Premi
Vincitori NC Digital Awards. Bin Jip, bricolage 2.0
Il premio speciale Best Digital Production Company va alla casa di produzione Bin Jip (Casta Diva Group). Qualità, problem solving, story-telling, flessibilità, etica e ‘no frills’ alcune delle sue parole chiave. Tra i lavori della Cdp, in evidenza il progetto ‘Bricolage Mon Amour’, una serie web innovativa che, con leggerezza, porta sugli schermi la facilità dell’essere creativi con Leroy Merlin. Pubblichiamo l’intervista uscita sulla rivista NC Nuova Comunicazione.
È Bin Jip, casa di produzione che fa parte del Casta Diva Group, a conquistare, nell’ambito degli NC Digital Awards 2012, il premio speciale Best Digital Production Company, riconoscimento assegnato alla Cdp che ha realizzato i video ritenuti più efficaci dal punto di vista creativo e produttivo. “Siamo forse l’unica casa di produzione in Italia - spiega Fabrizio De Giuseppe (in foto), direttore creativo Bin Jip - che nasce da produttori ‘creativity oriented’ e creativi ‘production oriented’, che hanno fatto la gavetta creando branded content per le migliori web tv. Nel nostro Dna c'è la produzione video, ma il nostro lavoro va oltre: quello facciamo è creare contenuti con una forte componente di story-telling per le social media strategies, tarati sulle necessità di comunicazione dei singoli clienti. Il valore più importante, per noi, è la libertà creativa che ci dà la possibilità di proporre idee spendibili su tutti media, senza sottostare alle regole della comunicazione convenzionale, con curiosità ma con la concretezza dell'esperienza, mirando soprattutto alla qualità e all'innovazione. L'altro valore che teniamo grande in considerazione è lo sviluppo delle relazioni umane, a partire del nostro gruppo di lavoro, composto da professionisti altamente specializzati”.
Guarda il video
Secondo quali metodi e con quale stile di lavoro realizzate i vostri progetti digitali?
Analizziamo a fondo sia il brand sia il prodotto, e come essi vengono percepiti ‘socialmente’, raccogliendo stimoli diversi, spesso coinvolgendo in fase creativa persone non esperte di comunicazione, per ricevere una ‘visione’ vicina a quella degli utenti. Cerchiamo infatti di offrire una comunicazione più ‘umana’, necessaria per un consumatore consapevole che vuole sentirsi partecipe delle scelte del brand e che sa esattamente cosa vuole. Avendo la possibilità di poter sviluppare da zero i format e i contenuti, e avendo un'ampia conoscenza dei mezzi produttivi, riusciamo ad avere un alto rendimento sul budget di produzione.
Può citare gli elementi chiave e più innovativi del progetto 'Bricolage Mon Amour' premiato agli NC Digital Awards 2012?
Abbiamo realizzato un format adatto a tutte le piattaforme web (siti internet, social network, YouTube, app Leroy Merlin, ndr), leggero e non didascalico, adatto al pubblico dei bricoleurs. La narrazione necessaria all'engagement dell'utente è stata ottenuta attraverso la serialità, il racconto di un personaggio ed elementi di vita vissuta funzionali al meccanismo d'identificazione. Punto di forza è stato la scelta del talent giusto, non un conduttore, ma una persona ‘vera’, una professionista del bricolage dotata di ottima capacità dialettica.
Un casting lungo e selettivo ci ha portati a scegliere Marina, una visual merchandiser con un passato da creativa pubblicitaria, perfetta per le nostre esigenze. I plus del format sono stati il filo diretto con l'utente attraverso la chat in cui Marina era a disposizione per consigli e suggerimenti, e una versione offline dei video all'interno dei negozi Leroy Merlin. La creazione di contenuti rappresentanti i valori della marca senza però adottare un tono promozionale, e facendo leva su elementi di intrattenimento e godibilità, sono tutti elementi che collocano appieno ‘Bricolage Mon Amour’ nell'universo del ‘branded entertainment’.
Qual è il valore aggiunto che vi ha permesso di vincere il premio Best Digital Production Company?
Aver creato un format che funziona molto bene, che informa e intrattiene, con un personaggio carismatico di cui gli utenti si fidano e al quale si sono affezionati. La curiosità e la predisposizione a sperimentare linguaggi nuovi e originali ci ha portati a utilizzare una forma innovativa nello stile e nella tecnica, realizzando contenuti piacevoli e funzionali all'esigenza comunicativa del cliente.
Che significato ha, per voi, questo riconoscimento?
Rappresenta una bella soddisfazione e il riconoscimento di una scelta non banale operata da noi qualche anno fa, orientata a un modello di business in cui creatività e produzione non solo convivono, ma anzi si valorizzano a vicenda in una realtà creativa ‘production oriented’, aperta all'esplorazione dell'universo digitale e all'innovazione. Ci piace sottolineare che, fino a poco tempo fa, questo approccio veniva guardato dagli attori della comunicazione con grande diffidenza.
Quali sono le principali tendenze che caratterizzeranno lo scenario digitale interattivo nei prossimi mesi?
Le aziende, per anni, hanno tentato di fare propri i contenuti creati ‘dal basso’, perché considerati più autentici rispetto a quelli ideati per i media tradizionali. Ciò ha spesso generato un sovraffollamento di contenuti mediocri, mentre gli utenti diventano sempre più esigenti in quanto a qualità e originalità, ma soprattutto avidi di story-telling, carente nella natura estremamente frammentata della fruizione via web.
Per il prossimo futuro, auspichiamo che, anche in Italia, come sta accadendo negli altri Paesi, avvenga una sorta di emancipazione, in termini di risorse e budget, della comunicazione ‘un-broadcast’, innalzando la qualità e l'efficacia dei messaggi.
Mario Garaffa
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Secondo quali metodi e con quale stile di lavoro realizzate i vostri progetti digitali?
Analizziamo a fondo sia il brand sia il prodotto, e come essi vengono percepiti ‘socialmente’, raccogliendo stimoli diversi, spesso coinvolgendo in fase creativa persone non esperte di comunicazione, per ricevere una ‘visione’ vicina a quella degli utenti. Cerchiamo infatti di offrire una comunicazione più ‘umana’, necessaria per un consumatore consapevole che vuole sentirsi partecipe delle scelte del brand e che sa esattamente cosa vuole. Avendo la possibilità di poter sviluppare da zero i format e i contenuti, e avendo un'ampia conoscenza dei mezzi produttivi, riusciamo ad avere un alto rendimento sul budget di produzione. Può citare gli elementi chiave e più innovativi del progetto 'Bricolage Mon Amour' premiato agli NC Digital Awards 2012?
Abbiamo realizzato un format adatto a tutte le piattaforme web (siti internet, social network, YouTube, app Leroy Merlin, ndr), leggero e non didascalico, adatto al pubblico dei bricoleurs. La narrazione necessaria all'engagement dell'utente è stata ottenuta attraverso la serialità, il racconto di un personaggio ed elementi di vita vissuta funzionali al meccanismo d'identificazione. Punto di forza è stato la scelta del talent giusto, non un conduttore, ma una persona ‘vera’, una professionista del bricolage dotata di ottima capacità dialettica.
Un casting lungo e selettivo ci ha portati a scegliere Marina, una visual merchandiser con un passato da creativa pubblicitaria, perfetta per le nostre esigenze. I plus del format sono stati il filo diretto con l'utente attraverso la chat in cui Marina era a disposizione per consigli e suggerimenti, e una versione offline dei video all'interno dei negozi Leroy Merlin. La creazione di contenuti rappresentanti i valori della marca senza però adottare un tono promozionale, e facendo leva su elementi di intrattenimento e godibilità, sono tutti elementi che collocano appieno ‘Bricolage Mon Amour’ nell'universo del ‘branded entertainment’.
Qual è il valore aggiunto che vi ha permesso di vincere il premio Best Digital Production Company?
Che significato ha, per voi, questo riconoscimento?
Rappresenta una bella soddisfazione e il riconoscimento di una scelta non banale operata da noi qualche anno fa, orientata a un modello di business in cui creatività e produzione non solo convivono, ma anzi si valorizzano a vicenda in una realtà creativa ‘production oriented’, aperta all'esplorazione dell'universo digitale e all'innovazione. Ci piace sottolineare che, fino a poco tempo fa, questo approccio veniva guardato dagli attori della comunicazione con grande diffidenza.
Quali sono le principali tendenze che caratterizzeranno lo scenario digitale interattivo nei prossimi mesi?
Le aziende, per anni, hanno tentato di fare propri i contenuti creati ‘dal basso’, perché considerati più autentici rispetto a quelli ideati per i media tradizionali. Ciò ha spesso generato un sovraffollamento di contenuti mediocri, mentre gli utenti diventano sempre più esigenti in quanto a qualità e originalità, ma soprattutto avidi di story-telling, carente nella natura estremamente frammentata della fruizione via web.
Per il prossimo futuro, auspichiamo che, anche in Italia, come sta accadendo negli altri Paesi, avvenga una sorta di emancipazione, in termini di risorse e budget, della comunicazione ‘un-broadcast’, innalzando la qualità e l'efficacia dei messaggi.
Mario Garaffa

