Evento educational
Mpi, tutto il green in un seminario
Dinanzi a un gruppo di operatori e professionisti della meeting industry, MPI ha proposto una giornata seminariale e di dibattito sulle pratiche dell’eco-sostenibilità. Hanno preso la parola alcuni dei principali esperti europei del campo.
Si è tenuto il 17 febbraio, presso Atahotel Expo Fiera di Pero (Milano), il seminario Not just 'talk green', a cura del Comitato Formazione di Mpi Italia. L’incontro, cui hanno partecipato 40 professionisti del settore, aveva l’obiettivo di aggiornare sulle migliori pratiche dell’eco-sostenibilità per l’industria degli eventi, nonché di fornire adeguati ragguagli sui processi di certificazione.

Il seminario cade a proposito anche da un altro punto di vista. Quest’anno infatti, per la precisione il 27-29 giugno, debutterà un evento-chiave del settore, la European Conference on sustainability in the meetings industry, che in questa prima edizione si terrà a Bruges, nelle Fiandre. La conferenza è organizzata dal Capitolo belga di Mpi, presieduto da Kathleen Bertier, in cooperazione con quasi tutti i Capitoli europei della community, in prima fila quello italiano, che è tra i fondatori di questo meeting e che lo sta seguendo grazie al lavoro della vice president sponsorship Francesca Pezzutto. Si attendono 150 partecipanti da tutto il continente.
Il seminario Mpi è stato moderato dal past president Pier Paolo Mariotti Cmp Cmm (nella foto), che ha ricordato l’importanza del principio delle '3R' (Reuse, Recycle, Repair) e le parole di Amy Spatrisano Cmp, presidente Green Meetings Industry Council, la quale definisce i green meeting come gli eventi del futuro, destinati a soppiantare quelli tradizionali.
Mariotti ha, inoltre, ribadito il 'cuore' del seminario: "Non ci occupiamo di 'greenwashing', bensì di far bene le cose. Muoversi nella direzione di anticipare i problemi è senz'altro meglio che dover poi compensare e riparare gli errori commessi".
Il primo intervento è stato di Manuela Cannatella, che ha presentato il project work realizzato al termine del master presso il Centro Studi Turistici di Roma. Il project era finalizzato alla scelta di una destinazione, per l’assemblea Cts, secondo un criterio green. La scelta è caduta su Copenhagen: "La città presenta un elevato numero di strutture ricettive e sedi congressuali, e inoltre dal 1980 l’economia danese è cresciuta del 78% a fronte di una netta riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Moltissime delle sue strutture hanno certificazioni Green Key ed Ecolabel. Come albergo abbiamo pensato al Marriott, che col programma EcoEvents di catena offre un ricco bouquet di servizi green, ed è anche vicino sia all’aeroporto sia al centro città".
È stato poi il turno del manager Atahotels Dennis Zambon, che ha illustrato le due più recenti strutture alberghiere del gruppo, l’Atahotel Varese business & resort e, appunto, l’Atahotel Expo Fiera di Pero: "L'albergo di Pero è costruito secondo i più sofisticati dettami del green. Particolarmente interessante è, in ogni camera, la 'loggia bio-climatica', un’area intermedia tra l’ambiente interno e quello esterno, che consente all’ospite di acclimatarsi sia quando arriva in camera sia quando sta per uscirne, e che ha reso superflui i balconi. Ciò ci consente un risparmio dell’8% nell’energia".
Zambon ha poi illustrato le metodologie gestionali, tutte mirate all’ottimizzazione dell’impiego del personale e all’ottenimento della massima qualità in ogni reparto. È importante il ruolo del vicino impianto Sila2, che si occupa della combustione dei rifiuti e recupera il calore per produrre sia energia elettrica sia energia termica. "Ne consegue - ha detto Zambon - che in albergo non abbiamo bisogno di combustibile perché l’acqua caldissima che riceviamo ogni giorno, a 120 °C, riscalda la nostra acqua, con notevoli benefici in termini economici e ambientali».
Il marketing manager di VisitDenmark Jonathan Cohen ha poi raccontato il backstage della conferenza sul clima tenutasi nella capitale danese lo scorso dicembre: "A Copehnagen - è tutto green: infrastrutture, business, trasporti, cibo, persino la cittadinanza. Il 22% dell’energia è eolica, il 40% della gente va in ufficio in bicicletta. Per coinvolgere le autorità locali si è fatto leva sui meeting di argomento affine già programmati lo stesso anno in città, per esempio il World business summit on climate change, nonché su iniziative esterne quali Hopenhagen Live. L’evento raddoppiò le aspettative, con oltre trentamila persone di audience e 2.500 meeting collaterali, 122 capi di Stato, molte agenzie non governative, 4.000 giornalisti. È stato il primo evento Onu a ottenere la certificazione BS8901: è stato recuperato il 100% delle emissioni di Co2. Sul piano organizzativo l’idea fu quella di creare il Copenhagen sustainable meetings protocol, un’alleanza tra operatori locali per accelerare la trasformazione della meeting industry verso la sostenibilità. Ciò ha consentito un approccio strategico. Abbiamo prodotto uno standard che possa fungere da guida anche in futuro, per coinvolgere leader e concretizzare le migliori idee in tema di green practice. Sul piano pratico, è stato adottato lo standard Apex per definire le procedure eco-compatibili in tutti gli aspetti dell’organizzazione. In generale, l’intera destinazione ha acquisito una consapevolezza che, partendo dallo staff, ha coinvolto gli sponsor, i fornitori e via via i governi, i partecipanti e tutta la società civile".
Il BS8901 auditor & tutor Stefano Bonetto, di Bsi (ente formatore del Regno Unito) ha quindi spiegato come questa certificazione può essere utile al business degli eventi: La certificazione nasce per i Giochi Olimpici 2012 a Londra.

È lo standard rivolto ai sistemi di gestione degli eventi per certificare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del singolo evento. Prevede tre fasi: progettazione (definizione di una politica per la sostenibilità, identificazione e coinvolgimento degli stakeholder come parte del processo di pianificazione, finalizzazione degli obiettivi), esecuzione (fornitura di risorse e competenze, gestione della supply chain e dei processi di comunicazione, documentazione del sistema), riesame (monitoraggio e valutazione dei risultati, revisioni e passi successivi) ed è integrabile con tutti gli altri schemi, da Iso 9001 a Iso 14001. BSI non dichiara che l’evento è sostenibile, ma che è conforme alla BS8901: è una certificazione non di prodotto ma di sistema. Quali i principali benefici? "Tanti - ha risposto Bonetto -: opportunità di comunicazione senza precedenti, miglioramento delle relazioni con le parti interessate, riduzione dei costi e maggiore opportunità di accesso ai finanziamenti".
Al termine del seminario, Bonetto, Cohen e Pezzutto (nella foto) hanno risposto alla domanda 'Com’è possibile trasformare l’eco-sostenibilità in una business proposition?' "Non credo che la convenienza economica possa esserlo - ha considerato Cohen -. In genere, il green funziona nel momento in cui l’interlocutore capisce l’importanza ambientale e sociale del rispetto della natura. Il profitto, per gli uomini, è meno importante di quanto sembra".
"La sostenibilità è un prerequisito - ha fatto eco Bonetto -, perché è come i freni per un auto. Nessuno comprerebbe mai una macchina senza freni. Si sa che ci devono essere. Lo stesso vale per il green".
"A noi organizzatori viene spesso risposto che o non c’è la cultura in azienda per un evento green o non è quello il momento particolare per portare avanti un discorso di eco- sostenibilità - ha concluso Pezzutto -. E, tuttavia, è difficile far passare il messaggio con le aziende".

Il seminario cade a proposito anche da un altro punto di vista. Quest’anno infatti, per la precisione il 27-29 giugno, debutterà un evento-chiave del settore, la European Conference on sustainability in the meetings industry, che in questa prima edizione si terrà a Bruges, nelle Fiandre. La conferenza è organizzata dal Capitolo belga di Mpi, presieduto da Kathleen Bertier, in cooperazione con quasi tutti i Capitoli europei della community, in prima fila quello italiano, che è tra i fondatori di questo meeting e che lo sta seguendo grazie al lavoro della vice president sponsorship Francesca Pezzutto. Si attendono 150 partecipanti da tutto il continente.

Mariotti ha, inoltre, ribadito il 'cuore' del seminario: "Non ci occupiamo di 'greenwashing', bensì di far bene le cose. Muoversi nella direzione di anticipare i problemi è senz'altro meglio che dover poi compensare e riparare gli errori commessi".
Il primo intervento è stato di Manuela Cannatella, che ha presentato il project work realizzato al termine del master presso il Centro Studi Turistici di Roma. Il project era finalizzato alla scelta di una destinazione, per l’assemblea Cts, secondo un criterio green. La scelta è caduta su Copenhagen: "La città presenta un elevato numero di strutture ricettive e sedi congressuali, e inoltre dal 1980 l’economia danese è cresciuta del 78% a fronte di una netta riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Moltissime delle sue strutture hanno certificazioni Green Key ed Ecolabel. Come albergo abbiamo pensato al Marriott, che col programma EcoEvents di catena offre un ricco bouquet di servizi green, ed è anche vicino sia all’aeroporto sia al centro città".
È stato poi il turno del manager Atahotels Dennis Zambon, che ha illustrato le due più recenti strutture alberghiere del gruppo, l’Atahotel Varese business & resort e, appunto, l’Atahotel Expo Fiera di Pero: "L'albergo di Pero è costruito secondo i più sofisticati dettami del green. Particolarmente interessante è, in ogni camera, la 'loggia bio-climatica', un’area intermedia tra l’ambiente interno e quello esterno, che consente all’ospite di acclimatarsi sia quando arriva in camera sia quando sta per uscirne, e che ha reso superflui i balconi. Ciò ci consente un risparmio dell’8% nell’energia".
Zambon ha poi illustrato le metodologie gestionali, tutte mirate all’ottimizzazione dell’impiego del personale e all’ottenimento della massima qualità in ogni reparto. È importante il ruolo del vicino impianto Sila2, che si occupa della combustione dei rifiuti e recupera il calore per produrre sia energia elettrica sia energia termica. "Ne consegue - ha detto Zambon - che in albergo non abbiamo bisogno di combustibile perché l’acqua caldissima che riceviamo ogni giorno, a 120 °C, riscalda la nostra acqua, con notevoli benefici in termini economici e ambientali».

Il BS8901 auditor & tutor Stefano Bonetto, di Bsi (ente formatore del Regno Unito) ha quindi spiegato come questa certificazione può essere utile al business degli eventi: La certificazione nasce per i Giochi Olimpici 2012 a Londra.

È lo standard rivolto ai sistemi di gestione degli eventi per certificare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del singolo evento. Prevede tre fasi: progettazione (definizione di una politica per la sostenibilità, identificazione e coinvolgimento degli stakeholder come parte del processo di pianificazione, finalizzazione degli obiettivi), esecuzione (fornitura di risorse e competenze, gestione della supply chain e dei processi di comunicazione, documentazione del sistema), riesame (monitoraggio e valutazione dei risultati, revisioni e passi successivi) ed è integrabile con tutti gli altri schemi, da Iso 9001 a Iso 14001. BSI non dichiara che l’evento è sostenibile, ma che è conforme alla BS8901: è una certificazione non di prodotto ma di sistema. Quali i principali benefici? "Tanti - ha risposto Bonetto -: opportunità di comunicazione senza precedenti, miglioramento delle relazioni con le parti interessate, riduzione dei costi e maggiore opportunità di accesso ai finanziamenti".
"La sostenibilità è un prerequisito - ha fatto eco Bonetto -, perché è come i freni per un auto. Nessuno comprerebbe mai una macchina senza freni. Si sa che ci devono essere. Lo stesso vale per il green".
"A noi organizzatori viene spesso risposto che o non c’è la cultura in azienda per un evento green o non è quello il momento particolare per portare avanti un discorso di eco- sostenibilità - ha concluso Pezzutto -. E, tuttavia, è difficile far passare il messaggio con le aziende".