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Packwatch: per il 63% dei consumatori il pack è un medium

Presentati oggi da Angelo Faravelli (amministratore di Advance Italia) e Nicola Pellegrini (direttore generale QMark) i dati della ricerca sulla percezione del packaging da parte del consumatore.

A poco più di un anno dalla sua nascita, Packwatch, l'iniziativa voluta da Ied, Largo Consumo, Pda, Richmond Italia e Ugs Italia, prosegue nella sua attività di laboratorio/osservatorio sull'innovazione nei processi di sviluppo del packaging.

Uno dei primi step di Packwatch nell'indagine del settore del packaging era stata la ricerca svolta nel dicembre 2005, in cui l'osservatorio indagava, su un campione di un centinaio di manager, il ruolo del packaging nelle imprese italiane e le sue prospettive di sviluppo. (Vedi nota correlata ).

Questa prima ricerca aveva evidenziato come il design e gli aspetti grafici, ovvero il complessivo formato dell'involucro, venissero considerati all'interno delle aziende elementi fondamentali per la riuscita commerciale di un prodotto.
Accanto a questo si segnalava la tendenza a non considerare come attuali le tematiche di eco-compatibilità delle confezioni, rimandando la problematica al futuro.

In continuità con questo lavoro Packwatch, rinnovando la collaborazione con l'istituto di ricerche di mercato on-line QMark, ha indagato il tema del packaging presso un campione di oltre 300 consumatori italiani. Obiettivo: comprendere il ruolo del pack dal punto di vista del consumatore e indagarne la consapevolezza riguardo allo smaltimento e al riciclo dello stesso.

I risultati di questo lavoro sono stati presentati nella conferenza stampa tenuta oggi (12 luglio 2006) da Angelo Faravelli (amministratore di Advance Italia) e Nicola Pellegrini (direttore generale QMark).

La ricerca sviluppata da QMark attraverso la rete, utilizzando un questionario a risposta multipla (non esclusiva), ha mostrato delle continuità tra la percezione del packaging presso i consumatori e le indicazioni precedentemente offerte dai manager interpellati nella ricerca di dicembre 2005.
Il 63% dei rispondenti si trova infatti concorde nel ritenere la confezione del prodotto un vero e proprio media, veicolo di informazione sul contenuto; il 40% gli riconosce un ruolo di protezione; mentre il 35% gli accorda una funzione di richiamo.

Come sostenuto dai manager anche i consumatori riconoscono la funzione di biglietto da visita del pack (60%), capace di catalizzare l'attenzione (54%).

PACKAGING: PUNTI DI FORZA

Accanto a questo, come ha sottolineato Nicola Pellegrini è emersa la completa consapevolezza del consumatore che nel 53% dei casi definisce il pack come un elemento atto ad aumentare il prezzo del prodotto, o come uno spreco di materiali (50%).

PACKAGING: PUNTI DI DEBOLEZZA

 

La ricerca ha poi scorporato i dati in funzione delle fasce di età evidenziando quattro tendenze significative.
I più giovani (14-17 anni) dimostrano di non curare gli aspetti grafici o di eco-compatibilità degli involucri; la fascia tra i 18 e i 24 anni dimostra una sostanziale indifferenza; tra i 25 e i 45 anni i consumatori si distinguono per un atteggiamento più consapevole nei confronti del packaging cui attribuiscono le diverse funzioni sopracitate; gli over 54 non risultano invece propensi a considerare il pack come veicolo di comunicazione.

La sezione del questionario volta ad indagare la consapevolezza del consumatore in merito alle possibilità di riciclo del packaging dei prodotti ha evidenziato un importante lack informativo: molti intervistati non conoscono il significato dei simboli che dovrebbero guidarli nel corretto smaltimento del prodotto. Nicola Pellegrini ha quindi affermato la necessità, sia da parte delle aziende che delle istituzioni, di incrementare la comunicazione al riguardo. Concorde anche Angelo Faravelli che si è espresso a favore di una crescita della funzione informativa del pack, soprattutto in risposta al bisogno evidenziato dai consumatori.