Scenari

La Connected TV è il nuovo centro di gravità dell’advertising video. Dalla lineare alla data-driven: il punto di vista di The Trade Desk, Netflix, Disney, Mediamond e Politecnico di Milano

Il mercato pubblicitario italiano sta attraversando una fase di profonda evoluzione.La CTV si afferma come protagonista della trasformazione soprattutto in un contesto sempre più connesso e multidevice dove diventa fondamentale per i brand adottare un approccio omnicanale per raggiungere le famiglie in modo coerente ed efficiente. L’Italia si dimostra pronta a cogliere queste opportunità, con una larga diffusione di piattaforme AVOD e FAST e un crescente spostamento verso l’open internet. In questo panorama, la combinazione di tecnologia, qualità dei contenuti e attenzione alla rilevanza locale emerge come la chiave per distinguersi nel mercato.

Il mercato pubblicitario italiano sta vivendo un momento di profonda trasformazione. Dopo gli scossoni causati dalla pandemia, la crescita è tornata solida: secondo l’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, si è passati dagli 8,8 miliardi di euro del biennio 2018–2019 agli 11,1 miliardi stimati per il 2024, con una previsione di 11,7 miliardi nel 2025.

A guidare questo slancio sono i canali digitali, mentre gli altri media tradizionali vedono progressivamente erodersi la loro quota di mercato.

A emergere come nuovo centro di gravità è la Connected TV (CTV), simbolo della cosiddetta “TV 2.0”. Non si tratta solo di contenuti digitali fruiti sullo schermo televisivo, ma di un ecosistema evoluto fatto di Addressable TV, app dedicate e piattaforme pubblicitarie integrate nei dispositivi.

In questo scenario, la Connected TV si distingue per la sua capacità di unire l’impatto emotivo del linguaggio televisivo con la precisione dei dati digitali e del programmatic advertising. Angela Bersini, General Manager Italy di The Trade Desk, lo sintetizza così: “La Connected TV è il presente della pubblicità video: data-driven, personalizzata e sempre più acquistata in programmatic.”

Il valore della CTV risiede proprio nella sua natura ibrida. La fruizione on demand, la qualità visiva e la possibilità di personalizzare i messaggi pubblicitari in tempo reale la rendono un mezzo sempre più strategico.

Ma non tutte le esperienze CTV sono uguali. I contenuti prodotti professionalmente – rispetto a quelli generati dagli utenti – registrano un aumento del 33% nell’attenzione. Per i brand, questo significa puntare sulla qualità e su una pianificazione intelligente.

Evita Barra, Head of Advertising di Netflix Italia, sottolinea l'importanza dell’immersività: “La qualità riguarda il contenuto ma anche il livello di attenzione e coinvolgimento. Su Netflix, gli utenti sono totalmente immersi, anche durante gli spot: i nostri studi mostrano che le persone sono 2,7 volte più propense a cercare un brand dopo averlo visto su Netflix.”

Anche Roberto Dragone, Digital AdOperations & Programmatic Director di Mediamond, rafforza il concetto: “L'advertising ricopre un ruolo determinante nel valorizzare il contenuto editoriale.”

Le famiglie europee possiedono oggi in media nove dispositivi connessi. Raggiungerle in modo coerente, senza sovrapposizioni né dispersioni, è la nuova sfida per i brand.

Qui entra in gioco l’approccio omnichannel, di cui la CTV diventa una componente cruciale. Secondo i dati di The Trade Desk, l’integrazione della CTV in una strategia multicanale consente di migliorare le performance e ottimizzare i costi: il CPA (Costo per Acquisizione) si riduce in media del 14%; mentre il CPHH (Costo per nucleo familiare raggiunto) cala del 21%.

Ogni canale aggiunto, se ben orchestrato, porta efficienza. In Italia, il contesto è favorevole: l’88% degli utenti utilizza ogni settimana piattaforme AVOD o FAST, servizi video gratuiti sostenuti da pubblicità. Inoltre, il 71% del tempo online viene trascorso fuori dai walled garden (come Facebook o YouTube), a favore dell’open internet: un ambiente ideale per logiche programmatiche.

Secondo Denise Ronconi, Direttrice dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano“La raccolta pubblicitaria su TV 2.0 è in continua crescita e nel 2025 raggiungerà i 702 milioni di euro. Si tratta di un mezzo sempre più riconosciuto per la sua capacità di accompagnare l’utente lungo l’intero funnel di marketing, dall’awareness alla conversione.”

Anche i numeri lo confermano: oggi 9 milioni di italiani utilizzano la CTV, contro i 19 milioni che ancora si affidano alla TV lineare. Ma il 74% degli utenti dichiara di preferire la fruizione via CTV, attratti dalla flessibilità e dall’esperienza on demand.

A fare la differenza, anche in uno scenario ipercompetitivo, restano la qualità e la rilevanza locale. Roberto Trojsi, Disney Advertising & Platform Distribution Director di The Walt Disney Company Italia, sottolinea: “Disney ha compiuto 100 anni un paio di anni fa. Quello che è rimasto costante in Disney è la qualità, il contenuto, lo storytelling e la rilevanza locale. Che poi è quello che fa la differenza.”

La Connected TV non è più una tecnologia emergente: è una realtà ormai centrale nelle strategie media di brand e piattaforme. Il suo potenziale non si limita alla portata, ma si esprime nella possibilità di costruire esperienze pubblicitarie rilevanti, tracciabili e cross-device, in un contesto in cui qualità e dati camminano insieme.