale di qualità continuerà a diminuire. Chiedo alle aziende di darci fiducia e di rischiare un po’ di più”.
“Concordo con Merico – aggiunge Roselli di Fun -. La fiducia è fondamentale. Inoltre, credo sia importante il riconoscimento dell’aspetto consulenziale che l’agenzia di eventi offre, che attualmente viene assolutamente trascurato”.
I protagonisti del talk show si sono espressi anche ai microfoni di ADVexpress Tv.
Serena Roberti