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Nolita combatte l'anoressia con Oliviero Toscani

La campagna si sviluppa con maxi affissioni in molte città e tramite tutti i più importanti quotidiani del paese, in contemporanea alla Settimana della Moda a Milano. Vanity Fair in uscita domani ha intervistato la ragazza malata protagonista degli scatti.

Non lascia spazio a interpretazioni la nuova campagna Nolita realizzata da Oliviero Toscani per il brand del gruppo Flash&Partners. La protagonista scelta per accompagnare questo messaggio, rivolto soprattutto alle giovani donne sensibili e attente alle mode, è Isabelle Caro una ragazza vittima della malattia che, insieme alla bulimia, vede coinvolte oltre due milioni di persone solo in Italia. Oliviero Toscani ha letteralmente spogliato il suo soggetto, per mostrare a tutti attraverso quel corpo nudo la realtà di questa malattia, nella maggior parte dei casi causata dagli stereotipi imposti dal mondo della moda.

"Sono molti anni che mi interesso al problema dell'anoressia" dichiara Oliviero Toscani "Chi ne è responsabile? La comunicazione in generale? La televisione? La moda? Finalmente, in Italia, proprio un'azienda di moda ha capito l'importanza del problema e, accettando i rischi, ne ha preso coscienza ponendo il problema in pubblico". "Confesso che quando ho visto la foto per la prima volta" afferma Luisa Bertoncello, amministratore delegato di Flash&Partners, "sono rimasta scioccata per la crudezza e la verità che comunica. Oggi però l'intento aziendale è proprio quello di usare i mezzi pubblicitari come strumento di sensibilizzazione ai mali sociali. Comunicare con un linguaggio semplice, coniugando arte e consumo, marketing e informazione, attraverso il più ampio mezzo di diffusione attualmente disponibile: la pubblicità".

Proprio alla luce delle l'implicazione della Moda in questa piaga moderna, la campagna si sviluppa con maxi affissioni in molte città e tramite tutti i più importanti quotidiani del paese, in contemporanea alla Settimana della Moda a Milano. Pieno apprezzamento e appoggio è stato espresso da Livia Turco, Ministro della Salute, che ha dichiarato: "per quanto riguarda la campagna No Anorexia ho apprezzato, sinceramente, sia i contenuti, che si propongono in linea con i principi ispiratori del programma del Ministero, che le modalità di realizzazione proposte. In quest'ambito, infatti, un'iniziativa come questa sia in grado di aprire efficacemente un canale comunicativo originale e privilegiato con il pubblico giovane attraverso un messaggio di grande impatto idoneo a favorire un'assunzione di responsabilità verso il dramma dell'anoressia, rappresenta uno strumento da prendere in assoluta considerazione. Tanto premesso, nell'auspicare la miglior riuscita dell'iniziativa esprimo nuovamente il mio pieno apprezzamento."

Ampio spazio alla campagna è stato dato anche dal mensile Vanity Fair che nel numero in edicola domani ha intervistato in esclusiva la protagonista, Isabelle Caro, dando voce alle vicende familiari che l'hanno portata sulla strada della malattia "Mi sono nascosta e coperta per troppo tempo: adesso voglio mostrarmi senza paura, anche se so che il mio corpo ripugna. Le sofferenze fisiche e psicologiche che ho subito hanno un senso solo se possono essere d'aiuto a chi è caduto nella trappola da cui io sto cercando di uscire.", ha dichiarato isabelle a commento della sua scelta di posare per la campagna. E Oiviero Toscani interpellato da Vanity sul perchè di questa scelta ha risposto: "L'anoressia è un tema tabù per la moda. Come l'Aids ai tempi: nessuno nel giro della moda aveva l'Aids....Adesso invece l'argomento tabù è l'anoressia. Io non credo che la moda abbia grandi responsabilità nel problema dell'anoressia, è una cosa molto più ampia che riguarda tutti i media e in particolare la televisione, che propone alle ragazze modelli di successo assurdi. La tv ha creato una società che non si ama e non si accetta.(...). Il sistema è degenerato. La mostruosità piace. Siamo in preda a una malattia culturale: ci piacciono i mostri perchè non ci vogliamo bene". "E' pronto alle critiche che questa campagna solleverà con quella foto che è un pugno nello stomaco?" "C'è una bellezza nella tragedia. Il paradosso è che ci si sconvolge davanti all'immagine e non di fronte alla realtà. Io ho fatto, come sempre, un lavoro da reporter: ho testimoniato il mio tempo."