Brand Identity

RobilantAssociati spiega come valorizzare il vino 'made in Italy'

La società di consulenza ha organizzato il workshop 'L’espressione del Talento. Come trasformare, attraverso la marca, l’unicità di una cantina in un valore per il mercato', occasione per confrontarsi su come promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano attraverso la valorizzazione della marca, che spesso invece non viene sostenuta dai produttori attraverso una mirata brand strategy.
L'1 ottobre si è tenuto il workshop 'L’espressione del Talento. Come trasformare, attraverso la marca, l’unicità di una cantina in un valore per il mercato', organizzato da RobilantAssociati, società di consulenza alle imprese per lo sviluppo della marca. Il workshop è stato l’occasione per confrontarsi su come promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano attraverso la valorizzazione della marca: con 46,3 milioni di ettolitri di vino prodotti nella vendemmia 2008, l’Italia ha superato la Francia, diventando il primo produttore internazionale di vino. Nonostante sia quindi un settore fondamentale della nostra economia, i produttori non hanno sufficiente consapevolezza di quanto sia importante improntare delle adeguate strategie di marca e di comunicazione, con il risultato di non riuscire a valorizzare fino in fondo la straordinaria ricchezza e varietà vitivinicola di cui il nostro paese dispone.

Molte aziende continuano a investire nel design che è ormai diventato un elemento irrinunciabile nella comunicazione di prodotto anche nel settore vitivinicolo. Tuttavia l’attenzione all’immagine, non ancorata ad una chiara visione del posizionamento e dei contenuti valoriali della marca, rischia di non valorizzare le specificità delle singole cantine, ma anzi,
di appiattirne e omologarne la personalità.

"Non solo le singole cantine dovrebbero comprendere come sia sempre più importante individuare degli elementi differenzianti - ha dichiarato Maurizio di Robilant (nella foto) Fondatore e Presidente di RobilantAssociati - ma anche le nostre istituzioni dovrebbero investire in un progetto complessivo di comunicazione con l’obiettivo di trasferire ai mercati esteri la ricchezza della nostra offerta, che viene spesso vissuta come un elemento di debolezza. Questi investimenti hanno senso e valore proprio in un momento favorevole come questo, in cui bisogna essere reattivi per non disperdere il vantaggio competitivo acquisito".

"Lanciamo quindi l’invito al Ministero delle Politiche Agricole di farsi promotore di una grande campagna per valorizzare il prodotto vitivinicolo italiano e la sua immensa ricchezza  - ha continuato di Robilant - attraverso una tassazione dei contributi che arriveranno ai vari consorzi e che potrebbero andare a formare un fondo comune per la comunicazione del vino italiano nel mondo".

Nel workshop Maurizio di Robilant ha fatto un’analisi dello stato dell’arte nel settore vitivinicolo evidenziandone evoluzioni e criticità, ma anche le potenzialità da valorizzare, attraverso una brand strategy volta ad individuare il talento unico e originale custodito in ogni vino e portarlo ad essere il principio guida per la relazione della cantina con il mercato.

Attraverso la testimonianza di Susi Pozzi, marketing manager del Gruppo Italiano Vini, è stato illustrato come la strategia del talento sia stata applicata ad un caso esemplare di successo firmato da RobilantAssociati: Castello Monaci. A seguire RobilantAssociati ha illustrato tutte le fasi in cui si suddivide un progetto di wine branding per la costruzione o la rivisitazione di una marca, dallo studio creativo alle tecniche produttive. Questa parte è stata illustrata da Elisabetta Frigerio (Design Director Wine Branding RobilantAssociati) e Alessandra Lombardi (Responsabile Produzione RobilantAssociati).

SP