Ricerche

Qualità, creatività nell'accoglienza e cura relazionale per la competitività turistica italiana

Cultura, Bellezza e Gastronomia sono le tre keyword che vengono attribuite all’Italia. Per riuscire a riportare l’Italia ad uno standard competitivo è necessario lavorare per incrementare l’intensità che si traduce in qualità diffusa, sorpresa positiva, creatività nell’accoglienza e cura relazionale.
















Immancabile anche quest’anno a BTO – Buy Tourism Online di Firenze l’intervento di FutureBrand per la presentazione del Brand Index, una classifica annuale dei paesi-brand che misura la competitività turistica di 77 nazioni mondiali.

Il report 2013-2014 ha esordito pochi giorni fa incoronando il Giappone al primo posto e collocando l’Italia in 18a posizione, 3 punti in meno rispetto alla rilevazione dello scorso anno.

In BTO, Silvia Barbieri, Head of Strategy di FutureBrand, ha dato esclusivi approfondimenti sul nostro paese ed ha analizzato le soluzioni che potrebbero riportare l’Italia nella top 10 mondiale.

Nella percezione generale, il Value for Money dell’industria turistica italiana è sceso di quasi 30 posizioni e questo perché a fronte di una serie di valori distintivi molto forti e consolidati (arte, storia, natura, bellezza, cibo, moda e lifestyle) la risposta in termini di servizi è molto inferiore alle aspettative per disorganizzazione, inaffidabilità, furbizia e trasandatezza. 

Per riuscire a riportare l’Italia ad uno standard competitivo è necessario lavorare per incrementare l’intensità che si traduce in qualità diffusa, sorpresa positiva, creatività nell’accoglienza e cura relazionale.

Cultura, Bellezza e Gastronomia sono le 3 keyword che vengono attribuite all’Italia e che la contraddistinguono dal resto dei paesi presi in esame dal rapporto.

Con un percepito valoriale molto forte (5° posto), ma con una decrescita in qualità (12° posto), il celebre “made in Italy” perde un po’ di smalto: continua però a essere un elemento di forte attrazione per chi visita il territorio italiano perché l’autenticità, la qualità e l’unicità della produzione italiana sono ancora percepiti come importanti 
valori riconducibili alla notorietà della nostra nazione.

La cultura è sempre riconosciuta come patrimonio identificativo della nazione, più dell’innovazione tecnologica, della capacità d’influenza politica ed economica e dell’affidabilità in termini di sostenibilità ambientale.