
Scenari
Auditel-IPSOS fotografano una TV che modernizza il Paese spingendolo verso la connettività. Nascono i nuovi 65-74enni: iperconnessi, multidevice, multipiattaforma. Un pubblico pregiato per broadcaster e investitori pubblicitari
Abbattiamo un luogo comune: non esistono più i 65enni+ di una volta. Oggi gli over 65 non sono poi così diversi per abitudini dal resto della popolazione per quanto riguarda fruizione dei mezzi, capacità di connessione, abilità digitali, trascorsi professionali, infedeltà alle marche, voglia di provare nuovi prodotti ed esperienze. Però hanno un grande vantaggio rispetto al resto della popolazione: posseggono molto tempo a disposizione e capacità di spesa. Due fattori dalle grande potenzialità di business, per chi sa come intercettarli, anche in termini di audience pubblicitarie.
Vediamo una panoramica dei dati principali emersi dal Primo Rapporto Auditel- IPSOS sulle famiglie italiane che poggia sulla Ricerca di Base Auditel. Uno studio che di basa sul monitoraggio di oltre 500mila indirizzi estratti ogni anno, 20mila interviste uno a uno e 14mila colloqui individuali.

TV e smartphone trainano la transizione digitale anche nelle famiglie composte da soli 65-74enni. Anche in termini di dotazioni digitali, queste famiglie sono assolutamente in media. Le persone 65+ sono ormai pienamente connesse, attrezzate per fruizioni evolute, e allineate alla popolazione media per tipo di connessione e parco dotazioni digitali, oltre ad essere vicini alla media anche la modalità di fruizione di Internet. E sempre di più stanno entrando nel mondo dello Streaming, avvicinandosi anche al BVOD

Entrando più nel dettaglio, il rapporto presentato stamane a Milano rappresenta la più estesa radiografia socio-tecnologica del Paese, capace di fotografare in tempo reale la struttura dei nuclei familiari e il loro grado di connessione. «Fotografare con precisione la struttura delle famiglie significa dare a broadcaster, imprese e istituzioni uno strumento decisivo per interpretare il presente e progettare il futuro» ha dichiarato Paolo Lugiato, direttore generale Auditel, sottolineando come il controllo diretto dei device nelle abitazioni elimini distorsioni e garantisca la qualità degli “universi di riferimento” utilizzati per misurare le audience.

I dati del Primo Rapporto Auditel-IPSOS certificano un’Italia dotata di 121,6 milioni di schermi – quasi cinque a famiglia– con 43,9 milioni di televisori di cui 24,7 milioni connessi a Internet, mentre le Smart TV sono raddoppiate in cinque anni (+131 %).
Smartphone e “second screen” dominano la scena digitale (77,7 milioni di unità), ma un quarto delle famiglie naviga soltanto da mobile e la banda larga fissa si ferma al 65%, segno che il completamento delle infrastrutture resta decisivo per un ecosistema pienamente connesso.

Focus centrale del rapporto è la ridefinizione del target 65-74 anni, ormai indistinguibile dal resto della popolazione per dotazioni, competenze e capacità di spesa: le famiglie composte esclusivamente da over 65 sono 6,6 milioni (+540 mila in cinque anni) e superano quelle con minori, ma al loro interno si distinguono nettamente i 65-74 enni, attivi e iperconnessi, dagli over 75, ancora distanti dal digitale.
Nei nuclei di soli 65-74 enni la penetrazione di Internet raggiunge il 92 %, la banda larga il 56 % e lo smartphone il 91 %; oltre metà possiede almeno una Smart TV, con una media di 2,9 dispositivi connessi per 1,5 componenti in media.

La fruizione di piattaforme streaming in questa fascia è quasi raddoppiata (dal 14 % al 26 %), mentre i servizi BVOD triplicano (dal 5 % al 14 %), a conferma di un appetito crescente per contenuti on demand. «Abbiamo superato lo stereotipo dell’anziano analogico: il pubblico maturo di oggi è digitale, informato e rappresenta un potenziale ancora inespresso.
Del resto, dobbiamo tenere presente che un 67enne di oggi, ancora giovane e in larga parte professionalmente attivo, ha vissuto in pieno la rivoluzione digitale» ha commentato Nando Pagnoncelli, presidente di IPSOS Italia, richiamando studi internazionali che attestano come la soglia di “anzianità” si sia spostata in avanti in termini di salute, istruzione e centralità mediale. I nuovi senior, infatti, presentano livelli di istruzione e storie professionali allineati alla media, con il 10 % delle famiglie in classe socio-economica “Alta” e il 15 % in “Medio-Alta”, valori paragonabili a quelli dei nuclei ancora attivi.
L’analisi mette dunque in discussione il marketing generazionale tradizionale e invita broadcaster, investitori pubblicitari e policy-maker a includere il segmento 65-74 anni nei propri piani di contenuto e di sviluppo.
Concludendo i lavori, Lugiato ha richiamato «la necessità di colmare il divario infrastrutturale incrementando la banda larga», mentre Pagnoncelli ha ribadito che «la società italiana non è invecchiata: è maturata, e maturità oggi significa competenza tecnologica e multicanalità».
