Brand Identity

Classifica di Interbrand: sempre in testa Coca-Cola, Microsoft, Ibm

L'Italia è rappresentata solo da brand della moda e del lusso. "È una fotografia del nostro paese – commenta ad Advexpress Manfredi Ricca, business director Interbrand -, caratterizzato da una forte capacità creativa e stilistica, ma meno affermato dal punto di vista della tecnologia e dell'innovazione".

Interbrand, società che opera su scala internazionale nell'ambito della Brand Consultancy, ha pubblicato la classifica dei 100 brand globali a più elevato valore economico. Giunta alla sesta edizione, la classifica Best Global Brands identifica i 100 brand globali che sono stati in grado di ottenere e mantenere le migliori performance competitive sul mercato mondiale.

Rimane sostanzialmente immutato, rispetto allo scorso anno, il vertice della classifica: ai primi posti, infatti, ancora Coca-Cola, Microsoft, Ibm, GE e Intel. "È evidente che le prime posizioni sono appannaggio di brand così forti da subire raramente scossoni – spiega ad Advexpress Manfredi Ricca, business director Interbrand (nella foto) -. Registrano però un calo del loro valore Microsoft, -5%, e Intel, -9%. Il primo forse a causa del ritardo nel lancio di Vista, che dovrebbe sostituire Windows, e anche per i cambiamenti dei modelli di business in ambito informatico, dove si affermano logiche di distribuzione dei software basate sul 'pay per use' che non sono accolte con molto favore. Intel, dal canto suo, risente di una competizione che si fa sempre più forte, come dimostra la decisione di Dell di interrompere la relazione esclusiva con Intel ospitando sui propri pc processori del diretto concorrente, Amd".

Dalla 6a alla 10ma posizione si trovano Nokia, Toyota, Disney, McDonald's, Mercedes. "Qui si evidenzia il balzo in avanti di Nokia – prosegue Manfredi Ricca -, che rappresenta il primo brand non americano e il cui valore cresce del 14%. Questo grazie alla sua capacità di aggredire il mercato nelle due fasce su cui si sta polarizzando: la fascia alta e il mass market. Da un lato infatti è un punto di riferimento per i cellulari economici, dall'altro ha lanciato cellulari di pregio, con un design e feature di grande richiamo". Anche Toyota segna un buon incremento, a +13%: "È il primo brand di automobili, che da solo riesce a coprire tanti segmenti di mercato, come raramente avviene – commenta Manfredi Ricca -. Si tratta di un brand che riscuote un notevole successo con il suo posizionamento "verde', di cui è emblema la Prius, auto ecologica a propulsione idrica. Sempre nel settore auto, da segnalare l'ingresso in classifica di Lexus: un caso in controtendenza, perché si tratta di un brand di lusso che nasce in Oriente e ha successo in Occidente, mentre di solito avviene il contrario".

In 24ma posizione si trova il brand che ha segnato la crescita più evidente: +46% per Google. "Un risultato frutto delle strategie aggressive che sta adottando, e che potrebbero portarlo a diventare un competitor di Microsoft. Bisogna però vedere se in futuro sarà in gado di essere competitivo nei servizi a valore aggiunto". Cresce anche Apple, a +14%, che risente in positivo dell'effetto i-pod. "Questo brand ha sfruttato al meglio la combinazione fra il contenitore e il contenuto, i-Tunes, creando una piattaforma senza rivali. La partnership con Intel poi potrebbe schiudere prospettive interessanti presso il bacino delle aziende".

Gli italiani in classifica

Anche quest'anno l'Italia è rappresentata in via esclusiva dall'ambito della moda e del lusso. "Quella che scaturisce è una fotografia del nostro paese – afferma ancora Manfredi Ricca -, caratterizzato da una forte capacità creativa e stilistica, ma meno affermato dal punto di vista della tecnologia e dell'innovazione. Non si è raggiunta la massa critica che consente alle aziende di competere sulla scena internazionale. La ventata di novità portata dalla designer Frida Giannini ha permesso a Gucci (46ma posizione) di incrementare il valore del proprio brand dell'8%. Bulgari (95ma posizione) ha conseguito una crescita del 6% ottenuta confermando il proprio posizionamento di 'luxury brand' globale in diversi settori, da quello storico dei gioielli a quello, in espansione, degli hotel. Prada (n. 96) cresce del 4% anche grazie ai forti investimenti nella store architecture e a collezioni focalizzate su un messaggio ai confini dell'ambito artistico. In aumento anche il valore del brand Armani (n.97) che ha inaugurato diverse estensioni, quali A/X e Armani Privé, e ha visto l'espansione di Armani Casa.

Dalla classifica sembra emergere un'indicazione per le aziende: "I risultati di quest'anno dimostrano chiaramente – conclude Manfredi Ricca - che nel caso in cui le aziende non gestiscano il proprio marchio proattivamente, sarà il mercato stesso a farlo al loro posto, lasciandoli in una situazione di estrema vulnerabilità. Coloro che hanno migliorato la propria perfomance o, in generale, sono saliti nella graduatoria hanno adottato specifiche strategie per sfruttare e accrescere il valore dei propri brand".

La metodologia

Il valore dei brand è stato determinato utilizzando la metodologia sviluppata da Interbrand quasi 20 anni fa e da allora impiegata per valutare oltre 4.000 brand in tutto il mondo. Il risultato corrisponde al valore attuale netto dei flussi economici prospettici attribuibili al brand e fa riferimento al periodo tra il 1 luglio 2005 e il 30 giugno 2006. Per essere inclusi nella classifica, i brand devono avere un valore economico superiore a 2,7 miliardi di dollari ed essere in linea con tre condizioni: un terzo del fatturato deve essere conseguito all'estero; devono esistere dati finanziari e di mercato pubblicamente disponibili; i brand devono avere una riconoscibilità e un profilo che vadano oltre la propria clientela diretta.

Alleghiamo in alto a destra la classifica completa in formato .pdf