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Sala: "Per la categoria Press un'esclusione su cui riflettere'

Il presidente dell'Adci interviene sull'assenza di un italiano nella categoria Press a Cannes, e ribadisce il sostegno dell'Associazione ai giurati italiani al Festival di Cannes. Advexpress ha raccolto commenti e impressioni sull'impegnativo compito in cui saranno coinvolti.

L'Art Directors Club Italiano in un comunicato ribadisce il suo impegno a sostenere i giurati italiani al Festival di Cannes e fa sapere che metterà a disposizione la sua organizzazione per raccogliere e far visionare in anteprima ai giurati i lavori italiani iscritti al Festival. Nella nota l'Adci rende noto che "Pietro Maestri (Film), Lele Panzeri (Outdoor), Raffella Bertini (Cyber), Francesco Taddeucci (Radio) avranno tutto l'appoggio necessario per arrivare preparati a una competizione che anche quest'anno si annuncia difficile per l'Italia".
Già da subito, le agenzie, i creativi, le case di produzione e le aziende che iscriveranno i loro lavori a Cannes 2006, possono inviare i materiali all'ADCI, in modo che siano raccolti, organizzati e messi a disposizione dei giurati italiani. L'ADCI ospiterà - come lo scorso anno - anche le 2 conferenze stampa (prima e dopo l'evento) sulla 53esima edizione del Festival Internazionale della Pubblicità di Cannes, che avrà inizio il prossimo 18 giugno.

Riguardo al fatto che per la prima volta non ci sarà un giurato italiano nell'importante categoria 'Press', Maurizio Sala, presidente ADCI, per il momento si limita ad esprimere perplessità su questa incomprensibile decisione dell'organizzazione del Festival: "Nonostante nella comunicazione ufficiale di Sipra non fosse indicata la giuria 'Press', avevamo fornito una lista di candidati anche per questa giuria, come di consueto"- ha dichiarato Maurizio Sala -. "Siamo quindi sorpresi e ci dispiace moltissimo che l'Italia non venga più considerata importante per questa sezione dei Cannes Lions, un'esclusione su cui rifletteremo a fondo. Nei prossimi giorni rilasceremo comunicazioni più approfondite in merito".
"È l'organizzazione del Festival di Cannes che incarica Sipra di scegliere i giurati italiani per ognuna delle giurie più importanti del Festival e, di consuetudine, Sipra chiede all'Adci di indicare un nome per quelle di Press, Outdoor, Film, Cyber, Radio e di affiancare altri 2 nomi a quello del candidato principale" spiega Gianguido Saveri , segretario dell'Adci. "Ma in non più della metà dei casi viene scelto il capolista da noi indicato".

All'indomani della nomina dei giurati italiani al Festival di Cannes, ADVexpress ha raccolto commenti e impressioni sull'impegnativo compito in cui saranno coinvolti.

Lele Panzeri, co-fondatore e direttore creativo La Scuola di Emanuele Pirella, giuria Outdoor

"Vado a Cannes col buonumore e col cuore impavido, con lo stesso spirito di quando si va in battaglia, con l'obiettivo di non prenderne più del solito" dichiara Lele Panzeri. "Sono onorato di essere stato scelto come giurato, l'ho già fatto nl '93 ed è sempre una grande soddisfazione essere nella giura di un Festival così importante. So che ultimamente i risultati ottenuti dall'Italia nella competizione internazionale di Cannes non sono stati esaltanti. Da anni si è stabilito un gusto decisamente anglosassone nella creatività che noi seguiamo a fatica perchè 'non è nelle nostre corde'. Anche quando ci sforziamo di adottare lo stile vincente e trendy della pubblicità di Cannes, arriviamo tardi, a un anno di distanza, quando gli altri già hanno inventato nuovi stili. La pubblicità probabilmente non è più nel nostro dna, non è una delle discipline in cui l'Italia primeggia, mentre è all'avanguardia in tanti altri settori, dalla moda alla cucina. Comunque sono ottimista, se ci sarà da combattere, combatteremo". Gli avversari potrebbero essere particolarmente preparati, l'Italia con quali armi li affronterà? "Non ho idea di quale sia il livello delle pubblicità outdoor che le agenzie italiane iscriveranno a Cannes – spiega Panzeri -, talvolta vengono iscritti lavori non all'altezza che proiettano un'aura poco positiva sugli altri progetti di valore; è necessaria un'autocensura più potente, un filtro. L'unica affissione notevole che ricordo è quella del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che in creatività ed ironia non si è risparmiato. Non ho memoria di campagne particolarmente straordinarie, spero che qualcuno presenti qualcosa di elevato. A Cannes cercheremo di difendere il nostro prodotto professionale senza ridurci al ridicolo, con onestà. Diciamocelo, non siamo ormai nell'Europa e nell'era della globalizzazione? Questa partigianeria per l'Italia mi sembra un po' rinascimentale, dovremmo essere cittadini della professione e non dell'Italia. A Cannes vincono quelli bravi, che riescono ad imporre ai clienti bravi una pubblicità bella ed efficace". Cosa si aspetta dunque per l'Italia? "Non mi aspetto dei risultati eccezionali altrimenti mi ricorderei campagne eccezionali in competizione" dice Panzeri. Riguardo all'assenza di un giurato italiano nella categoria Press, Panzeri commenta: "Mi sembra una scelta misteriosa da parte di chi fa il Festival, non ho l'idea dei motivi che l'hanno ispirata".

 

Pietro Maestri, direttore creativo JWT, giuria Film

"Andrò a Cannes con uno spirito battagliero, fortemente motivato a fare al meglio il mio lavoro in difesa della creatività italiana. Rimane però il fatto che nel confronto con le esperienze degli altri Paesi la pubblicità italiana rimane penalizzata. E la colpa di ciò è da attribuire non solo alle agenzie di pubblicità, ma a tutto il sistema pubblicità, di cui fanno parte anche i clienti, le case di produzione, gli istituti di ricerche. La creatività italiana oggi è troppo ombelicale: gioca cioè in maniera eccessiva sull'uso dei testimonial, di attori famosi, della commedia divertente: tutti aspetti questi che in una competizione internazionale non vengono apprezzati". E per facilitare un miglioramento del 'sistema pubblicità' Maestri un'idea ce l'avrebbe. "Mi piacerebbe scrivere una sorta di decalogo che contenga le regole per fare campagne più interessanti, più al passo con i tempi, soprattutto senza stereotipi e cliché, troppo presenti nella nostra creatività". Se però la creatività italiana ha qualche pecca nel sistema che la produce, i recenti scarsi risultati sono anche dovuti all'atteggiamento dei giurati stranieri nei confronti del nostro paese. "C'è un pregiudizio sedimentato ormai da alcuni anni verso la creatività italiana: sempre un po' ripetitiva, un po' tutta uguale, di quelli che cercano di fare i furbi. Manca insomma un atteggiamento favorevole, e questo certo non ci aiuta. Il problema è che fino a quando non vi saranno campagne veramente valide, questo atteggiamento non cambierà". Infine, interrogato su quali sono a suo avviso gli spot significativi prodotti quest'anno che potrebbero avere qualche riconoscimento al Festival, risponde: "Su due piedi, francamente non mi viene in mente nulla, ma mi riservo di pensarci attentamente con calma nelle prossime settimane. È comunque ancora presto per dirlo, dato che ancora non si sa quali saranno le campagne iscritte".

Riccardo Bandera, ceo e fondatore di Bbs (Maxus), giuria Media Lions

"Sono molto contento di questo incarico, e sono ancora più soddisfatto per il riconoscimento che questo rappresenta a Maxus Bbs. E' senz'altro un'opportunità importante di confronto e di incontro per vedere cose nuove e interessanti. Vado dunque con un atteggiamento di curiosità. Il media in Italia oggi ha ancora qualche margine di crescita in termini di creatività, mentre all'estero questa è molto sviluppata. Allo stesso tempo questo comparto in Italia è molto evoluto dal punto di vista di analisi, efficacia, utilizzo degli strumenti econometrici e statistici, e soprattutto di strategic planning. Spero vivamente che in sede di giuria si potrà dare il giusto spazio anche agli aspetti strategici, premiando le soluzioni che spiccano, oltre che per originalità, anche per solidità e utilità".

Sergio Müller, direttore creativo Rapp Collins, giuria Direct Lions

"Vado a Cannes con spirito di umiltà, perché è la mia prima volta in una giuria internazionale, e a Cannes si riunisce davvero il gotha della pubblicità mondiale". Esordisce così Sergio Müller, il quale spiega che la parola d'ordine per il "suo" festival sarà "selettività". "L'input ricevuto a livello di network è quello di premiare solo ciò che cambia davvero il modo di approcciare il lavoro. Sia in Italia che in altre sedi, come quella di Londra, abbiamo campagne molto belle, poche delle quali però funzionerebbero a Cannes". Qual è l'elemento mancante? "Per distinguersi a Cannes, i lavori devono cambiare la prospettiva con cui si guarda al business. Non solo devono portare risultati, dunque, ma devono essere totalmente innovativi, e costituire un esempio per tutti. Non dimentichiamo che negli ultimi anni a Cannes non si riusniscono solo i creativi ma si vedono sempre più anche le aziende, che mandano i loro manager per capire cosa c'è di nuovo". L'esperienza deludente dello scorso anno, quando, pur con 107 lavori iscritti ai direct lions, l'Italia non ha avuto neanche una campagna in shortlist, cosa ha insegnato? "L'anno scorso all'ingente quantità non è corrisposta altrettanta qualità. Un'altro elemento che ci fa dire che le agenzie dovrebbero essere più selettive". Fra i criteri su cui si baserà per valutare le campagne Müller cita "La rispondenza al brief e, come ho detto, l'innovatività. In essa rientra anche la capacità di individuare media alternativi. Non solo la tv ha il problema dell'affollamento, ma anche nel direct bisogna fare i conti con caselle di posta inondate da mailing. La capacità di innovare allora può evidenziarsi nella scelta del media. Un esempio oggi è la tv interattiva, che consente una risposta immediata. Rapp Colins Europa terrà un seminario a Cannes, lunedì 19 giugno, proprio sull'uso delle nuove tecnologie per allacciare un rapporto diretto con i clienti". Infine, alla richiesta di indicare una campagna realizzata dalla sua agenzia che potrebbe avere buone chance a Cannes, Müller cita "un welcome mailing per Amnesty International, con cui si ringraziano i nuovi soci di Amnesty inviando loro la tessera e facendogli percepire fisicamente il valore del loro aiuto: infatti, strappando la busta e staccando la tessera aprono 'un varco alla libertà e ai diritti umani'. Realizzato con costi bassissimi, è un lavoro che ha ottenuto ì ottimi risultati, sia a livello di immagine che di nuove donazioni generate, ed è stato premiato alla Freccia d'Oro 2005 nella categoria non profit".

Massimo Decursu, strategic planning & creative director Promotions Italia, giuria Sales Promotions

"Sono soddisfatto e contento di essere stato chiamato a rappresentare l'Italia, in una giuria, quella di Sales Promottions, che fa il suo esordio a Cannes quest'anno. Affronterò questa esperienza con orgoglio ma soprattutto con curiosità, per capire cosa emerge dal confronto della produzione italiana con l'estero, e per cercare benchmark creativi per il prossimo futuro. Credo che per tanto tempo la creatività italiana nel settore sia stata diversa - e per certi versi incompatibile - da quella di altri paesi, per differenze legate alla regolamentazione e non solo, basti pensare alle telepromozioni. Oggi invece mi sembra si evidenzino dinamiche comuni ai diversi paesi. Ad esempio la crescente importanza del web, il diffondersi degli eventi esperienziali, le comunità dei consumatori, sono ormai fenomeni globali. C'è quindi una maggiore possibilità di confronto fra diversi approcci creativi". Delle campagne in competizione, Decursu valuterà soprattutto "la rispondenza del progetto sotto il profilo strategico, e il taglio creativo. Aspetto, quest'ultimo, che penso finirà per prevalere nelle considerazioni dei giurati".

Raffaella Bertini, Adv Dept. Director, Nurun Italia, giuria Cyber

"Sono molto contenta dell' opportunità che ADCI e Sipra mi hanno dato, perché Cannes è la vetrina del meglio che offre questo lavoro. Già a luglio del 2005 sono stata giurata per gli ADCE a Barcellona e il confronto con i creativi di altri paesi è stato veramente interessante. Anche questa volta vado con lo spirito di chi vuole imparare dagli altri, e cercherò di fare onore al nostro paese sia come giurato che come creativa". Della categoria Cyber, Bertini dice: "È una categoria giovane, dinamica ed in continua evoluzione, come il mezzo che la supporta. Il web poi può vantare un 'target' più alto come cultura e stili di vita rispetto all'utente dei media tradizionali. L'anno scorso ho visto bellissimi progetti innovativi e con idee forti, e mi aspetto di restare stupita anche quest'anno, e di tornare in ufficio dopo Cannes con l'entusiasmo di fare sempre meglio per questo settore in cui credo ciecamente, visto che ci lavoro da 10 anni". In attesa di defniire con gli altri giurati i criteri in base ai quali giudicare le campagne, Bertini afferma: "l'idea è la cosa per me fondamentale in una campagna". Per l'Italia, Bertini è ottimista: "Il web italiano è andato sempre migliorando negli ultimi due anni. Mi aspetto comunque di assistere a un miglioramento a livello mondiale, visto che la rete non ha confini...se non linguistici".

Francesco Taddeucci, direttore creativo Saatchi & Saatchi Roma, giuria Radio

"Sono felice di questa nomina anche perché sono un grande appassionato di radio, e ho un passato di deejay e conduttore radiofonico. Per questo negli anni ho seguito con attenzione manifestazioni quali il Festival di Cannes, e posso dire che il confronto con le pubblicità radiofoniche di altri paesi non è sfavorevole per l'Italia. Credo non ci sia un divario evidente, al contrario di quanto avviene per altri mezzi come la televisione o la stampa. Rimane il problema della lingua, per cui un radiocomunicato deve essere tradotto e inciso in inglese. Ma sono convinto che se l'Italia dimostrasse più fiducia nelle possibilità delle campagne radio, iscrivendone un numero superiore rispetto alle 4-5 dello scorso anno, potrebbe avere buone chance di portare a casa dei premi. La sola nostra agenzia quest'anno ne iscriverà circa 6. Fra queste credo molto nelle campagne per Greenpeace, WWF, Enel, e per la mostra Io Cartoon, tenutasi a Roma. Da cosa riconoscerò una buona campagna? Dalla capacità di essere originale, interessante e di rottura. Nei primi secondi ci si gioca tutto, chi ascolta la radio è impegnato anche in altre attività e il comunicato deve avere un effetto dirompente fin dall'inizio".

 

Claudia Albertoni, Elena Colombo, Ilaria Myr