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Digital Convergence: attenzione a contenuti e semplicità d'utilizzo

Si è tenuto oggi 31 gennaio, a Milano, il convegno sulla Digital Convergence Industry organizzato da Ambiente Digitale e Fondazione Ugo Bordoni . Numerosi gli interventi di esperti e operatori del settore, spesso concordi nell'affermare che il fenomeno della convergenza nel nostro paese è realtà.

Convergenza, multicanalità, sviluppo dei servizi interattivi e dei contenuti: il mercato dei media digitali vive da anni un'esplosione che attraversa industrie diverse e coinvolge operatori sempre più numerosi. E' questa la riflessione che sta alla base del convegno Lo stato di sviluppo della Digital Convergence Industry italiana – Contenuti, servizi e piattaforme, organizzato da Ambiente Digitale e Fondazione Ugo Bordoni oggi, 31 febbraio, a Milano.

Tra i relatori della mattina, Valerio Zingarelli di Telecommunication Studies & Consulting, Pier Angelo Biga, Managing Partner Icm Advisors, Angelo Airaghi, presidente della commissione economica Digitale Confindustria, Senior Advisor Finmeccanica, hanno affrontato le tematiche alla base dello sviluppo della tecnologia digitale nel nostro paese.

Zingarelli esordisce, nel proprio intervento, osservando che oggi il 75% del traffico mobile avviene 'in building', ovvero all'interno di 'edifici', l'80% è voce, il 15% sono sms, e solo il 5% riguarda dati a valore aggiunto. Da queste considerazioni Zingarelli deduce che "la grande quantità di consumatori ha esigenze semplici. I servizi multimediali sono ancora troppo difficili e inaffidabili per il mass-market che, inoltre, è sempre più sensibile ai prezzi."

Lo sviluppo dei terminali, dunque, deve basarsi su priorità di servizio e di mercato, il che significa puntare su voce e sms, portabilità, semplicità di utilizzo e di billing e affidabilità, con servizi push (contenuti in entrata) piuttosto che pull. Tra i servizi push rientra la tv mobile, fenomeno di grande interesse a proposito del quale Zingarelli avverte: "Attenzione ai contenuti, che devono essere in continuità con la tv tradizionale e all'insegna della semplicità, pena il disinteresse delle masse verso una tecnologia con contenuti troppo 'innovativi' ".

L'attenzione di Angelo Biga si è concentrata sull'opportunità di sviluppo che l'industria digitale offre all'economia italiana. "L'occasione è da non perdere – ha affermato Biga – soprattutto nel nostro paese, dove il mercato 'mobile' è estremamente fiorente". In Italia, secondo Biga, è nata una vera e propria filiera dell'industria digitale, con 2.300 aziende attive, dalla produzione di contenuti alla distribuzione.

Tra il 2004 e il 2006 gli investimenti hanno toccato i 2 miliardi, con un valore del mercato stimato intorno ai 25 miliardi, di cui 8 riguardanti il campo dei contenuti, dove operano circa 1.800 aziende.

Tra i driver di sviluppo del mercato digitale indicati da Biga, l'evoluzione dei contenuti, dei servizi di pubblica utilità, e dei servizi transazionali (e-commerce). In particolare l'e-commerce rappresenta un'opportunità molto grande, riguardando numerosi settori dalla finanza all'entertainment. E' necessario, quindi, secondo Biga, che le aziende ripensino a come utilizzare internet in quanto canale di contatto e vendita al pubblico.

La riflessione sullo sviluppo della convergenza è stata al centro dell'intervento di Angelo Airaghi. Oggi, i fenomeni di cui si può prendere atto sono due: la convergenza tra tv, pc e internet, e quella tra voce fissa e voce mobile.

"La scintilla che ha dato il via a questo processo – ha affermato Airaghi – è senza dubbio l'incontro tra informatica e telecomunicazioni. Da quel momento di strada se n'è fatta molta, e il percorso è ancora lungo e ricco di potenzialità". Nei discorsi più attuali sul tema, si parla di convergenza tra 'carriers' e contenuti, con una posizione di dominanza dei primi sui secondi. "Chi opera sui contenuti – ha spiegato Airaghi – sa che o li vende ai monopolisti del 'carring' o rischia l'emarginazione". Da questa osservazione Airaghi deduce che, premessa dello sviluppo, è lo scardinamento del sistema duopolistico che ha dominato fino ad ora il mondo dei media tradizionali, assorbendo gran parte delle risorse ad esso destinate, come ad esempio gli introiti pubblicitari.

"Il vero salto di qualità – ha concluso Airaghi – consisterà nel superare anche il mezzo ritenuto più semplice e diffuso, ovvero la tv, grazie a un'interazione tra linguaggio naturale, ovvero voce e gesti, e rete digitale. Nel contesto di questa nuova 'ambient intelligence' , sarà molto più difficile un governo monopolistico del sistema".

Nel pomeriggio, Vincenzo Lobianco, direttore Servizio Tecnologie dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha sottolineato come il passaggio da uno scenario analogico a uno digitale comporti l'esigenza di nuovi approcci regolamentari. "Occorre – ha detto – identificare separati regimi regolamentari per reti e contenuti, regolare l'accesso a reti e piattaforme e garantire la concorrenza fra queste ultime. Con il digitale si ridefinisce la catena del valore, e operatori di rete, fornitori di contenuti e fornitori di servizi dovranno sottostare a regimi distinti".

La parola agli operatori

A seguire, una tavola rotonda ha messo a confronto alcuni dei principali protagonisti della telefonia mobile e della tv digitale. "Noi abbiamo deciso di affrontare il tema della convergenza fisso-mobile in anticipo rispetto al resto del mercato – ha spiegato Massimo Intorrella, senior vice president Sevice Development Telecom Italia -, per offirire al consumatore un unico ambiente digitale di intrattenimento, a prescindere dalla piattaforma utilizzata, sia essa pc, tv o cellulare. È una convergenza che si realizza nei contenuti: è noto che l'intrattenimento è alla base della gran parte degli acquisti di tecnologia".

Secondo Nevio Boscariol, direzione Business Development di Wind, "un problema nella convergenza è la codifica, che deve essere uniforme per tutti i mezzi". "Per quanto riguarda i contenuti – ha proseguito – la tv sul cellulare inizialmente sarà la riproposizione della tv tradizionale, così come la tv degli esordi proponeva i contenuti della radio. Come allora sono nati in un secondo momento linguaggi nuovi e format più agili, lo stesso avverrà per il mobile".

Si è soffermata in particolare sugli aspetti legati alla concorrenza Bianca Maria Martinelli, direttore Affari Regolamentari Vodafone , che ha dichiarato: "Il driver della concorrenza è l'innovazione. Bisogna essere protagonisti dell'innovazione sulla propria rete, e per questo è fondamentale l'integrazione verticale. Tools abilitativi della concorrenza sono la politica delle frequenze e la politica dei contenuti. Vodafone ha investito negli ultimi 5 anni 9 miliardi di euro in infrastrutture, di cui 3,5 per l'Umts, ma per lo sviluppo dei servizi serve un accesso aperto ai contenuti: se invece un operatore compra in esclusiva, ad esempio, le partite di una squadra di calcio, un altro di un'altra squadra, crea disagio anche al consumatore". "Non facciamoci male da soli – ha concluso – creando un mondo di esclusive".

Se esiste una specificità italiana nell'approccio alla convergenza, questa è data dalla centralità della televisione: è l'opinione di Federico Di Chio, responsabile coordinamento Progetto Digitale Terrestre Mediaset, che ha detto: "Ogni giorno 45 milioni di italiani guardano almeno un minuto di tv al giorno, e la media è di 270 minuti. Non si capisce l'investimento di Mediaset nel digitale se non si parte da qua: infatti quei 45 milioni guarderanno la tv attraverso il digitale terrestre, perché è l'unica piattaforma che offre canali gratuiti".

A margine dell'incontro, Di Chio ha dichiarato ad Advexpress: "Con i 3,8 milioni di decoder venduti, secondo i dati Gfk, abbiamo superato la soglia che consente la sostenibilità del modello free per il digitale terrestre. Proprio nell'offerta free stiamo curando in particolare Boing, il canale per ragazzi, il cui fatturato sfiora i 4 milioni di euro, e stiamo anche lavorando sui tre canali tradizionali, Canale 5, Italia Uno e Retequattro, per far percepire il valore aggiunto del digitale. Da 10 giorni siamo partiti con il Grande Fratello, a settembre avremo la Champions League: calcio, cinema e reality sono i tre cardini su cui ruota la nostra offerta".