Brand Identity
Grizzanti: il marchio di Firenze? Senza marca
Un interessante esercizio grafico-testuale, ma con poco stimolo, per chi lo guarda, ad andare oltre la resa visiva e riflettere sul valore simbolico della città oltre la città stessa. Questa l'opinione di Gaetano Grizzanti (in foto), docente di branding, nonché ceo e identity strategy director di Univisual, sul nuovo logo del capoluogo toscano presentato ieri, ideato da Fabio Chiantin e rappresentato dalla parola 'Firenze' scritta in diverse lingue (latino, inglese, tedesco e spagnolo).
Ieri abbiamo parlato del nuovo logo della città di Firenze, realizzato dal grafico fiorentino Fabio Chiantin e rappresentato dalla parola 'Firenze' scritta in diverse lingue (latino, inglese, tedesco e spagnolo), sia in bianco su sfondo rosso-arancione sia in rosso-arancione su campo bianco, oppure in bianco su sfondo nero, con evidenziate in maiuscolo le lettere che compongono il nome della città in italiano.
La modalità con cui è stato scelto, ovvero un concorso in crowdsourcing che ha coinvolto 2.451 creativi di numerosi Paesi del mondo ha sollevato diverse critiche, come pubblicato da ADVexpress (leggi news), sia da parte di alcuni esponenti dell'ADCI così come di Paolo Iabichino, executive creative director di OgilvyOne e OgilvyAction Italia.Oggi abbiamo chiesto un parere 'tecnico' su questo elemento grafico che dovrà rappresentare Firenze su diversi supporti e con diverse declinazioni (si presta ad essere un elemento identificatovi su vetrine, etichette di bottiglie, facciate, cartelloni ...) a un importante professionista del settore, Gaetano Grizzanti (in foto), punto di riferimento in Italia sulla brand identity e Ceo di Univisual.
"Nessuna critica al logo dal punto di vista grafico, ma credo che prima di lavorare su un marchio si debba fare una riflessione strategica sulla marca - in questo caso la città di Firenze - e sugli obiettivi che poi il suo marchio deve portare con sè" afferma Grizzanti.
"Trovo interessante l'idea che il logo che, mediante un esercizio grafico-testuale, espone a livello nominale il capoluogo toscano in diverse lingue, sicuramente in risposta alla volontà corretta di creare un’attenzione internazionale. Il logo, in se, non evoca ma spiega, come un’etichetta. Sarebbe stato interessante lavorare su un simbolo più iconografico, colmo di un’evocazione che andasse oltre la città stessa e l’esistente giglio, aggiungendo così una nuova emozione all’identità già riconosciuta in tutto il mondo".
“Insomma - continua Grizzanti - credo si sia persa l'occasione di lavorare, prima che a un logo alla componente strategica di branding, dove la marca dovrebbe avere una propria personalità, autonoma e integrativa a quella di cui Firenze gode già”.
Cosa avrebbe fatto Grizzanti? "Studiando il profondo valore simbolico di Firenze, avrei proposto uno studio strategico sulla marca prima di affidare il progetto grafico del marchio, il quale - ripeto - è ben disegnato. Forse, con un brief differente, il logo risultante avrebbe potuto avere un significato intrinseco e non limitato al riferimento nominale alla città".
EC

