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Modena celebra il genio di Scaglietti

“L’ê andéda acsé”: si intitola così il libro che Antonio Giacobazzi, Presidente di Donelli Vini, ha voluto dedicare al designer di alcuni dei più celebri modelli Ferrari, amico di una vita. La pubblicazione, curata da Franco Gozzi, ripercorre le tappe più significative della vita di Scaglietti. Presentata anche l’ultima creazione di Scaglietti: una bottiglia dal profilo sinuoso ed elegante disegnata in esclusiva per Donelli Vini.

Nella suggestiva cornice del Baluardo della Cittadella, Modena ha celebrato uno dei suoi figli prediletti: parliamo di Sergio Scaglietti, che grazie ad alcuni dei modelli più eleganti di Ferrari da lui firmati, è entrato a pieno diritto nell’Olimpo dei Designer.

Sergio-Scaglietti_Coperti copia.JPGL’occasione è stata rappresentata dalla presentazione al pubblico del volume “L’ê andéda acsé” (letteralmente “È andata così”), fortemente voluto da Antonio Giacobazzi, Presidente di Donelli Vini e soprattutto amico fraterno di Scaglietti.
Il libro, in tiratura limitata di 1.500 copie (stampate dal Poligrafico Artioli, Modena, ed edito da Donelli Vini), è stato curato da uno degli uomini che hanno vissuto in prima persona l’epopea della Casa di Maranello: Franco Gozzi che, dal 1961 e fino alla morte del Drake, è stato il segretario particolare di Enzo Ferrari. Corredato da un’eccellente documentazione fotografica, “L’ê andéda acsé” ricostruisce, in forma di dialogo tra l’autore e Scaglietti, i momenti più significativi della vita del celebre designer modenese, dalla nascita - avvenuta il 9 gennaio 1920 in borgata Tre Olmi - ai giorni nostri, passando per l’esperienza come garzone nella Carrozzeria Modenese e per l’incontro con Enzo Ferrari, che gli ha cambiato la vita.

Cosa importante, il libro restituisce un’immagine a 360° gradi di Sergio Scaglietti: se il focus è ovviamente sulla sua attività di “artista artigiano” - padre di modelli Ferrari come la 750 Monza, la 500 TR, la 290 MM e la 250 GTO, giusto per citarne alcuni -, grande attenzione è dedicata alle sue passioni, da quella per il cinema, sce­mata negli anni perché “Visti da vicino, i divi […] lasciano trasparire pregi e debolezze della loro personalità”, all’arte (Sergio si diletta nel dipingere paesaggi e ha l’onore di avere una sua Ferrari esposta al MoMa di New York), dalla caccia agli orologi.

Di Scaglietti Gozzi esalta la semplicità nella straordinarietà: il designer, infatti, ha sempre rivendicato con orgoglio le umili origini e soprattutto le radici modenesi, che si riflettono nei caratteri della laboriosità, dell’intraprendenza e dello spirito di sacrificio. Tutti concetti ben evidenziati nella prefazione di “L’ê andéda acsé”, firmata da un altro modenese doc, Valerio Massimo Manfredi.

Non a caso, l’evento ha visto la partecipazione di importanti personalità di Modena: oltre alla famiglia Giacobazzi, Donelli Vini, che ha fatto gli onori di casa, sono intervenuti Piero Ferrari, Vice Presidente Ferrari, Mauro Forghieri, indimenticato Direttore Tecnico del Reparto Corse Ferrari che ha saputo conquistare ben 12 titoli mondiali, tra piloti e costruttori, il cav. Luigi Cremonini, fondatore e Presidente dell’omonimo Gruppo, Horacio Pagani, proprietario della Pagani Automobili e padre della supercar Zonda, e l’artista Weiner Vaccari.
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La presentazione del volume “L’ê andéda acsé” è stata anche l’occasione per ammirare in anteprima assoluta l’ultima opera di Scaglietti, che, nonostante la rispettabile età, ha conservato una grande vitalità e un’immutata passione per il design: una bottiglia dal profilo sinuoso ed elegante disegnata in onore dell’amico Antonio Giacobazzi e in esclusiva per le Cantine Donelli. Proprio la bottiglia nata dal genio di Scaglietti è stata protagonista del pranzo che ha seguito la conferenza stampa.