
Scenari
Consumi in trasformazione: entro il 2100 l’Italia perderà 15 mln di abitanti, mentre cresceranno frutta (+47%) e verdura (+54%) in una GDO dove il 51,9% degli shopper è over 55
I vent’anni di Gdonews – la testata nata con l’obiettivo di offrire alla GDO un’informazione tecnica e data driven – sono stati l’occasione per fare il punto sul futuro dei consumi alimentari attraverso un confronto tra industria, distribuzione e analisti. Fondamentale, per inquadrare il contesto, la presentazione dell’Istituto Piepoli, che ha delineato un quadro demografico in forte evoluzione: da previsioni 2024 Istat, entro il 2100 l’Italia perderà circa 15 milioni di abitanti. Si ridurranno le famiglie con nucleo (dal 60,7% al 55,7% nel 2050) a vantaggio di quelle senza nucleo, con ricadute dirette sulla composizione della domanda.
Pur in un contesto di contrazione di consumi e crescita della povertà, l’Osservatorio Food – realizzato dall’Istituto con interviste a opinion leader e un migliaio di consumatori finali – evidenzia come al momento rimanga una ricerca di salubrità e tradizionalità negli alimenti. Le variabili guida nelle scelte di acquisto sono prezzo, tempo, salubrità e sostenibilità e i prodotti in grado di aderire a tutti e quattro risultano vincenti. Il pasto rimane un momento di condivisione, ma il tempo – indipendentemente dall’età – è sempre meno: il 48% vorrebbe più tempo per cucinare, il 29% per stare a tavola in famiglia. Nel futuro prossimo cresceranno i consumi di frutta (+47%), verdura (+54%), legumi (+43%) e alternative al grano (+26%), mentre caleranno dolci (-44%), carne rossa (-35%) e pane/pasta (-20%).
Un’analisi a cui si affianca quella di YouGov Shopper sui comportamenti di chi fa la spesa. Aumenta la frequenza (+18,4% sul 2022) mentre cala lo scontrino medio e il numero di unità a carrello, che oggi si attesta sui 12 pezzi (-13,3% sul 2022), con orientamento alla prima necessità e senza logiche di scorta, che premia dunque più le promozioni di “sconto diretto”. Il supermercato resta il canale dominante (98% delle famiglie, 90 visite l’anno), ma cresce l’attrattività del drugstore. La fedeltà è invece decisamente bassa: ogni shopper visita in media 9 insegne e la share of wallet è in media del 10%, anche se vi sono esempi virtuosi. Interessante infine sottolineare come il 51,9% degli shopper sia over 55 ma sviluppi il 55,7% del valore del largo consumo.
Un consumatore di riferimento, come è emerso anche durante le tavole rotonde con i principali retailer – da Coop a Conad, da Selex a Lidl, fino a Eurospin, MD, Crai, DIT e Vegè – , che si dimostra attivo, fidelizzabile e con buona capacità di spesa, mentre gli under 35 rappresentano ancora una quota marginale. Decrescita demografica e l’impoverimento – hanno commentato i relatori – ridurranno inevitabilmente la marginalità e stanno già spingendo le aziende più strutturate verso le aperture a nuovi mercati e la diversificazione, come ad esempio l’introduzione di format dedicati al pet o al personal care.
La ricetta o il format perfetto? Sembrano non esistere poiché tutto dipende dal contesto in cui si opera e, proprio per questo, risulta ancora più fondamentale l’ascolto continuo della propria clientela e la capacità di saper interpretare i moltissimi dati che ormai sono a disposizione dei retailer. Interessante, in questo senso, il dato raccolto da Selex, che ogni anno conduce 100 mila interviste oltre ad un monitoraggio costante dei commenti sul digitale, che rileva come giovani e meno giovani chiedano all’unisono che i supermercati tornino luoghi di persone.
Molto atteso, infine, l’intervento di di Angelo Mastrolia, Presidente di New Princess Group che ha recentemente rilevato Carrefour Italia, oggi al 3-4% di quota di mercato ma – secondo la visione di Gdonews – destinato a crescere, sia per la storia dell’azienda che lo ha acquisito sia per la dinamicità del personaggio alla sua guida. L’acquisizione – ha spiegato il manager – nasce dalla volontà di rafforzare la supply chain integrata e nella consapevolezza di come sia sempre più strategica una integrazione tra industria e retail, anche in ottica di sviluppo di marca privata. L’impegno si concentrerà nelle regioni del Centro-Nord Italia, che per presenza e quota rappresentano i territori più importanti per l’insegna. Nuovo e di stampo industriale il metodo di relazione che si intende instaurare con i fornitori, in ottica di crescita “win win”. Un modo diverso di vedere il mercato e un nuovo linguaggio destinati, probabilmente a ridisegnare gli equilibri del retail.

