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Maestri: ‘Questa Italia vince ma non convince’
(Cannes. Dalla nostra inviata Elena Colombo)."Siamo invasi dai clichè, dai testimonial, da commediole all'italiana viste e straviste... la creatività del nostro Paese non fa un passo in avanti da anni, agganciata a idoli stantii e ad esercizi di stile ripetitivi. Intanto le agenzie perdono il ruolo di consulenti strategiche, non ci si eleva con exploit e si perde credibilità. Anche a Cannes".
Lo stato dell'arte della creatività italiana tracciato oggi da Pietro
Maestri
(nella foto), giurato italiano nella sezioni Film, poco dopo l'annuncio dei
vincitori al Festival della Pubblicità, non è certamente quello di un Paese
competitivo e pronto per gareggiare su un terreno internazionale come quello di
Cannes, dove la creatività mondiale volta molto più in alto. Tuttavia - aggiunge
Maestri - , abbiamo vinto due bronzi nella radio, tre leoni nei film (di cui
uno del metallo più pregiato). Tutto sommato il nostro Paese archivia la
53° edizione del festival con un successo rispettabile, soprattutto se
confrontato con i due bronzi dell'anno scorso e con questa edizione povera di
ori (12 in totale), tanto che neanche gli Usa ne hanno ottenuto uno.
Il risultato di questa edizione del Festival è stato particolarmente brillante per due agenzie:Leo Burnett, grazie all'oro ottenuto con lo spot 'Mondo Sommerso' di Ariston Aqualtis, e soprattutto per Jwt, struttura di cui Maestri è direttore creativo esecutivo, che ha messo a segno 4 film in shortlist su undici selezionati e due leoni su tre. A fronte di questo segno positivo che ha contraddistinto Jwt, quanto può aver pesato la presenza in giuria di Maestri? "Assolutamente nulla – ha risposto Maestri ad ADVexpress –. I film che si sono qualificati in shortlist non sono stati spinti da me. Hanno passato il turno seguendo il normale meccanismo aritmetico di calcolo. Altrimenti avrei fatto vincere l'oro alla mia agenzia. Abbiamo ottenuto un buon risultato semplicemente perché abbiamo fatto un lavoro eccellente. Da parte mia, ho ricoperto la carica di giurato con impegno, difendendo e tenendo alta, anche se a fatica, la nostra creatività, e ho dialogato con gli altri 21 membri della giuria sfoderando tutte le mie armi per essere un buon 'politico'. In particolare: saper parlare bene inglese, francese e spagnolo, lavorare in un'agenzia che ha una risonanza a livello internazionale e soprattutto aver già fatto il giurato a Cannes nel 2002, l'anno di 'Buonaseeraaa', la campagna di Fiat Punto firmata Leo Burnett che si era meritata un Leone d'Oro.
"Difendere i colori italiani non è facile - ha spiegato Maestri - perché il nostro Paese non ha alcuna credibilità al Festival di Cannes. Ogni anno siamo un passo indietro rispetto al livello degli altri Paesi per vari motivi, come il poco coraggio dei clienti e la nostra incapacità di portare sulla Croisette un'idea creativa esplosiva come quella dello spot Guinnes, vincitore del Grand Prix, un film fresco, divertente, con il giusto tocco di humour. In Italia, ad esempio, non avrebbe mai trovato un terreno favorevole un altro commercial di grande interesse come il film Sony Bravia Lcd. I clienti avrebbero obiettato la presenza di troppe palline che oscurano la visione dello schermo. Sono queste resistenze a fissarci su standard creativi poco elevati".
Riguardo agli spot italiani in shortlist, Maestri ha commentato: "Meritava un leone lo spot 'Ballarò' promosso dalla Rai contro il Turismo Sessuale, soprattutto per il suo visual chiaro e pulito. Molto interessante anche il film Sky con Kakà, ma credo che sia stato svantaggiato dall'affollamento di calciatori come testimonial in numerosi spot in gara quest'anno. Di grande pregio lo spot per Reale Assicurazione, contraddistinto da un mood dal tocco fantastico e da una buona idea; ma la giuria ai concetti ha preferito lo humour su cui hanno puntato gli altri film in gara in questa categoria. Mi aspettavo qualcosa di più del leone di bronzo da Reactine , ma su questo risultato ha inciso il fatto che nella categoria 'Farmacia' non siano stati assegnati ori e argenti. Nel complesso, volendo dare un voto all'edizione del Festival di quest'anno, direi un 6, mentre all'Italia va un 5, e un 7 va alla Tailandia, un Paese di grandi idee. La Gran Bretagna con i suoi leoni si è già data il 10.
Comunque sia andata, Maestri guarda avanti e, fatto tesoro di spunti, stimoli e immagini raccolti nelle giornate trascorse guardando il meglio della pubblicità mondiale, con una provocazione consiglia una ricetta per far bene a Cannes: "Ho visto tanti cani e scimmiette camminare e far scorreggette negli spot e ricevere molti premi; quindi, se volete entrare in shortlist, prendete come protagonista del vostro spot un cane che scoreggia. Se preferite un bronzo, optate per una scimmia che scoreggia. Se invece aspirate all'argento, servono due dita che scoreggiano e camminano. All'oro ci penserò".

