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Bolloré: non ci arrendiamo, andremo avanti con perseveranza celtica

Cannes, 22 giugno. Grande l'attesa per la conferenza stampa del presidente di Havas sul tentativo di scalata ad Aegis. A settembre riproporrà l'ingresso nel cda di due suoi uomini, e chiede di potere discutere le diverse possibilità di rapporto tra le due strutture nel rispetto dell'indipendenza del gruppo media inglese.

Cannes.Era, e forse rimarrà, l'evento più atteso del Festival, secondo soltanto al Grand Prix della sezione Film , premio che, come noto, verrà assegnato sabato sera. La stampa internazionale, specializzata e non, è infatti accorsa numerosa all'Havas Cafè per essere aggiornata sulla vicenda che ormai da mesi tiene col fiato sospeso la community internazionale della comunicazione. Parliamo, ovviamente, della scalata di Vincent Bolloré (nella foto) nei confronti del Gruppo Aegis Media.

Affabile, sorridente e disponibile a rispondere a qualunque domanda dei giornalisti, il finanziere francese presidente di Havas ha ripercorso le tappe fondamentali di un corteggiamento, come l'ha voluto definire, che non si sa ancora a quale risultato porterà: fidanzamento, matrimonio o altro. Quel che appare certa è la determinazione 'celtica' del Gruppo ad andare fino in fondo.

Per convincere la platea di giornalisti che le sue non sono intenzioni da 'raider' il patron d'Oltralpe la prende alla lontana, addirittura dal 1822, anno in cui nasce l'impresa della famiglia Bolloré. Famiglia che nel corso delle sei generazioni ha costruito un vero e proprio impero con attività diversificate nei più disparati settori, per un giro d'affari complessivo di 6 miliardi di dollari. A questi va aggiunto il miliardo e due di euro del gruppo Havas (nel 2001 il giro d'affari era di 2,2 miliardi), di cui il Gruppo Bolloré detiene una quota del 30%.

Bolloré entra poi nei particolari del braccio di ferro con Aegis. Nell'ultimo general meeting del 14 giugno il 57% degli azionisti votò contro Philippe Germond e Roger Hatchuel, i due uomini non coinvolti in Havas e candidati dall'investitore francese a sedere nel board della società, raffreddando l'ipotesi di collaborazione ventilata a marzo dal ceo Aegis Robert Lerwill (vedi notizia correlata). La posizione di Aegis, dopo l'esito della votazione del 14 giungo, è stata ribadita a Milano il giorno successivo dal ceo Aegis Italia Walter Hartsarich e dal ceo Europa and Emea Jerry Buhlmann , il quale spiegava senza mezzi termini: "Aegis attrae da sempre l'attenzione dei propri concorrenti, ma intende rimanere indipendente e perseverare nella propria strategia di successo. Continueremo dunque a crescere in totale autonomia".

Eppure in un incontro avvenuto circa un anno prima il 14 giugno, fa notare Bolloré, lo stesso Robert Lerwill, con Roger Hatchuel e l'ex Carat Gilbert Gross avevano discusso della possibilità di sinergie tra Aegis e Havas, compresa l'ipotesi di una eventuale fusione o integrazione tra Aegis e Media Planning Group. Bolloré chiede semplicemente di poter dire la sua e valutare le diverse opzioni: "Il nostro gruppo detiene il 29% di Aegis, per un equivalente di 700 milioni di euro, con tutti gli onori ed oneri che questo comporta. Riteniamo giusto, dunque, poter essere rappresentati nel consiglio di amministrazione, in modo da avere voce in capitolo sulle scelte che riguardano il gruppo". La questione dunque non è 'se' il gruppo francese riuscirà ad entrare nel cda di Aegis, ma piuttosto quando Aegis capirà che ciò è inevitabile, e soprattutto che tale cambiamento sarà di giovamento per entrambe le parti in causa. "Il link tra Havas ed Aegis – afferma Bolloré – potrebbe dare vita a interessanti sinergie commerciali e industriali pur rispettando l'indipendenza del gruppo media".

Ecco dunque il prossimo passo: Bolloré ci riproverà a settembre, con la convocazione di un'assemblea straordinaria dove il finanziere tornerà a esporre le proprie ragioni, con determinazione e persistenza, nella speranza di spostare dalla propria parte quel 7% di azionisti che hanno impedito l'ingresso di Germond e Hatchuel . Le soluzioni possono essere molteplici e alternative alla fusione. "Capisco – afferma Bolloré - che Aegis intenda difendere la propria indipendenza. Noi, del resto, non intendiamo soffocare una società in crescita. Vogliamo semplicemente generare valore per gli azionisti, gli stakeholder e le nostre aziende clienti. Perchè, dunque, non sedersi a un tavolo per parlare, valutando tutte le possibilità?".

Per quanto riguarda, poi, il futuro di Havas, il cui titolo è stato in questi giorni ritirato dalla borsa americana, Bolloré si dichiara assai fiducioso: "Ritengo che il nostro Gruppo abbia tagliato i rami secchi e rappresenti una delle realtà più interessanti del panorama della comunicazione internazionale, con grandissime possibilità di crescita e successo". L'andamento del primo trimestre 2006, infatti, fa registrare un fatturato di 339 milioni di euro, con una crescita del 2,6% sul 2005. Positiva, secondo quanto affermato dal presidente, anche la chiusura del primo semestre. La strategia di Havas nel prossimo futuro, punterà al miglioramento della qualità dei servizi ai clienti piuttosto che sull'intensificazione della politica delle acquisizioni, per essere "una tigre tra gli elefanti della comunicazione", come affermato dal suo numero uno. Ciò non toglie che il gruppo continuerà a monitorare il mercato, aperto a qualsiasi possibilità, anche per quanto riguarda mercati e paesi emergenti. "Nessun problema – afferma Bolloré – ad investire in India o Cina, dove siamo gia presenti, qualora si dovessero presentare opportunità strategicamente valide". 

Tra i personaggi presenti oggi all'Havas Cafè, il ceo Havas Fernando Rodés (nella foto)ci ha aiutato a chiarire l'attuale stato dei rapporti tra il Gruppo Bolloré e Aegis. "Aegis si è opposta alle proposte di Bolloré - afferma Rodés – senza essersi fermata un istante a valutare il progetto". Non sono stati spesi cinque minuti insomma, secondo il ceo Havas, per elaborare insieme un piano che possa interessare ed essere vantaggioso per entrambe le società. "Il nostro obiettivo comunque – ha continuato Rodés -, a di là della questione Aegis, è quello di creare un gruppo operativo nel mercato della comunicazione molto più coeso di quello attuale, le cui principali realtà sono rappresentate da Mpg, Euro RSCG e Arnold". Precoce, ad ogni modo, pensare in questo momento ad un nuovo 'umbrella brand' che possa riunire le diverse realtà. Prima venga l'unione 'di fatto', poi il nome.

A margine della conferenza stampa ADVExpress ha avvicinato Bolloré per chiedergli se sia pura fantasia pensare alla creazione di un mega gruppo francese, frutto dell'unione tra Havas e Publicis. "No, non è follia pensarlo – risponde il magnate francese - . Ma al momento questa ipotesi è fuori dai nostri piani". La difficoltà di un eventuale accordo con Publicis non sarebbe neanche il conflitto di clienti, quanto a una somiglianza troppo evidente dei due gruppi: "Siamo troppio simili e poco complementari – chiude Bolloré al momento, quindi, l'ipotesi non é praticabile".

Mandelli: i clienti credono nei nostri servizi

Un quadro dell'attuale situazione del mondo della comunicazione, con particolare attenzione alla realtà italiana, è stato tracciato dall'ad Mpg Alessandro Mandelli. "Il mercato italiano – ha spiegato Mandelli – è molto maturo, con tendenza recessive, e dunque poco attrattivo. Ciò non toglie, ad ogni modo, che i nostri clienti credano nei nostri servizi e continuino ad investire".

Mpg ha registrato a livello mondiale un aumento dell'amministrato del 25%, con una crescita del 50% per la sezione interactive, campo in cui la società si posiziona tra i primi cinque operatori in Italia. Il nostro paese, inoltre, è quello in cui ottiene i risultati più incoraggianti. "Per quanto riguarda nuove acquisizioni – ha concluso Mandelli -aspettiamo a breve l'esito della gara Danone".