Premi
Palomba (Community): "Per la prima volta al fianco di Best Brands, osservatorio di qualità per comprendere come le aziende si strutturano per le sfide del futuro e per dialogare con i giovani. Il caso Ferragni insegna che servono agenzie specializzate"
Nel percorso di avvicinamento alle serata di premiazione dei Best Brands 2024 il cui titolo della nona edizione è 'United Generations of Best Brands', la classifica internazionale indipendente sulle migliori marche quest'anno indaga con il suo report se sia possibile rispecchiare l’evoluzione generazionale senza perdere l’unicità e l’identità di marca.
L'iniziativa, che vedrà la sua celebrazione il prossimo 20 marzo presso gli studi Rai di via Mecenate a Milano, presentata lo scorso 10 gennaio presso la sede milanese di UPA, che patrocina l'iniziativa (leggi news), valuta quali sono le marche che nello scorso anno sono riuscite a fare breccia nella mente dei consumatori e nella loro scelte di acquisto.
Oggi il Presidente di ADC Group, Salvatore Sagone, realtà fondatrice dell'iniziativa assieme a GfK e Serviceplan Group, IGPDecaux, Rai Pubblicità, 24Ore System ha incontrato Auro Palomba CEO e Fondatore di Community, agenzia specializzata nella creazione, gestione e difesa della reputazione di imprese e istituzioni finanziarie, oggi parte di Excellera Advisory Group, che si unisce ai sostenitori della classifica.
Partendo dalle novità presenti nell'edizione 2024 di Best Brand, ovvero la presenza delle nuove categorie quali Best Service Brand, che premia i migliori brand di servizi; “Best Momentum Brand” dedicata alle marche che presidiano maggiormente i temi che riguardano il prossimo futuro; e “Best Generation Brand” che elegge le marche più capaci di parlare a tutte le generazioni, Auro Palomba racconta i motivi che hanno spinto la realtà da lui guidata ad entrare nella famiglia di Best Brands.
“Abbiamo sempre frequentato con grande interesse il premio da spettatori. Un riconoscimento di alto livello con protagonisti apicali di ogni settore. Notiamo che sempre più negli ultimi anni si è assottigliata la differenza tra comunicazione corporate, di prodotto e di brand. Per noi Best Brands rappresenta un interessantissimo laboratorio, anche per comprendere meglio le diverse dinamiche che compongono la classifica/premio, per evolverci e poter offrire la miglior qualità di servizi e capacità ai nostri clienti. Inoltre le categorie Best Momentum e Best Growth parlano di ascolto, aspetto rilevante dal nostro punto di vista; e raccontano anche di come le aziende si stanno attrezzando al meglio per le sfide del futuro, anticipandole.”
Tema centrale della decima edizione del premio è l'intergenerazionalità, a sottolineare lo scambio in essere nella società tra brand e giovani, influencer e creator, dove i giovani stessi sembrano essere sempre più protagonisti nelle scelte di consumo: come le aziende si conformano per intercettarli e dialogare con loro? I social network si impongono.
“I numeri dicono che in tutto il mondo la comunicazione viaggia attraverso i social media e gli influencer. In Italia siamo un po' in ritardo, ma se si vuole comunicare con le persone al di sotto dei quarant'anni bisogna presidiare i social network” afferma Palomba.
Auro Palomba è anche l'attuale risk manager di Chiara Ferragni, la quale si è affidata a Community dopo la vicenda del Pandoro Balocco. Una domanda sull'attuale panorama e sull'evolversi della situazione era immancabile. Qual è l'elemento che caratterizza di più l'attuale scenario? “Fin dal principio abbiamo notato una percezione della vicenda diffusa dai media completamente diversa dalla realtà: le persone comuni capivano benissimo che era ed è in essere un attacco mediatico verso l'influencer, che non corrisponde alla realtà delle cose, di cui esistono molti e facili riscontri, anche fisici, reali, come la gente che per strada la fermano abbracciandola con parole di sostegno e fiducia.
Una dinamica non nuova, anche prevedibile, e in parte motivata dallo spirito del tempo, dove i media tradizionali vivono la presenza degli influencer anche come “antagonisti”, che minano alla loro raccolta pubblicitaria. Ma non c'è alternativa a questo: dovranno essere gli altri media, i 'vecchi media' a conformarsi e trasformarsi secondo le esigenze e i canali frequentati dagli utenti.
La forza del brand Ferragni è dimostrato anche oggi, basti vedere l'accadimento di un paio di settimane fa dove Chiara, andando a viversi una vacanza presso un albergo in Val d'Aosta da ospite pagante, realizzando dei contenuti, ha determinato una crescita dei follower della struttura di 40mila unità e il tutto esaurito per i prossimi mesi. Eppure i media “tradizionali” hanno diffuso solo i commenti degli haters legati alla vicenda, mentre la 'maggioranza silenziosa' la pensa in altro modo, ma non trova rappresentazione.”
Ma come cambierà il mondo dei social media nel futuro? “A mio modo di vedere si tornerà ad una comunicazione unidirezionale o bidirezionale, come nella tv classica, all'interno di comunità chiuse, proprio per evitare la presenza di individui che si scagliano su chiunque a prescindere dai contenuti, senza motivi fondati, i cosiddetti 'leoni da tastiera', che impersonificano le dinamiche delle vecchie 'chiacchiere da bar' ma con la possibilità di dire la loro con una facilità e una risonanza imparagonabili rispetto all'epoca pre digitale, frasi che possono anche essere strumentalizzate.”
Non a caso, sottolinea l'esperto, sta emergendo una tendenza dove molte personalità importanti (manager, imprenditori) si allontanano dai social media classici per evitare tali problematicità.
“Sono convinto che alla fine le persone e gli utenti si stancheranno di vivere tali dinamiche insolenti. Probabilmente si modificheranno anche i meccanicismi che governano le piattaforme e le interazioni tra fruitori, perché un conto è la presenza del contraddittorio, altro aspetto è l'insulto gratuito da parte di chiunque: un'azione che guasta la qualità della comunicazione di tutti.
Altro spetto interessante della vicenda di Chiara – continua Palomba – risiede nell'aver fatto capire, a tutti gli attori del settore che si avvalgono di influencer, della necessità di gestire la comunicazione sui social attrezzandosi di strutture e professionisti specializzati, come accade in tutti i media, perché gli influencer sono diventati dei veri e propri media, e quindi incontrano e vivono le classiche dinamiche della comunicazione, codificata e normata per come la conosciamo, e che curiosamente ha fatto anche unire attori di lungo corso, come me ad esempio, ai giovani.”