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BEA EDUCATIONAL. De Noia (Enel): "Quando è l'azienda ad avere la big idea"
Non è facile comunicare per un'azienda che produce energia, percepita non come prodotto ma come bene. Proprio per ovviare a queste difficoltà, Enel ha deciso di sposare il linguaggio universale dell'arte, facendosi promotrice del progetto 'Enel Contemporanea' in cui ha coinvolto agenzie e istituzioni.
Nell'immaginario collettivo, l'energia difficilmente è percepita come un prodotto, ma sempre più come un servizio di pubblica utilità. Per questo motivo, per le aziende produttrici di energia, comunicare è sicuramente più delicato di una normale azienda di prodotto.


È il caso di Enel. Al Bea Educational Roma (martedì 16 luglio, Roma Eventi Piazza di Spagna), l'azienda ha portato la propria testimonianza per voce di Maria Pia De Noia (nella foto), responsabile communication services Enel.
Guarda l'intervista video a Maria Pia De Noia di ADVexpressTV

L'azienda, da tempo, ha compreso di dover puntare, nella propria comunicazione - e quindi anche negli eventi - su elementi particolari e diversi.
“Ogni attività di comunicazione deve scardinare i punti saldi dell'immaginario collettivo - ha spiegato De Noia -. Se per le altre aziende fare un evento è creare un'emozione per il proprio pubblico, noi che produciamo energia dobbiamo tenere presente che anche l'evento è percepito come servizio pagato con i soldi dei cittadini. Allo stesso tempo, Enel è un brand molto conosciuto, che non deve fare awareness”.
Da qui l'idea di capovolgere i ruoli fra azienda e agenzia. Non è l'agenzia che dà la 'big idea' all'azienda, ma è quest'ultima a rivolgersi al partner di comunicazione: nasce così 'Enel Contemporanea', il progetto di sostegno all'arte contemporanea.
L'idea, nata nel 2007 come un evento spot, si è nel tempo ampliata. “L'azienda, uscita dal Monopolio di Stato nel 1999, necessitava di farsi conoscere all'estero – ha spiegato De Noia -. Abbiamo quindi cercato un'agenzia che ci seguisse nella scelta degli artisti, e, parallelamente, abbiamo aggregato intorno al progetto alcune istituzioni pubbliche, come il Comune di Roma, la Biennale di Venezia, il museo MACRO Testaccio, di cui siamo main sponsor”.

In questo caso, quindi, è l'azienda a porre ai partner le proprie condizioni e non viceversa.
Per la sesta edizione del progetto, e in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario dell’azienda, è stata aperta al pubblico, nel dicembre del 2012, la gigantesca installazione 'Big Bambù' degli artisti americani Mike e Doug Starn, che ha attirato al MACRO Testaccio, ad oggi, 50.000 visitatori (vedi notizia correlata a fondo pagina).
Un'opera tutta da scoprire, con percorsi e camminamenti aperti ai visitatori, tra emozioni, natura e colori, ma anche un sorprendente luogo d’incontro e di aggregazione, dove fermarsi a chiacchierare, ad ascoltare una presentazione, a leggere un libro o anche, semplicemente, a guardare il panorama di Roma da un punto di vista diverso.
“Data però la riduzione drastica del budget, anche per un appuntamento importante come il cinquantenario avevamo bisogno di comunicare low profile – continua De Noia -. È stata quindi sviluppata un'importante serata al MACRO Testaccio, adattata al contesto in cui era inserita, a cui hanno partecipato oltre 1.000 persone”.
Ilaria Myr