Ricerche
Ancora poco mobile per gli acquisti online. Ma in rete viaggiano commenti e condivisioni
I Prosumer Report di Havas Worldwide mettono in luce un consumatore è sempre più digitale: la tendenza è quella dell’integrazione fra shopping tradizionale e online. Si diffonde, inoltre, l’abitudine di condividere online le proprie brand experience e di affidarsi alle recensioni di altri utenti, specie presso gli italiani.
'Il Digital e il nuovo consumatore' e 'Creare brand che
contano': sono questi gli ultimi due Prosumer Report lanciati dal gruppo di
comunicazione Havas Worldwide, che da oltre dieci anni analizza abitudini e
comportamenti dei consumatori in tutto il mondo.






In collaborazione con l’istituto di ricerca
Market Probe International, Havas ha condotto un sondaggio che ha coinvolto più di 10.000
persone in 31 Paesi fra cui l’Italia, permettendo di individuare i trend di acquisto emergenti
a livello globale.

Focalizzati rispettivamente sull’influenza della tecnologia nella scelta di un prodotto e sui
fattori essenziali nel successo di un marchio, i due studi analizzano con particolare
attenzione le categorie di consumatori che più di tutte aiutano a delineare i grandi
cambiamenti in atto, cioè i Prosumer e i Millennial.
Con il termine Prosumer si indicano le
persone capaci di anticipare e influenzare trend e consumi a livello mondiale, quelle che
rappresentano la frangia della popolazione più tecnologica, accolgono facilmente le
innovazioni e amano condividere le proprie esperienze.
Millennial designa invece gli
individui di età compresa fra i 18 e i 34 anni, le cui abitudini e comportamenti avranno un
impatto globale determinante nei prossimi decenni (nel sondaggio rappresentano il 39% dei
partecipanti nei Paesi sviluppati e il 57% di quelli emergenti e sono, globalmente, il 54% dei
Prosumer).

A livello globale, emergono dai due studi aspetti di particolare interesse.
Il consumatore è sempre più digitale:
- La tendenza è quella di un’integrazione sempre maggiore fra shopping tradizionale e
online, favorita specialmente dalla diffusione delle tecnologie mobili, a cominciare dagli
smartphone: ecco perché si parla ormai di 'M-shopping'.
- La scelta di acquistare sul web è determinata soprattutto dai prezzi più
bassi e dagli sconti.
- Si diffonde l’abitudine di condividere online le proprie brand experience e di affidarsi
alle recensioni di altri utenti, considerate più affidabili dei pareri degli esperti.

Responsabilità e dinamismo sono le chiavi del successo di un brand: per il consumatore il
primo concetto si traduce in qualità, trasparenza, autenticità e impegno a livello locale; il
secondo identifica caratteristiche come la sociability, l’impegno verso un futuro migliore e
l’integrazione della brand experience.
I report di Havas descrivono una società di individui costantemente connessi alla rete e
sempre più oculati ed esigenti come consumatori. La tecnologia ha un’influenza crescente
sui processi di acquisto, perché li rende più semplici e immediati, integrando, più che sostituendo, la shopping experience: ad esempio, 4 persone su 3 (in Italia il 72%)
preferiscono acquistare di persona determinati prodotti, ma fanno precedere l’acquisto da
una fase di ricerca sul web; viceversa, il 58% (vs 47% in Italia) si reca talvolta a vedere o
provare l’articolo in negozio prima di comprarlo online.
Dispositivi usati per fare shopping online

A fronte di un 88% globale, ben il 90% degli italiani ha fatto acquisti su internet –
soprattutto libri e viaggi – nel corso dell’ultimo anno. Lo strumento preferito rimane il computer di casa, mentre le tecnologie mobili faticano ad affermarsi in questo senso: nel
nostro Paese, soltanto il 20%, ad esempio, si sente a proprio agio nel comprare via
smartphone, contro il 64% dei cinesi e il 54% degli inglesi (la percentuale sale però al 53%
fra i prosumer italiani).
Nonostante il successo dell’E-commerce, ci caratterizza come
consumatori anche la preoccupazione costante in merito alla sicurezza online dei dati
sensibili, molto più alta della media globale (33% vs 21%).
Accomuna gli italiani anche la spiccata propensione a condividere online le proprie brand
experience: lo fa addirittura il 98% (vs 84% globale).
Frequenza con cui i consumatori si preoccupano della loro sicurezza quando fanno acquisti online

È un mito da sfatare, in ogni caso,
quello che i consumatori siano più propensi a condividere le esperienze negative rispetto a
quelle positive: un’ottima notizia per i negozianti, dato che a più di un italiano su 3 (e al
38% dei consumatori globali) basta un solo commento negativo su un prodotto per lasciarsi
dissuadere dall’acquisto.
È interessante inoltre notare che, per quanto considerata 'invadente' da una minoranza di
consumatori, la presenza dei brand sui social media è apprezzata da più della metà degli
intervistati in Italia e nel mondo, perché permette di imparare qualcosa sul marchio e di
interagire con esso. Essere presenti sui canali social può essere un’arma vincente per il
marchio, purché la comunicazione si adegui al mezzo nello stile e nei toni, diventando più
personale, spontanea, proprio come avviene nelle conversazioni quotidiane.
E attenzione
che l’immagine trasmessa sia coerente: è dimostrato che più di un italiano su 2 si fida di ciò
che i dipendenti raccontano online dell’azienda più che di qualsiasi pubblicità o notizia sui
media.
Avere facile accesso alle informazioni su internet, del resto, ci ha resi più attenti nei
confronti dei comportamenti delle imprese: “I social media – afferma Dario Mezzano, ceo Havas Worldwide Milan – hanno creato un mondo di completa trasparenza e hanno dato
alla gente il potere di chiedere conto alle aziende delle loro azioni, di premiare i brand che
operano responsabilmente e di punire quelli che non lo fanno”.

Lo studio di Havas Worldwide sottolinea come una reputazione positiva sia sempre più
importante per coinvolgere i consumatori e guadagnarsi la loro fedeltà: ad esempio, a
livello globale, ben il 76% dei prosumer (e il 73% di quelli italiani) sarebbe disposto a pagare
di più per il prodotto di un’azienda con una buona brand reputation.
Rispetto alla media internazionale, a dire il vero, gli italiani tendono maggiormente a basare ancora le proprie
scelte di acquisto sul prezzo del prodotto (questo vale soprattutto per alcune categorie
merceologiche, come oggetti tecnologici, automobili ed elettrodomestici). Per oltre la metà
di loro, però, avere una percezione positiva delle aziende a cui ci si rivolge è più importante
oggi che qualche anno fa: segno che anche nel nostro Paese molto sta cambiando nel
rapporto con i marchi.
“L’idea che le imprese possano essere motori di cambiamento – conclude Mezzano,
CEO Havas Worldwide Milan – è ormai ampiamente diffusa”.
I dati sopra citati sono tratti dai risultati di un sondaggio online che ha coinvolto 10.219
uomini e donne in 31 Paesi: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina,
Colombia, Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Finlandia, Francia, Germania, India,
Italia, Giappone, Kazakistan, Kuwait, Malesia, Messico, Russia, Arabia Saudita, Singapore,
Sudafrica, Spagna, Taiwan, Turchia, Ucraina, Emirati Arabi, Regno Unito e Stati Uniti.