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Scambio di battute Sky-Auditel: posizioni opposte

Scambio di lampi e ciel sereno tra due protagonisti dello scenario mediatico italiano. Parliamo di Auditel e Sky, che nella giornata di ieri hanno dato vita a un dibattito 'a distanza' a colpi di dichiarazioni e comunicati stampa. Temi del confronto, inaffidabilità dei dati e dubbi sulla governance dell'istituto di rilevazione.

Scambio di lampi e ciel sereno tra due protagonisti dello scenario mediatico italiano. Parliamo di Auditel (Nella foto il direttore generale Walter Pancini) e Sky, le cui posizioni, negli ultimi tempi, sembravano piuttosto allineate, o almeno tendenti all'allineamento, salvo scoprirsi, ieri (16 novembre), pronte ad uno scontro frontale. La questione della rilevazione degli ascolti, si sa, è un vulcano quiescente, ma attivo, ed ogni tanto dà qualche scossa.

Andiamo per ordine. La scintilla che ha scatenato la reazione a catena sono state le dichiarazioni del colosso satellitare rilasciate in occasione del simposio romano 'Tv on the mov' dedicato al mercato televisivo e alle sue costanti evoluzioni. In apertura dei lavori il gruppo di Rupert Murdoch ha dichiarato, secondo quanto riportato dalle agenzie, che "Finchè i dati di ascolto non saranno chiari e trasparenti Sky non entrerà nella proprietà della società di rilevazione degli ascolti, e anzi avanza anche dubbi sulla governance, la cui struttura appare in contrasto con le linee guida internazionali per una corretta gestione delle analisi d'ascolto. E denuncia una forma di conflitto interesse che sarebbe bene superare''. Sky ha inoltre sottolineato ''come appaia particolarmente ironico affrontare questo tema in Italia, dove il sistema di rilevazione degli ascolti è talmente arretrato da non consentire, ad oggi, la produzione di dati affidabili sull'audience della televisione digitale''.

''Basta pensare - ha aggiunto Sky - che il panel utilizzato da Auditel per la rilevazione degli ascolti televisivi è costruito fondamentalmente in funzione della televisione analogica tradizionale, e che qualsiasi dato relativo a trasmissioni digitali (satellitari, terrestri o attraverso altre piattaforme) è soltanto un derivato di questo panel e non un obiettivo specifico della ricerca. Questa scelta appare decisamente in contrasto sia con lo sviluppo della televisione digitale in Italia che con le principali best practices internazionali nel settore. Nonostante una presenza ormai consolidata della pay tv in Italia non è possibile, a tutt'oggi, avere dati certi relativi agli ascolti di centinaia di canali digitali ricevuti attraverso le varie piattaforme e seguiti ogni giorno da milioni di famiglie, contrariamente a quanto avviene in tutti i principali mercati televisivi europei''.

Sky ha inoltre spiegato che questo si evince anche da quanto affermato dalla stessa Auditel, che nelle note informative metodologiche relative al 2006 trasmesse all'Agcom e disponibili sul sito della stessa Autorità per le Garanzie sulle Comunicazioni, ha scritto di non essere in grado di indicare l'entità del margine d'errore delle stime d'ascolto ottenuto con il panel Auditel, specificando che ''essendo estremamente ampia la gamma di combinazioni di canali, fasce temporali e target di analisi che possono essere prodotte con i dati Auditel, è corrispondentemente elevato il margine di errore delle stime che possono essere prodotte'' e sottolineando che ''l'errore cresce al diminuire della percentuale di famiglie che possono ricevere il segnale dell'emittente''.

''Tale condizione, propria degli operatori che utilizzano tecnologie di trasmissione diverse dalla tv analogica – ha aggiunto Sky - impedisce di ottenere dati certi, chiari e trasparenti sull'ascolto delle emittenti televisive digitali. In seguito ad alcuni recenti annunci fatti dal management di Auditel in merito all'ingresso di Sky nella proprietà della società, si precisa che tale ingresso potrà avvenire solo quando Auditel garantirà quegli elementi di trasparenza del processo e di accuratezza nella rilevazione dei dati che abbiamo chiesto ormai da tempo: solo nel momento in cui si saranno verificate tali condizioni saremo disponibili a discutere un eventuale ingresso nel capitale sociale di Auditel''.

Infine la tv satellitare coglie ''l'occasione per avanzare un dubbio relativo proprio alla governance di Auditel la cui struttura appare in contrasto con le linee guida internazionali per una corretta gestione delle analisi d'ascolto: chiediamo al mercato soprattutto se sia corretto che i controllati siano anche i controllori. La quota di maggioranza della proprietà di Auditel è da sempre nelle mani delle aziende televisive, le stesse aziende la cui performance è misurata proprio dalla ricerca di Auditel. Questa impostazione porta naturalmente con se il sospetto di un costante conflitto di interesse che sarebbe bene superare, a tutto vantaggio della trasparenza e a tutela degli investimenti pubblicitari delle aziende''.

La replica, da parte della società di rilevazione degli ascolti è stata pronta, sia via comunicato che attraverso le parole del direttore generale Walter Pancini, il quale, secondo quanto riportato dalle agenzie, ha dichiarato che Auditel ha ''aperto le porte a Sky, la quale ovviamente è libera di entrare o meno'', ha rivendicato che il suo ''modus operandi è in linea con l'Europa, sia in termini di governance che di metodologia'' e ha ricordato che ''una pronuncia della Corte d'Appello di Milano impedisce la diffusione dei dati dei singoli canali satellitari, ma il dato aggregato testimonia uno stato di salute che consente da tempo a Sky di avere buona stampa''.

''La Corte d'Appello di Milano - ha continuato Pancini - ha congelato i dati delle singole emittenti satellitari fino a una chiara pronuncia dell' Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni'', che intanto ha varato le linee guida per una riforma dell'Auditel, attesa a breve sul tavolo del Consiglio per l'approvazione definitiva. ''Ma è sotto gli occhi di tutti che il dato aggregato, relativo alle 'altre satellitari' nel loro insieme, premi ampiamente il settore: basti pensare che, nella seconda settimana del novembre 2004, il 'peso' del satellite era del 4.73%, esattamente un anno dopo era salito al 5.30%, quest'anno, nella seconda settimana di novembre, è del 7.22%. In pratica, c'è stato un incremento del 52% in tre anni e quest'anno, rispetto al 2005, del 36%. Uno stato di salute che la stampa ampiamente riconosce e che non è negato nei dati prodotti da Auditel''.

Quanto alla governance, ''Abbiamo adempiuto agli impegni presi con l'Authority - ha affermato il direttore generale di Auditel - di modificare lo statuto entro fine anno, cosa che stiamo già facendo e che è testimoniata da delibere ufficiali del cda, allargando la base societaria e offrendo a Sky un ingresso pari al 3%. Ovviamente loro sono liberissimi di entrare o meno, ma intanto noi abbiamo aperto le porte, a testimoniare quanto meno la nostra buona volontà: e parlo di un ingresso a condizioni favorevoli, anche dal punto di vista economico''.

Attualmente la proprietà di Auditel è così divisa: il 33% ai rappresentanti delle imprese di comunicazione, il 33% alla Rai, il 33% alle emittenti private (20.22% Rti, 6.45% Mediaset, 3.33% La7 e 3% Frt), l'1% alla Fieg.

Pancini non esita inoltre a definirsi ''stupito'' dalle osservazioni critiche di Sky contro un sistema arretrato di rilevazione che contrasterebbe con le linee guida internazionali: ''Il nostro modus operandi - ha replicato - è lo stesso e le linee guida sono rispettate anche dal punto di vista della metodologia. Il nostro Service Information è lo stesso usato nel Regno Unito. Preleviamo le informazioni direttamente dai decoder degli abbonati Sky. E allo stato attuale non ci sono preoccupanti differenze tra il loro dato ufficiale degli abbonati e le nostre stime''.

Per quanto riguarda le note informative trasmesse da Auditel all'Agcom e pubblicate sul sito dell'Autorita': ''Quella dissertazione è la prova della serietà e del senso di responsabilità dei nostri statistici: è lodevole che Auditel - ha sottolineato Pancini - su un sito ufficiale, descriva quanto sia complesso il calcolo degli errori di stima. Insomma, si tratta di una polemica priva di sostanza e che non capisco. E se c'erano dei dubbi, la sede corretta per affrontarli era il comitato tecnico'', in cui Sky è già presente e nel quale ''la collaborazione è proficua''.

Dello steso tono, i contenuti delle note stampa diffuse dalla società nel tardo pomeriggio di ieri, firmate dal presidente Giulio Malgara. ''La dichiarazione di Sky Italia, diffusa oggi, giunge come un fulmine a ciel sereno. Sono inaccettabili le accuse di poca trasparenza dei dati, di arretratezza del sistema e di conflitto di interessi, nel momento in cui Auditel, aderendo alla richiesta della stessa Sky e pienamente rispettando le linee di indirizzo dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, accoglie come socio Sky, già presente dal 2003 nel nostro comitato tecnico, con un validissimo contributo''.

''Auditel - sottolinea Malgara - è pienamente consapevole dell'importanza che i dati di audience rivestono per la pianificazione degli investimenti pubblicitari in televisione dell'industria operante in Italia. Perciò dal 1984, attraverso una costante innovazione tecnologica e un affinamento della metodologia, ha presidiato responsabilmente quest'area strategica, in modo autorevole e imparziale, producendo dati certi, chiari e trasparenti''. Inoltre ''la governance di Auditel e le sue scelte tecniche, al contrario di quanto dichiarato da Sky - continua Malgara - sono in linea con le più avanzate linee guida internazionali''.

''Il consiglio di amministrazione di Auditel, mentre si conferma, aperto, nei fatti, all'allargamento della base societaria alle piu' significative espressioni della televisione - conclude la nota - non può accettare critiche che appaiono distruttive nel tono e nel merito proprio nel momento in cui un intelligente lavoro di costruzione stava dando i suoi frutti positivi nell'interesse di tutti''.

Non è mancato, infine, un ulteriore intervento della piattaforma satellitare, in diretta risposta a quanto 'affermato' da Auditel. ''Nessuno nega che in alcune società di rilevazione degli ascolti possano essere presenti gli stessi media rilevati - sostiene Sky - . Ma è assolutamente anomalo che, come accade all'interno di Auditel, la quota di controllo della società sia di fatto in mano a due soli operatori, che raggiungono oltre il 60% delle azioni. Altrettanto anomalo è che da vent'anni, tale società sia guidata dallo stesso management, con un presidente 'a vita' il cui mandato viene rinnovato senza soluzione di continuita' ''.

Per questo Sky trova ''Pretestuoso paragonare la governance di Auditel a quella di altre società europee di rilevazione degli ascolti, nelle quali tutti gli operatori controllati partecipano con quote paritetiche (come in Francia) o comunque equilibrate e proporzionate, in rappresentanza di tutti i soggetti del mercato (come in Uk). Il fatto che la diffusione dei dati dei singoli canali satellitari sia di fatto impedita dalla sentenza della Corte d'Appello di Milano non può inoltre essere invocato come una scusa: le motivazioni di tale sentenza indicano chiaramente l'inaffidabilità di tali dati, di cui Auditel è evidentemente responsabile. Altrettanto anomalo, infine, è che la stessa Auditel sottolinei il sostanziale raddoppio degli ascolti attribuiti a Sky negli ultimi tre anni: questo dato contrasta con l'incremento degli abbonati alla pay tv, che di certo non sono raddoppiati nel periodo in esame''.

Questo è quanto, almeno fino a ieri. Attesi, oggi, possibili interventi di Mediaset e Rai, chiamati direttamente in causa, o delle stesse Sky e Auditel che, forse, hanno ancora qualcosa da dirsi.