Celebrazione - ricorrenza

Gruppo Monrif celebra la donna con un evento per una consapevole educazione alla cultura di genere

Il brand vuole sensibilizzare le proprie lettrici e i propri lettori sull’importanza dell’educazione e la cultura per continuare a costruire una strada che porti sempre più a un’emancipazione reale e non solo di parole.

Donne che si sono distinte nello sport, nella scienza, nella cultura, oppure combattendo per i diritti propri e di tutti. In occasione della giornata dedicata ai diritti delle donne il Gruppo Monrif ha voluto sensibilizzare le proprie lettrici e i propri lettori sull’importanza dell’educazione dei genere e della cultura per continuare a costruire una strada che porti sempre più a un’emancipazione reale e non solo di parole.

Otto donne per l’8 marzo” è l’evento organizzato dal Consiglio Regionale della Toscana, su proposta del Presidente Antonio Mazzeo e dell’Ufficio di Presidenza, insieme all’Ufficio Scolastico Regionale e al Gruppo Monrif, La Nazione e LUCE!, il magazine digitale dedicato all’inclusione.

L’appuntamento, alla sua seconda edizione, è andato in scena martedì 8 marzo al Cinema Teatro della Compagnia di via Cavour, dove sono state premiate alcune rappresentanti dell’universo femminile che si sono fatte notare per il loro impegno e per i risultati raggiunti.

Sul palco, storie, esperienze, racconti ed eccellenze della Toscana, in un evento condotto della giornalista di LUCE! Letizia Cini e con la partecipazione dall’attrice Gaia Nanni.

L’evento si è svolto in diretta straming all’indirizzo www.luce.news/8marzo.

A ricevere il riconoscimento sono state l’immunologa Chiara Azzari, l’archeologa Elena Sorge, le atlete Elena Pietrini e Francesca Baroni, le attiviste Laura Sparavigna e Lucrezia Iurlaro, l’oncologa Manuela Roncella e sei lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello, in rappresentanza di tutte le altre.

«Questo premio è un riconoscimento agli straordinari risultati che queste donne hanno raggiunto nel loro campo – spiega il Presidente Antonio Mazzeo - e simbolicamente ci sembrava importante consegnarlo nella Giornata internazionale della donna. Abbiamo messo insieme varie esperienze: donne sportive, personalità della scienza, della cultura, lavoratrici, attiviste. L’idea è porre in evidenza le donne che, lontano dai riflettori, sono riuscite a eccellere nel lavoro e nei loro impegni in Toscana. Un appuntamento che vorremmo ripetere ogni anno. Intendiamo dare spazio e voce ad alcuni esempi virtuosi che oggi viviamo come straordinari e che ci auguriamo possano essere considerati normalità in futuro. In un Paese in cui ancora solo il 49% delle donne lavora, vogliamo sottolineare come si possano e si debbano sempre più creare le condizioni per coniugare i tempi di vita e di lavoro».

A seguire, la testimonianza di Simone Terreni, imprenditore, e della dipendente Federica Granai, che è stata da lui assunta durante la gravidanza. 

Durante la mattinata è stato anche presentato da Natalia Faraoni il report “Divari di genere in Toscana: un’analisi strutturale” a cura dell’Irpet, elaborato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e illustrato insieme a Francesca Basanieri, presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità.

«Questo è un 8 marzo diverso – ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani – per il dramma che sta avvenendo in Ucraina. L’esempio di queste otto donne premiate si unisce alla solidarietà verso tutte coloro che stanno lottando a casa propria oppure stanno fuggendo insieme a bambini e bambine. Ringrazio ragazze e ragazzi delle scuole per la loro partecipazione oggi: l’8 marzo è una festa, ma soprattutto un momento per ricordare la lotta delle donne per i diritti».

«Vorrei ringraziare le donne italiane – ha detto Oxana Polataitchouk, assistente al consolato di Ucraina a Firenze – che si stanno mostrando straordinariamente sensibili. Riceviamo molte chiamate da mamme che accettano di prendere bambini ucraini per ospitarli in casa con i loro figli. Senza questo aiuto non potremmo gestire la situazione e vi ringraziamo con tutto cuore. Ho scoperto un’Italia diversa: siete un popolo meraviglioso».

«È importante continuare a organizzare iniziative per sviluppare maggiore consapevolezza sul tema della parità di genere – ha commentato Roberto Curtolo, dirigente dell’ufficio scolastico regionale - e permettere ai ragazzi e ragazze di incontrare donne che siano esempi di parità. Vi porto anche il saluto del direttore Pellecchia, impegnato in queste ore a organizzare l’accoglienza dei bambini ucraini nelle scuole».

«È vero che tante emergenze stanno minando il nostro presente – ha commentato in un videomessaggio la direttrice de La Nazione, Agnese Pini - ma questa non è una buona ragione per non pensare alla questione femminile. Non c’è parità di genere senza opportunità di lavoro uguali per uomini e donne. La scuola è ancora un ambiente davvero meritocratico, ma il mondo del lavoro non è così e bisogna conoscere queste dinamiche per cambiarle. Vi suggerisco di leggere in questa chiave anche “I Promessi Sposi” che partono proprio da una molestia sul lavoro, raccontando molto dell’Italia di ieri e di oggi».

«Nel nostro Paese abbiamo da un lato i contratti collettivi nazionali che sanciscono la parità salariale – ha spiegato Natalia Faraoni di Irpet – dall’altro un’organizzazione del lavoro basata sulla presenza e non sugli obbiettivi, che porta le donne ad avere più spesso contratti part time e un maggior numero di stop legati alle gravidanze e ai figli. Inoltre, le donne trovano occupazione soprattutto in settori legati alla cura e ai servizi alla persona dove le retribuzioni sono in media più basse. Il risultato è che lavorano meno e hanno carriere più intermittenti. Per sconfiggere i divari di genere dovremmo partire da una diversa organizzazione lavoro e pagare di più proprio i lavori di cura».

«I dati Irpet raccontano che il 98% di chi ha perso il lavoro durante la pandemia è donna – ha commentato Francesca Basanieri, presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità – il che equivale a dire che il Covid ha avuto conseguenze lavorative quasi solo sulle donne. A loro sono stati demandati spesso i lavori di cura in famiglia, incrementati dall’emergenza pandemica. Perché questo cambi occorre un percorso culturale: dobbiamo lavorare affinché le leggi dello stato e regionali possano incentivare la vita lavorativa delle donne, passando dalla “conciliazione” alla “condivisione” dei tempi di vita e di lavoro».

L’evento, al quale LUCE! ha aderito con grande entusiasmo, nasce grazie al protocollo d’intesa fra Consiglio e Ufficio Scolastico Regionale, che impegna le due istituzioni a lavorare insieme per costruire occasioni di confronto e approfondimento fra le ragazze e i ragazzi della Toscana.

Protagoniste dell’incontro sono state anche 250 studentesse e studenti di istituti superiori della Regione, oltre ai rappresentanti della Consulta Provinciale di Firenze e del Parlamento Regionale degli Studenti.