Evento educational
Spazi Meeting ed Eco-sostenibilità nel primo seminario GMIC Italia
Ricco di spunti interessanti l’incontro che ha aperto la stagione formativa del Capitolo Italia di GMIC. Presentato in anteprima il nuovo centro congressi di Fieramilanocity (il più grande d’Europa) e illustrate tecniche innovative per la sostenibilità degli interni e il risparmio energetico.
Martedì 19 aprile, presso l’Hotel NH Touring di Milano, il Capitolo Italia di Green Meeting Industry Council ha varato il proprio programma formativo con un seminario di grande rilievo: Spazi meeting “green” – come progettare, realizzare e gestire una sala riunioni corporate o un grande centro congressi all’insegna dell’eco-sostenibilità.
Presentati dalla presidente di GMIC Italia, Annamaria Ruffini CMP, sono intervenuti il direttore risorse umane di NH Hotels Italia Fabio Comba, il direttore esecutivo di Fiera Milano Congressi Francesco Conci e il bioarchitetto Massimo Duroni, noto esperto in materia e docente presso il Politecnico di Milano. Ciascuno di essi ha approfondito uno degli elementi del tema, con particolare riguardo all’aspetto gestionale.
Ecomeetings
Fabio Comba ha aperto l’evento illustrando ai presenti il prodotto Ecomeetings, lanciato da NH Hotels nel 2010 su base internazionale e dedicato al segmento Mice. In forza di esso, negli alberghi della catena i processi sono analizzati in base a criteri di responsabilità ambientale: riscaldamento e aria condizionata tra un massimo di 21 gradi in inverno e un minimo in estate di 26 gradi, utilizzo di energia solare, uso esclusivo di lampade a risparmio energetico e schermi a Led, che rappresenta un costo energetico molto inferiore rispetto ad altri sistemi tradizionali, controlli di illuminazione associati con la presenza, in modo che le luci si spengano nelle stanze vuote. NH non è nuova a provvedimenti di questo tipo. È stato calcolato che dal 2007 al 2009 le pratiche green hanno consentito il taglio del 14% nei costi d’energia e del 24% di quelli dell’acqua, per un risparmio di oltre 675 milioni di litri (l’equivalente di 270 piscine olimpiche) e un saving economico di 1.157.028 euro. Ecomeetings consentirà un ulteriore taglio del 20% per entrambe le voci di consumo.
Il nuovo centro congressi di Fieramilanocity
È quindi stato il turno di Francesco Conci, che ha presentato il nuovo centro congressi di Milano, realizzato da Fondazione Fiera Milano con un investimento di 64 milioni di euro. Si tratta del maggior polo congressuale d’Europa, nonché della prima opera finanziata da privati già pronta in vista dell’Expo 2015: fino a 18mila posti a sedere, un auditorium da 1.500 persone, una plenaria da circa 4.500 posti, 64 sale modulari da 20 a 2mila posti, 54mila metri quadrati espositivi a supporto.
ll progetto, firmato dall’architetto Mario Bellini per gli esterni e dell’architetto Pierluigi Nicolin per l’organizzazione degli spazi interni, riconverte a destinazione congressuale parte della superficie espositiva non più utilizzata di Fiera Milano in città e la integra con il preesistente Milano Convention Centre (MIC), che già era il maggior centro congressi italiano. Speciale attenzione è stata dedicata all’armonico inserimento del nuovo complesso nel tessuto urbanistico circostante, interessato da un vasto intervento di riconversione, alla sua sostenibilità energetica e all’eccellenza architettonica, con un occhio di riguardo ai consigli di Iapco (l’associazione internazionale degli organizzatori professionali di congressi), che incentivano all’utilizzo di apparecchi elettrici a basso consumo, a sistemi di building automation per il controllo dell’energia, al controllo dei flussi d’acqua su tutti i rubinetti e a criteri-chiave di progettazione quali l’uso di doppi vetri, gruppi o zone di edifici con requisiti simili di riscaldamento e sistemi intelligenti per il controllo dell’illuminazione. Il centro sarà gestito anche a misura di sostenibilità sociale, potendo i dipendenti contare su quote di lavoro flessibili, su un monte-ore di formazione in sede e a distanza e su una forte incidenza di personale femminile. Completano il quadro le iniziative a favore della comunità circostante (liberalità, investimenti e iniziative commerciali a impatto sociale).
Salubrità indoor
Ha concluso il convegno il bioarchitetto Massimo Duroni, professionista e docente universitario, che ha chiarito come un progettista debba prendersi cura di tutti gli aspetti della “sostenibilità”, non solo di quelli più noti e stereotipati. C’è per esempio un inquinamento “indoor”, causato non solo dal ristagno dell’aria, ma anche da fattori terzi, implicanti conseguenze non necessariamente fisiche ma anche “solo” psicologiche. Si può parlare, per esempio, di inquinamento “semiotico”, laddove sussistano condizioni che distolgono l’attenzione di un uditorio, o “luminoso”, in presenza di sorgenti di luce multiformi e disomogenee, o ancora “cromatico”, sia in assenza di sufficienti stimoli visivi sia in caso di eccessi nell’uso del colore. L’ecosostenibilità degli interni si tutela in molti modi: con i materiali riciclabili innanzitutto, ma anche con l’impiego di sostanze certificate di origine sia sintetica sia naturale. Per inciso, va segnalato il paradossale danno causato dall’utilizzo delle bioplastiche comunemente utilizzate per gli shopper e sempre più in uso per packaging di prodotti alberghieri detergenti come per posate usa e getta utilizzate durante i convegni e propogandate come scelte “sostenibili”. L'ingrediente base delle bioplastiche è prevalentemente amido proveniente da vari prodotti agricoli e la cosa sembrerebbe rendere questo materiale estremamente ecologico. Purtroppo non si utilizzano più solamente gli scarti della produzione agricola per realizzare queste sostanze sostitutive della plastica ma vengono dedicati immensi territori alla monocoltura (sradicando anche la cultura agricola locale), diserbati e trattati con pesticidi, fertilizzati con sostanze chimiche estremamente dannose per la nostra salute. In questa maniera l'intero ciclo di produzione della bioplastica è estremamente sospetto senza contare poi che un prodotto che si biodegrada non potrà mai più essere recuperato e prima o poi lo ritroveremo in falda. Quindi prima di acquistare prodotti dichiarati ecologici solamente perché si sciolgono nell'acqua sarebbe bene ricordare che anche l'arsenico gode di questa proprietà.
Il risparmio energetico in uno spazio chiuso non è solo questione di riduzione dei consumi, ma anche e soprattutto di customizzazione e ottimizzazione delle risorse. Esempi di buona progettazione sono le tende posizionate in esterno, che, proteggendo sia dalla luce del sole sia dall’eccesso di calore (diversamente da quelle interne, che servono solo a ridurre la luce), in pochi anni si ripagano grazie al grosso risparmio energetico estivo che riescono a garantire. Viceversa, un esempio di customizzazione è l’azione sull’umidità per climatizzazione, più che sulla temperatura. In estate sarebbe sufficiente abbassare la temperatura di 2-3°C rispetto a quella esterna per garantire un livello di freschezza che insieme al controllo dell'umidità relativa favorisce la “customizzazione” della temperatura.
Da tenere presente, infine, che anche con l'uso corretto del colore è possibile cambiare la percezione termica degli interni. Da alcuni studi è emerso infatti che a parità di condizioni le persone possono percepire una differenza termica fino a tre gradi semplicemente agendo sulla saturazione dei colori in caldi o freddi. Se si considerasse poi che a ogni grado di riduzione termica indoor si potrebbe risparmiare fino al 7% dei consumi, si procurerebbero sostanziosi risparmi energetici con pochi e semplici accorgimenti.
Dall'incontro con Massimo Duroni è emerso quindi che non sempre è necessario un grosso intervento per migliorare la qualità degli ambienti ed ottimizzarne i consumi; spesso bastano poche risorse se ben indirizzate e accuratamente progettate.