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Attività congressuale della Provincia di Rimini ancora col segno +

Malgrado gli inevitabili riflessi della crisi finanziaria globale, l'attività congressuale che la provincia di Rimini ha svolto nel 2008 gode di una certa stabilità nonostante la contrazione dei budget. A livello locale si riscontrano alcuni indicatori specifici: incremento di presenze, riduzione degli eventi ma allungamento della loro durata, diminuzione del numero medio di partecipanti.

Le rilevazioni del Rapporto 2008 dell’Osservatorio Congressuale - promosso da Convention Bureau della Riviera di Rimini e diretto dal prof. Attilio Gardini dell’Università degli Studi di Bologna/Rimini Campus - consentono di tracciare un profilo solido del sistema riminese, che riesce a difendere il suo posizionamento di mercato malgrado gli inevitabili riflessi della crisi finanziaria globale (nella foto da sinistra Stefania Agostini, direttore Convention Bureau della Riviera, Mauro Ioli, presidente, e Attilio Gardini dell'Universtià di Bologna).
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Sebbene tale fattore abbia determinato una progressiva riduzione della domanda di viaggi e l’industria dell’ospitalità italiana non abbia ricevuto aiuti di tipo governativo (a differenza delle grandi aziende bancarie e manifatturiere), possiamo definire l’attività congressuale un segmento più stabile rispetto ad altri, come ad esempio quello balneare. Questa tendenza viene confermata anche a livello locale dove riscontriamo una crescita delle presenze congressuali pari al +3,16% nonostante la recessione. I risultati del 2008 si inseriscono peraltro in un trend positivo che dura da diversi anni e ha portato nell’ultimo lustro (2003-2008) a un incremento totale del 36,51%.

L’esigenza di acquisire informazioni su innovazioni scientifiche, tecnologiche, organizzative - in altre parole la necessità di aggiornamento o formazione continua - è, infatti, molto sentita (e in taluni casi addirittura obbligatoria) in tutte le fasce della società: dalle libere professioni, ai servizi avanzati per le imprese, al management aziendale, alimentando in tutto il mondo una domanda sempre crescente e poco sensibile alle fluttuazioni dell’economia.

I contenimenti di budget con la conseguente contrazione di eventi organizzati hanno senza dubbio influito sulla filiera riminese, ma in un quadro nazionale piuttosto scuro, la realtà locale ha dimostrato grande dinamismo raggiungendo, anche grazie a una politica di prezzi e a un sistema di accoglienza molto competitivi, per un fatturato complessivo pari a 370 milioni di euro.

L’analisi del Rapporto evidenzia come la contenuta riduzione di eventi e di partecipanti si compensi con il numero di giornate di presenza congressuale. Aumenta infatti la dimensione degli eventi ospitati ed aumenta la permanenza media dei congressisti nelle destinazioni della provincia di Rimini. Questo aspetto è di particolare rilevanza dal punto di vista economico per il territorio poiché congressi o meeting più lunghi hanno un riflesso positivo sull’intero indotto.

Approfondendo la lettura delle cifre riportate nello studio, i centri congressuali ospitano il 53% dei clienti, arrivando però a coprire una quota di mercato pari al 77% grazie alle caratteristiche degli eventi ospitati (durata e numero di partecipanti).

Per quanto concerne la clientela, le convention aziendali, pur rimanendo saldamente al 1° posto della classifica, subiscono un arresto, mentre il sistema politico-istituzionale (enti, sindacati, partiti) e l’associazionismo scientifico recuperano posizioni.

La provenienza dei congressisti vede al vertice i congressi regionali (4.238 eventi organizzati), seguiti da quelli nazionali (2.365) e internazionali (244). Confrontando il risultato 2008 con quello dell’anno precedente si nota come gli incontri regionali (meno significativi da un punto di vista economico, perché più brevi e meno partecipati) arretrino a favore dei nazionali che invece aumentano la loro quota di oltre il 10%. Rimangono stazionari gli internazionali.

In merito alla dimensione degli incontri, la riduzione sposta la distribuzione verso il basso favorendo le classi dimensionali inferiori e penalizzando i grandi incontri.

La struttura della domanda congressuale riminese e concentrata soprattutto nel segmento intermedio (100-300 partecipanti per evento) con una quota di mercato pari al 43%; anche il segmento dei mega eventi (più di 1000 partecipanti per evento) ha uno share rilevante: rappresenta infatti il 19% dei congressisti ospitati nelle aziende congressuali della provincia di Rimini.