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Bea Edu. Scenari dal futuro
Intervenuto sul difficile tema degli scenari futuri che caratterizzeranno il settore nei prossimi anni, Roberto Cipullo (in foto), amministratore delegato Gem, si è concentrato su un’analisi delle principali tendenze che hanno caratterizzato il settore negli ultimi anni, perché, per immaginare il futuro che verrà, ha precisato, occorre conoscere il passato e comprendere il senso del cammino che abbiamo fatto.
“Ci sono due cose che mi vengono in mente tornando con la memoria alla metà degli anni 90 - ha precisato Cipullo -: la prima è la faccia perplessa dei miei interlocutori quando dicevo che volevo fare un’agenzia di eventi, la seconda è che, pur se nessuno sapeva cosa facesse un’agenzia, se aprivi l’annuale dei congressi trovavi che solo tra Roma e Milano c’erano oltre 800 nomi di agenzia.
La prima grande differenza tra ieri e oggi è che prima c’erano agenzia di congressi, adesso, oltre a quelle, ci sono anche agenzie di eventi. Oggi, soprattutto, c’è una situazione di mercato differente, perché il mercato si sta sempre di più dividendo 3 grandi categorie: uno, le aziende piccole o medio piccole: ancora di fatto la stragrande maggioranza, con fatturati fino a 3/4 milioni di euro. Sono piccole per tanti motivi: scelta del titolare che vede in questa dimensione la sua dimensione; mercato che non ti permette più crescite senza pianificazione e investimenti; localizzazione geografica.
Due, aziende medie: fatturati fino a 8/10 milioni di euro che stanno per cosi dire a metà del guado: hanno capito l’importanza di solidificare la loro struttura, di fare investimenti e di credere nella loro crescita, ma che ancora non hanno sviluppato, o forse non vogliono fare, l’ultimo salto in avanti, quello che porta ad entrare nell’ultimo ristretto gruppo di aziende
Tre, azinde grandi, con fatturati da 15/20 milioni e in alcuni casi molto oltre, che di fatto sono la vera novità degli ultimi anni. Frutto quasi sempre di accorpamenti tra più aziende, queste società vogliono dimostrare che anche in Italia ci possono essere strutture dal respiro internazionale, con ambizioni e obiettivi importanti, con la voglia di andare a giocare le proprie partite oltreché in Italia anche all’estero. Questo comporta investimenti importanti sul personale, sulle strutture, sulla capacità di generare fatturato per mantenere una siffatta organizzazione”.
Qual sia la taglia giusta non è cosa facile a dirsi, e probabilmente una risposta univoca e definitiva non esiste. Quel che è certo è che una storia professionale come quella di Roberto Cipullo, che guida Gem, nata dalla fusione di realtà importanti del settore, come Gruppo Fonema, Jumbo Grandi Eventi, Centro Congressi Internazionale (CCI) e PLS, indica chiaramente la volontà di competere, ad alto livello, su uno scenario nazionale e internazionale, fornendo servizi di qualità in tempi brevi, ma senza porsi davanti alle aziende ‘con il cappello in mano’.
MG