Poltrone
Il saluto di Franco Abruzzo dopo 18 anni da presidente dell'OdG
Dopo 18 anni, Franco Abruzzo lascia la presidenza
dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia di cui è
consigliere dal 1986. Continuerà a servire l'ente e i giornalisti lombardi
ancora per tre anni come unico consigliere d'opposizione. "Mi trovo in una
posizione duplice - ha dichiarato -: lascio la presidenza, dopo le elezioni di
maggio, ma continuerò a far parte del Consiglio. Il mio primo pensiero va ai
colleghi, a tutti i colleghi, amici e avversari, con uguale intensità. Mi hanno
consentito, con il consenso elettorale e il dissenso legittimo, di maturare una
esperienza unica sotto il profilo professionale, umano e sociale. Ho studiato in
maniera appassionata, e continuerò a farlo, i problemi della categoria, dando un
contributo, che, penso, resterà vivo.
Parimenti il mio pensiero va ai colleghi, che, con me, primo Brunello Tanzi (vicepresidente dell'Ogl dal 1965 al 2004), hanno condiviso lavoro e valori, battaglie e delusioni. Il mio pensiero, non ultimo, va ai nostri impiegati e collaboratori, che hanno lavorato in questi lunghi anni con dedizione e impegno. Come presidente dell'Ordine, ho avviato una intransigente battaglia a favore del rinnovamento della professione giornalistica e per il suo ancoraggio ai principi della deontologia, dell'indipendenza e della libertà di cronaca e di critica. Ho portato avanti il principio dell'aggancio della professione giornalistica all'Università e alle scuole riconosciute dall'Ordine. Ho indirizzato l'azione concreta dell'Ordine della Lombardia in direzione della puntuale applicazione dei canoni deontologici e del rispetto delle regole contrattuali nelle redazioni attraverso l'iscrizione nel Registro dei praticanti di quanti, esercitando la professione in "nero", vivono di giornalismo.
La difesa del principio costituzionale della tutela della dignità della persona rimane un altro pilastro dell'azione sviluppata negli anni della mia presidenza. Sul tema della commistione informazione-pubblicità la mia azione è stata particolarmente intensa. In questi anni sono comparsi davanti al Consiglio i direttori dei più importanti quotidiani nonché i direttori dei più importanti periodici. Conosciamo dove sta di casa l'uguaglianza giuridica dei cittadini di fronte alla legge e in particolare, per i giornalisti, davanti alla legge professionale nonché alla legalità deontologica. Non abbiamo fatto sconti a nessuno. Anche questo dato contribuisce a rendermi orgoglioso del lavoro fatto".