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DUDE con la nuova campagna di Shelter dimostra che una casa è molto più di un tetto sopra la testa

La progettualità, creata dalla propaggine londinese dell'agenzia e intitolata “Our House is not a Home”, denuncia le condizioni inaccettabili degli alloggi temporanei per famiglie e il devastante impatto sul futuro dei bambini. Lanciata il 3 settembre, si apre con un videoclip che contrappone le parole inalterate della canzone, cariche di nostalgia e ottimismo nella versione originale, a immagini crude che raccontano la dura realtà delle famiglie negli alloggi temporanei forniti dai comuni. Il video è disponibile sui principali canali TV, online e social, con l’obiettivo di riportare il brano Our House in classifica a 42 anni dall’uscita – e soprattutto di dare voce a chi una vera casa non ce l’ha.

Che cosa significa davvero “casa”? Per molti, è semplicemente quattro mura e un tetto. Ma l’organizzazione benefica per i senzatetto SHELTER vuole sfatare questa percezione con una campagna d’impatto che rivela le drammatiche realtà degli alloggi temporanei in cui migliaia di famiglie sono costrette a vivere. Un ambiente infestato da muffa, spazi angusti e rumorosi, privi di servizi essenziali come riscaldamento, cucina o l’accesso a servizi igienici adeguati: questi luoghi possono essere abitazioni, ma non sono “casa”.

Realizzata da DUDE London con il supporto di HSBC UK, la campagna “Our House is not a Home” sfrutta in modo creativo il celebre brano del 1982 Our House dei Madness (scritto da Chris Foreman e Cathal Smyth) per denunciare la gravità dell’emergenza abitativa nel Regno Unito e le conseguenze delle pessime condizioni di vita sul futuro delle persone – in particolare dei bambini.

Lanciata il 3 settembre, la campagna si apre con un videoclip che contrappone le parole inalterate della canzone, cariche di nostalgia e ottimismo nella versione originale, a immagini crude che raccontano la dura realtà delle famiglie negli alloggi temporanei forniti dai comuni.

Su un arrangiamento acustico minimale del brano, il film da 60 secondi, girato in pellicola e diretto da Milo Blake (Spindle), mostra una famiglia di cinque persone costretta in un alloggio umido, sovraffollato e rumoroso, lottando per mantenere una parvenza di normalità nonostante la mancanza di riscaldamento e privacy.

Frasi come “Father wears his Sunday best” e “Sister’s sighing in her sleep” scorrono su scene in cui il padre cerca di rimuovere la muffa dal soffitto e una bambina condivide il letto con i fratelli, mentre fuori si sentono sirene e urla attraverso le pareti. Il film mostra come queste sistemazioni possano durare mesi, a volte anni; costringendo le famiglie a spostamenti continui che compromettono istruzione, salute, lavoro e stabilità economica.

La campagna, sostenuta da HSBC UK, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi per fermare l’emergenza abitativa, alimentando una conversazione nazionale su cosa renda davvero una casa “casa”.

Mairi MacRae, Direttrice Campagne e Politiche di SHELTER, dichiara: "Siamo profondamente grati al team di DUDE per aver dato vita a ‘Our House’ e acceso i riflettori sulla dura realtà che migliaia di famiglie affrontano ogni giorno. Sempre più persone sono spinte sull’orlo della povertà abitativa a causa degli affitti privati fuori controllo e della scarsità di alloggi sociali realmente accessibili. Con HSBC UK lavoriamo per aiutare le famiglie a costruire resilienza finanziaria e prevenire la perdita della casa. Questa campagna è fondamentale per ottenere il sostegno pubblico e porre fine all’emergenza abitativa.”

Il video è disponibile sui principali canali TV, online e social, con l’obiettivo di riportare il brano Our House in classifica a 42 anni dall’uscita – e soprattutto di dare voce a chi una vera casa non ce l’ha.