Premi
Gitto: "Dobbiamo avere rispetto per noi stessi e per quello che facciamo"
Come già spiegato ai nostri microfoni, il presidente degli Adci Awards racconta sul blog del Club le motivazioni che l’hanno convinto ad accettare questa responsabilità e i suoi criteri di valutazione, a pochi giorni dalla riunione delle giurie che sabato 14 aprile, presso Milano Studio, assegneranno gli ambiti riconoscimenti.
Dopo l'ampio spazio dedicato nelle scorse settimane, sul blog dell'Art Directors Club Italiano, alla presentazione dei 9 professionisti che sabato 14 aprile presso
Milano Studio presiederanno le giurie degli Adci Awards, è ora la volta di Vicky Gitto, Presidente di questa edizione degli ambiti premi, già intervenuto ai nostri microfoni per spiegare il suo approccio all'importante incarico.
Guarda l'intervista video.
Ecco come Vicky Gitto racconta sul Blog dell'Art Directors Club le motivazioni che l’hanno convinto ad accettare questa responsabilità e i suoi criteri di valutazione:
"A proposito di “storytelling”, all’inizio di dicembre ricevo un sms da Massimo Guastini che chiede di potermi incontrare velocemente per parlarmi di una cosa. Dopodiché le giornate continuavano a passare, Natale ad avvicinarsi e una volta per impegni miei, una volta suoi, non siamo più riusciti a vederci.
Fin quando il 23 dicembre prima di chiudere per le feste, arrivo al mattino al bar dell’agenzia e trovo Massimo, trafelato per la corsa che aveva fatto sotto l’acqua, ad aspettarmi. Mi sono detto: porca miseria, allora deve essere una cosa seria! Dopo il caffè, saliamo nel mio ufficio e con un sorriso compiaciuto mi dice: “Vicky, vorremmo che quest’anno fossi tu il presidente delle giurie!” Ovviamente se sono qui a scrivere è perché ho accettato.
Chi vive di passione per questo lavoro non può rifiutare un simile invito ma per quanto mi riguarda, sarebbe bastato quell’insolito gesto a convincermi. Forse questa è una di quelle storie che non si sentono più, anzi puzza anche un po’ di vecchio e non sposterebbe di un punto percentuale l’engagement su nessuna marca, ma a mio parere ci fa bene, perché racconta qualcosa di semplice, di vero, di educato, in un mondo in cui troppo spesso tutto viene affogato tra le brutte parole dettate dal vuoto più assordante. Quindi grazie a Massimo e a tutti i soci del club.
Tornando all’operatività, le indicazioni che darò per giudicare i lavori sono:
Idea: forza creativa dell’idea e innovazione nell’approccio al brief.
Rilevanza: impatto che l’idea ha avuto sul mercato di riferimento, sia da un punto di vista creativo sia in termini di ritorno, quando misurabile.
Esecuzione: valutare la qualità esecutiva da tutti i punti di vista, ovviamente con maggiore attenzione a questi aspetti nelle categorie dedicate al crafting.
Chiederò poi di fare grande attenzione a riconoscere i lavori che abbiano un grande valore creativo seppur con linguaggi molto rilevanti nel nostro paese e quindi difficilmente esportabili nei principali awards internazionali.
Infine inviterò tutti i presidenti e i giurati delle varie categorie ad un grande rispetto di tutti i lavori che si andranno a votare. Se qualcuno avesse un dubbio in merito ad un lavoro, si apriranno discussioni solo se i dubbi saranno supportati da argomentazioni riscontrabili e prove concrete. Fare un bel lavoro è molto difficile, buttarlo via con superficialità è troppo facile. Se pretendiamo rispetto dagli altri, dobbiamo essere i primi ad averne per noi stessi e per quello che facciamo."
Milano Studio presiederanno le giurie degli Adci Awards, è ora la volta di Vicky Gitto, Presidente di questa edizione degli ambiti premi, già intervenuto ai nostri microfoni per spiegare il suo approccio all'importante incarico.Ecco come Vicky Gitto racconta sul Blog dell'Art Directors Club le motivazioni che l’hanno convinto ad accettare questa responsabilità e i suoi criteri di valutazione:
"A proposito di “storytelling”, all’inizio di dicembre ricevo un sms da Massimo Guastini che chiede di potermi incontrare velocemente per parlarmi di una cosa. Dopodiché le giornate continuavano a passare, Natale ad avvicinarsi e una volta per impegni miei, una volta suoi, non siamo più riusciti a vederci.
Fin quando il 23 dicembre prima di chiudere per le feste, arrivo al mattino al bar dell’agenzia e trovo Massimo, trafelato per la corsa che aveva fatto sotto l’acqua, ad aspettarmi. Mi sono detto: porca miseria, allora deve essere una cosa seria! Dopo il caffè, saliamo nel mio ufficio e con un sorriso compiaciuto mi dice: “Vicky, vorremmo che quest’anno fossi tu il presidente delle giurie!” Ovviamente se sono qui a scrivere è perché ho accettato. Chi vive di passione per questo lavoro non può rifiutare un simile invito ma per quanto mi riguarda, sarebbe bastato quell’insolito gesto a convincermi. Forse questa è una di quelle storie che non si sentono più, anzi puzza anche un po’ di vecchio e non sposterebbe di un punto percentuale l’engagement su nessuna marca, ma a mio parere ci fa bene, perché racconta qualcosa di semplice, di vero, di educato, in un mondo in cui troppo spesso tutto viene affogato tra le brutte parole dettate dal vuoto più assordante. Quindi grazie a Massimo e a tutti i soci del club.
Tornando all’operatività, le indicazioni che darò per giudicare i lavori sono:
Idea: forza creativa dell’idea e innovazione nell’approccio al brief.
Rilevanza: impatto che l’idea ha avuto sul mercato di riferimento, sia da un punto di vista creativo sia in termini di ritorno, quando misurabile.
Esecuzione: valutare la qualità esecutiva da tutti i punti di vista, ovviamente con maggiore attenzione a questi aspetti nelle categorie dedicate al crafting.
Chiederò poi di fare grande attenzione a riconoscere i lavori che abbiano un grande valore creativo seppur con linguaggi molto rilevanti nel nostro paese e quindi difficilmente esportabili nei principali awards internazionali.
Infine inviterò tutti i presidenti e i giurati delle varie categorie ad un grande rispetto di tutti i lavori che si andranno a votare. Se qualcuno avesse un dubbio in merito ad un lavoro, si apriranno discussioni solo se i dubbi saranno supportati da argomentazioni riscontrabili e prove concrete. Fare un bel lavoro è molto difficile, buttarlo via con superficialità è troppo facile. Se pretendiamo rispetto dagli altri, dobbiamo essere i primi ad averne per noi stessi e per quello che facciamo."

