Evento pubblico

Coppa del Mondo di Rugby 2015: Italia verso la 'meta'

A Marsiglia, nel 2007, nelle casse dello Stato sono finiti 80mln di euro, pari allo 0.2 del PIL. Sono stati creati 1000 posti di lavoro e un indotto sul territorio di 150mln di euro. Questi, e altri ancora, i numeri da cui partire per sostenere davanti alle istituzioni la candidatura dell'Italia per l'edizione 2015 del mondiale.

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L’Italia vuole la Coppa del Mondo di Rugby e il prossimo 13 maggio presenterà all’International Rugby Board (La Federazione internazionale del Rugby, ndr) la propria candidatura ufficiale per ospitare l’edizione del 2015 (o eventualmente quella del 2019) di quello che è il 3° appuntamento sportivo in ordine di importanza nel panorama mondiale. La data prevista per l’assegnazione ufficiale da parte dell’IRB è quella del prossimo 28 luglio 2009. A seguire verranno messi all'asta dalla Federazione i diritti audiovisivi e delle sponsorizzazioni.

dondi.JPGA questo fine si è costituito il Comitato Promotore per la candidatura azzurra che ha come presidente il numero uno della Federugby Giancarlo Dondi (nella foto), mentre il ruolo di vicepresidente esecutivo sarà ricoperto da Andrea Costantini-Scala.

Il Comitato ha scelto Havas Sport Italia affinchè elabori un piano di comunicazione a supporto della candidatura, che si basa su attività di pubbliche relazioni e lobbying con le istituzioni. Il progetto, già chiaro nelle strategie di Havas e Federugby, verrà attivato in modo graduale una volta che si saprà con certezza il risultato delle consultazioni.

rugby12.jpgIn lizza per ospitare la Coppa del Mondo ci sono altre 8 nazioni. Tra quelle che fanno più paura la favorita Inghilterra (che però è ferma a un budget di 3.5miliardi di €, laddove il valore del mondiale di rugby ha già raggiunto i 9.4mld €) e il Giappone, che però sta già correndo per ospitare le Olimpiadi del 2016, e dunque difficilmente avrebbe le abilità organizzative per gestire due eventi del genere in contemporanea. Seguono nell'ordine la Russia, l'Australia, il Sudafrica e altre nazioni di cui ancora non si conosce il nome.

L'Italia è al terzo posto quanto a indice di gradimento: la sua candidatura è vista con favore dall'IRB e ci sono ottime probabilità che venga scelta, secondo quanto dichiara in conferenza stampa Stéphane Allio, CEO Havas Sport Italia. "Tutto il network mondiale di Havas si sta muovendo con attività di lobbing a tutti i livelli a supporto della candidatura italiana".

Per capire quali sono le motivazioni principali che Havas porta avanti con le istituzioni per far comprendere i vantaggi dei mondiali sul proprio territorio, partiamo dai numeri.
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Innanzitutto il rapporto costi/ricavi. A Marsiglia nel 2007 il budget dell'organizzazione si aggirava sui 220 milioni di €, di cui 40 per le infrastrutture (per avere un termine di paragone immediato, si calcoli che in Grecia sono stati spesi 1.6 miliardi di euro solo per le infrastrutture delle Olimpiadi). Per ogni euro investito a Marsiglia, è stato calcolato un ritorno sugli investimenti di 24 €. La città ha ospitato 400.000 spettatori durante le 6 partite, ciascuno dei quali ha speso una cifra media di 576€ pro capite. L'indotto alberghiero ha ottenuto un giro d'affari di circa 150mln di , e a questo vanno aggiunti circa 1000 posti di lavoro creati per l'occasione. In totale, a Marsiglia nel 2007 sono stati generati 538 milioni di di ricavi, sui quali lo stato ha incassato 80mln, pari allo 0,2 del PIL nazionale (nella foto i temibili neozelandesi All Blacks).
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Il giro d'affari delle sponsorizzazioni sportive a Marsiglia è stato di 60mln di euro (sei top sponsor che hanno investito 5mln di euro: Orange, Peugeot, SNCF, Societé Generale, EDF, Visa). "Per il 2015 - ha dichiarato Allio - è difficile fare previsioni sui ricavi delle sponsorizzazioni, sia perchè non abbiamo ancora in mano la certezza della vittoria, sia perchè il momento economico non è favorevole ai pronostici. Sicuramente puntiamo a una cifra più alta coinvolgendo in primis le istituzioni (da una ventina di giorni Havas ha cominciato la sua attività di lobbying, ndr), gli imprenditori e le aziende".
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Per dare un'idea dei guadagni al netto del Comitato Promotore che ha lavorato a Marsiglia, si possono quantificare in 5mln di €, provenienti dagli incassi al botteghino e delle sponsorizzazioni locali, questi ultimi suddivisi tra il Comitato e RWC Limited (Rugby World Cup Limited), la società di proprietà di IRB che ha posseduto i diritti televisivi del rugby francese. Per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari, hanno creato un giro d'affari di oltre 48mln €.
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Ma quali sono gli obiettivi del Comitato? A livello di spettatori, si punta a raccoglierne 2.5milioni. Tenendo conto che ogni tifoso di rugby spende sui 576€ a testa - rispetto a una spesa media di un tifoso di calcio pari a 260€ - e che la permanenza dei turisti/tifosi sarà dai 7 ai 10 giorni, si punta a un giro d'affari sull'indotto e sugli incassi al botteghino di 1.5mld di euro. Senza contare i ricavi pubblicitari, potendo garantire un'audience mondiale di 4 miliardi di spettatori suddivisi tra i 238 paesi collegati.

Numeri grossi insomma, che fanno ben sperare in una ricaduta positiva anche sul territorio della nazione che si aggiudicherà la Coppa del Mondo.

Viola Venturelli