Scenari

L'Italia sale al sesto posto nel Nation Brands Index 2016 di GfK

Resi noti i risultati dell'indagine internazionale che misura la reputazione di 50 nazioni. Gli indici che contribuiscono alla buona reputazione del nostro Paese sono il Turismo, per il quale l’Italia risulta al primo posto a livello internazionale, Cultura e Persone, il Made in Italy e la capacità di attrarre Investimenti e Immigrazione. Il parametro più negativo è quello legato al Governo, per il quale l’Italia è solo 16esima.

Il nostro Paese sorpassa il Giappone e si colloca al sesto posto nella classifica della reputazione delle nazioni, realizzata da GfK e Simon Anholt. Trend negativo per tutti i Paesi della top ten: Regno Unito e Stati Uniti registrano le flessioni maggiori dell’indice di reputazione, seguiti da Germania, Giappone e Francia.

GfK ha reso noti i risultati per il 2016 dell’Anholt-GfK Nation Brands IndexSM, indagine internazionale che misura la reputazione di 50 nazioni. Per ciascun Paese, viene assegnato un voto rispetto a sei parametri: Esportazioni (reputazione dei prodotti realizzati in quel Paese), Governo (affidabilità e trasparenza delle istituzioni), Cultura (patrimonio storico-artistico e capacità di innovazione), Persone (livello di simpatia e attrattività), Turismo, capacità di attrarre Investimenti e Immigrazione. 

 

Tabella GFK

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rispetto al 2015, l’Italia ha registrato un trend leggermente negativo (-0.54 punti). Nonostante questo, è riuscita a guadagnare una posizione in classifica, sorpassando il Giappone e assestandosi al sesto posto. Questo perché - in un anno negativo per la reputazione di tutti i Paesi più importanti - l’Italia ha perso meno terreno rispetto ad altri.  

Ma cosa contribuisce maggiormente alla buona reputazione del Bel Paese? Tra i parametri considerati nello studio, il più apprezzato in assoluto è il Turismo, per il quale l’Italia risulta al primo posto a livello internazionale. Particolarmente positiva anche la reputazione di cui godono Cultura e Persone: per entrambi i parametri ci classifichiamo al terzo posto. Il Made in Italy continua a piacere, infatti il nostro Paese si colloca al 9° posto nella classifica delle Esportazioni, ma anche (meno scontato) in quella relativa alla capacità di attrarre Investimenti e Immigrazione. Il parametro più negativo è quello legato al Governo, per il quale l’Italia è solo 16esima.

I risultati dell’indagine a livello internazionale

In generale, i risultati dell’indagine mostrano un peggioramento della reputazione per tutti i paesi che occupano i primi posti nella classifica del Nation BrandsIndexSM. Un dato piuttosto insolito, considerato che fino al 2015 tale indice era rimasto sostanzialmente stabile.

Nel corso del 2016, i Paesi che hanno registrato il trend più negativo sono stati Regno Unito e Stati Uniti (con un calo dell’indice di reputazione di oltre un punto), seguiti da Germania, Giappone e Francia. 

Per il momento, le variazioni del Nation Brands IndexSM non hanno portato a cambiamenti nelle prime tre posizioni della classifica, anche se il primato degli Stati Uniti è ora seriamente minacciato dalla Germania. Rispetto al 2015, la Francia perde una posizione a favore del Canada - principalmente a causa di un peggioramento della reputazione del Governo e della minore capacità di attirare Investimenti e Immigrazione -  mentre l’Italia sorpassa il Giappone guadagnando il sesto posto della classifica. 

Simon Anholt, consulente politico indipendente e ideatore dello studio Nation Brands IndexSM, ha commentato così i risultati: "Di solito, la percezione globale dei singoli paesi è incredibilmente stabile, ma i risultati di quest’anno ci mostrano come i cambiamenti siano sempre possibili. In termini di reputazione, la percezione di un paese è molto più importante dei risultati economici - e questo emerge chiaramente dalla classifica 2016. A soffrire maggiormente gli effetti di un anno caratterizzato da conflitti internazionali ed emergenze umanitarie sono stati soprattutto i paesi che vengono percepiti come leader mondiali”. 

Vadim Volos, Senior Vice President Public Affairs & Consulting di GfK, aggiunge: "Il modo in cui un Paese viene percepito è la somma di opinioni consolidate (come, ad esempio, gli stereotipi relativi a un popolo) e fattori a breve termine (come la copertura mediatica di eventi drammatici). È sicuramente possibile migliorare la reputazione di un Paese, promuovendone gli asset, ma i cambiamenti radicali richiedono tempo. Il nostro studio consente di individuare i punti di forza e di debolezza di ciascuna nazione - in termini di reputazione attuale e potenziale - aiutando a costruire un brand-paese forte".

 

EC