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Aeranti-Corallo critica la proposta AGCom sulla cessione delle frequenze digitali
L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato una consultazione pubblica sui criteri per la cessione del 40 % della capacità trasmissiva delle reti digitali terrestri da parte degli operatori che siano titolari di più di una concessione televisiva. In particolare, l'Autorità ha sottoposto a consultazione uno schema di provvedimento invitando i soggetti interessati a formulare osservazioni ed eventuali proposte di modifica.
Aeranti-Corallo ha quindi ora formulato le proprie osservazioni e proposte esprimendo un giudizio molto critico sullo schema di provvedimento e auspicando che lo stesso sia oggetto di nuovo integrale esame in un'ottica di rispetto del ruolo delle imprese televisive locali, del pluralismo informativo garantito dalle stesse e dal titolo preferenziale loro spettante.
"Le tv locali dovranno assumere nei nuovi scenari digitali il ruolo di operatori di rete - ha dichiarato sulla problematica Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo. Nella attuale fase di transizione, la veicolazione dei contenuti delle tv locali da parte dei soggetti tenuti alla cessione della capacità trasmissiva è sicuramente opportuna in quanto le stesse tv locali, essendo per lo più prive dei canali necessari per effettuare il simulcast, sono costrette ad effettuare la sperimentazione solo nelle ore notturne, al fine di evitare perdite di ascolto relativamente alla trasmissione analogica".
"Non appena la transizione verrà completata - ha proseguito Rossignoli - le tv locali trasmetteranno i propri contenuti solo sui propri canali, che, con lo switch off potranno essere convertiti al digitale senza alcun nocumento. Sulla base di tali premesse Aeranti-Corallo ritiene che la cessione del 40% della capacità trasmissiva debba essere limitata alla sola fase della transizione e debba avvenire riservando la stessa capacità trasmissiva in primo luogo, all'emittenza locale. Tale impostazione appare coerente con le previsioni normative di cui alla legge 66/2001, che prevede un titolo preferenziale per la radiodiffusione digitale da parte delle tv locali. Diversamente – ha evidenziato Rossignoli - lo schema di provvedimento dell'AGCom non tiene in alcun conto di tale titolo preferenziale e addirittura relega, senza alcuna giustificazione tecnica, economica e normativa le tv locali alla possibilità di chiedere l'accesso alla capacità trasmissiva in questione solo nelle aree del territorio oggetto di passaggio anticipato al digitale, peraltro a condizione che le stesse imprese non dispongano di propri impianti digitali e che si costituiscano in consorzio."
"La marginalizzazione dell'emittenza locale operata dallo schema di provvedimento - ha aggiunto Rossignoli - viene ancora ulteriormente rafforzata da queste ultime due condizioni in quanto le stesse rendono sostanzialmente impraticabile l'accesso alla capacità trasmissiva in questione anche nelle cosiddette aree all digital." Rossignoli ha altresì evidenziato che lo schema di provvedimento non disciplina in alcun modo le modalità per la definizione delle condizioni economiche per l'accesso alla capacità trasmissiva, non essendo sufficiente fare riferimento a generici criteri di equità, trasparenza e non discriminazione.
"Infine - ha concluso Rossignoli - anche la previsione di una gestione coordinata della capacità trasmissiva appare al di fuori di ogni previsione normativa."