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Media

Varato il ddl Gentiloni: 'Sic' abolito e tetto del 45% per la pubblicità

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge presentato dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni per disciplinare il settore televisivo nella fase di transizione al digitale terrestre. Riviste le soglie antitrust, sotto esame Auditel, una rete Rai e una Mediaset sul dtt entro il 2009.

Ci siamo. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge presentato dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni per disciplinare il settore televisivo nella fase di transizione al digitale terrestre. Il provvedimento, in pratica una riforma della legge Gasparri , è stata approvata da Palazzo Chigi all'unanimità ma con delle modifiche rispetto al testo originale.

Cambia il mercato della pubblicità. Gentiloni: "L'obiettivo è redistribuire risorse pubblicitarie e frequenze"

In una conferenza stampa convocata subito dopo il consiglio dei ministri, Gentiloni ha esposto i punti salienti della nuova normativa. La riforma interviene sulla redistribuzione della raccolta pubblicitaria, aggiustando lo squilibrio al momento esistente a favore della tv. "Si stabilisce posizioni dominanti per i soggetti che superano la soglia del 45% delle risorse" ha spiegato Gentiloni. Allo stesso tempo con la nuova normativa scompare una delle novità più contestate della Gasparri, ovvero l'istituzione del Sic, il 'sistema di comunicazione integrato' che diluiva i limiti per la concentrazione della raccolta pubblicitaria considerandoli in relazione ad un unico bacino nel quale confluivano anche satellitare e digitale terrestre. "Le tv - ha aggiunto il ministro - non diventano poi oggetto di multe e sanzioni, ma a loro si applica la misura di riduzione dell'affollamento orario della pubblicità dal 18 al 16% . Obiettivo di questa misura al posto delle multe, è che ha un evidentissimo effetto redistributivo, un obiettivo virtuoso". Il primo obiettivo di questa legge sottolineato Gentiloni "è aprire il mercato delle risorse pubblicitarie e delle frequenze".

Una rete Rai e una Mediaset sul digitale entro il 2009

Il ddl, ha chiarito ancora il ministro, prevede il trasferimento di una rete analogica sul digitale entro il 2009 per Rai e Mediaset (ovvero entro 15 mesi dopo l'approvazione della legge), prima del trasferimento totale di tutte le reti sul digitale entro il 2012. "E' una misura che incentiva una migrazione, non una misura punitiva", ha precisato. "Con la migrazione anticipata di una rete Rai e Mediaset sul digitale terrestre si libereranno quantità significativamente importanti di frequenze" ha poi precisato il ministro annunciando che "verrà stabilito un dovere di vendita da parte di chi le possiede, in base a criteri fissati dall'Autorità per le Comunicazioni: non saranno dunque restituite allo Stato perché sarebbe discutibile che lo Stato introducesse nel 2001 un principio per poi negarlo qualche anno dopo". Quanto invece alle frequenze usate di fatto, "queste saranno restituite allo Stato - ha detto ancora Gentiloni - e verranno messe a gara. In questo modo l'Italia, caratterizzata finora dalla completa occupazione dello spettro, inizierà ad assomigliare a un paese normale dal punto di vista delle frequenze tv".

L'Auditel cambia

La riforma introduce inoltre una serie di norme che rafforzano le garanzie pubbliche nel sistema della rilevazione degli indici d'ascolto. In particolare le norme, ha spiegato Gentiloni, interverranno in particolare nei casi in cui i responsabili della rilevazione degli ascolti siano società partecipate a loro volta da società oggetto della rilevazione stessa. 

La questione Rai

"Nelle prossime settimane - ha annunciato il ministro - presenterò le linee guida di un progetto di legge sul futuro del sistema televisivo pubblico della Rai. E' necessario un provvedimento ad hoc, perché su un argomento come la Rai occorre un confronto pubblico".

Le caratteristiche del disegno di legge e le dichiarazioni del Ministro Gentiloni hanno inevitabilmente alzato un polverone di dichiarazioni, anch'esse riportate dalle agenzie di stampa.

Berlusconi: "Un atto di banditismo"

Durissimo il commento pronunciato da Silvio Berlusconi qualche minuto prima della deliberazione del governo. "Non ci credo - ha detto l'ex premier parlando a Campobasso per la campagna elettorale regionale -  sarebbe un atto di banditismo e non sarebbe più una democrazia quel Paese in cui una parte politica andasse al governo e intendesse colpire l'avversario attraverso le sue aziende e le sue proprietà private".

Altrettanto duro il comunicato di Mediaset: "Per anni sono state criticate leggi definite 'ad personam' -si legge in una nota divulgata nel pomeriggio - oggi il governo ne ha presentata una 'contro un'azienda che appare tagliata su misura come vendetta politica". "Si tratta di un disegno senza respiro di sviluppo - continua il comunicato di Cologno Monzese - basato su interventi contingenti che appaiono ispirati da una prospettiva retrograda. E tutto questo è ancora più nocivo in una fase di mercato in cui i media mondiali sono scossi da un profondo e repentino cambiamento".

Alle accuse di Berlusconi Gentiloni ha replicato: «Berlusconi parla di banditismo? Noi ci aspettiamo che ci sia un approfondito confronto in Parlamento perché si tratta un testo di apertura ed equilibrato».

Sitcom: "Finalmente dalle parole ai fatti"

"Pur non conoscendo il testo integrale del DDL presentato oggi dal Ministro Gentiloni in Consiglio dei Ministri, va riconosciuto al Ministro e al Governo di essere finalmente passati dalle chiacchiere ai fatti, ovvero ad atti concreti di tutela del mercato - dichiara Valter La Tona, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Sitcom - Mi auguro che gli interventi relativi a risorse tecnologiche (frequenze e canali), limiti antitrust di mercato (Sic), raccolta pubblicitaria e, non da ultimo, governance, correttezza e trasparenza del 'mondo Auditel', siano tali da garantire vere pari opportunità di impresa per tutti (anche se, ovviamente, con delle diverse articolazioni di dimensioni e ruoli) e possano offrire concrete possibilità di accesso e crescita nel mercato televisivo anche a soggetti nuovi e/o indipendenti."

Aeranti-Corallo: "Auspicabile un rafforzamento dell'intervento normativo verso il riequilibrio delle risorse pubblicitarie"

"Con riferimento al disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri sulla nuova disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale, l'avvocato Marco Rossignoli , coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: 'Aeranti-Corallo valuta positivamente i principi espressi dal disegno di legge. Lo stesso, infatti, aspira a rendere il mercato televisivo più aperto, svincolandolo dal duopolio e favorendo il pluralismo, in particolare attraverso nuovi limiti alla raccolta pubblicitaria e a nuovi principi in materia di rilevazione degli indici di ascolto. Da tempo - ha proseguito Rossignoli - Aeranti-Corallo evidenzia che il settore necessita di interventi normativi finalizzati al riequilibrio delle risorse pubblicitarie, allo scopo di permettere alle imprese televisive locali di competere effettivamente sul mercato e investire nelle nuove tecnologie. E' quindi auspicabile – ha aggiunto Rossignoli - che nell'ambito del dibattito parlamentare sul disegno di legge venga ulteriormente rafforzato l'intervento normativo in tale senso, anche attraverso la previsione, tra l'altro, della possibilità di trasmettere televendite solo da parte delle televisioni locali. In tema di indici di ascolto, il disegno di legge rafforza l'orientamento recentemente assunto dalla Autorità per le garanzie nella comunicazioni, prevedendo anche meccanismi sanzionatori a tutela del rispetto delle nuove norme'.

'E' quindi auspicabile - ha concluso Rossignoli – che le indagini di ascolto possano essere attuate da parte di società partecipate effettivamente da tutti gli operatori del settore e che adottino metodologie di rilevazione che tengano dettagliatamente conto delle specificità dell'emittenza locale."

Roberto Calderoli: ''Ennesima prova di regime"

La riforma del sistema radio-televisivo, presentata oggi in Consiglio dei Ministri per modificare la legge Gasparri, rappresenta l'ennesima prova di regime di una maggioranza che vuole togliere voce all'opposizione, ricorrendo ai soliti metodi leninisti, degni del regime di Pyongyang''. Lo afferma Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. ''Questa riforma - prosegue - è un attacco all'informazione e quindi alla vita democratica del Paese anche se, avendo come bersaglio in primis Berlusconi, questa riforma paradossalmente serve soltanto a chiarire, anche ai più duri di orecchi, se ancora ce ne fosse bisogno, che il leader della Casa delle Libertà è Berlusconi. Questa riforma del sistema radio-televisivo rappresenta, inoltre, lo strumento che viene utilizzato come matterello per cercare di ricattare e ammorbidire l'opposizione, nelle Aule e nelle piazze, viste le evidenti difficoltà che la maggioranza ha sulla Finanziaria. Niente ricatti e niente sconti, comunque: al Senato - conclude - li aspettano le forche caudine e con questa Finanziaria non ne usciranno nemmeno con l'onore delle armi''.

Antonio di Pietro: "Orgoglioso dell'unanimità"

"Sono orgoglioso che il Consiglio dei ministri, anche accogliendo mie proposte emendative, abbia raggiunto l'unanimità". Lo ha affermato il Ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro, uscendo dalla riunione del governo. Le proposte emendative proposte da Di Pietro e accolte dal Cdm riguardano «l'auditel, la vendita in blocco delle frequenze, la vendita delle due reti da parte di Rai e Mediset, l'obbligo per le due aziende di fare un piano entro 90 giorni per riconsegnare allo stato le due reti o rivenderle e non sine die com'era previsto prima».

Enrico Letta (sottosegretario alla Presidenza): "Il testo migliorerà il sistema"

''Si tratta di un testo molto equilibrato che permetterà al Parlamento di discutere e fare una buona riforma: Sono certo che sarà capace di migliorare l'insieme del sistema''. Questo il commento al disegno di legge del sottosegretario alla Presidenza, Enrico Letta.

Vannino Chiti (ministro per i Rapporti con il Parlamento): "Provvedimento nè punitivo nè vendicativo''

''E' un provvedimento coerente con il programma dell' Unione, serio ed equilibrato di liberalizzazioni, nè punitivo nè vendicativo''. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, commentando al termine del Consiglio dei ministri, l'approvazione, che ha sottolineato essere stata ''all' unanimita''', del ddl Gentiloni. A chi gli chiedeva se il provvedimento partirà dalla Camera o dal Senato, Chiti ha replicato che questa è una valutazione che si deve ancora fare ''anche in base agli impegni delle due Camere''.