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Amazon: quarto trimestre 2017 con utili record di quasi 2 mld e 1,7 mld di ricavi pubblicitari, che nel 2018 gli analisti stimano in crescita fino a 10 mld di dollari

I ricavi sono stati pari a 60,45 miliardi, +38% rispetto ai 43,74 miliardi del pari periodo precedente. Per il trimestre in corso i vertici di Amazon prevedono ricavi compresi tra i 47,75 miliardi e i 50,75 miliardi di dollari. Le stime degli analisti indicano ricavi per 48,6 miliardi di dollari. Nel frattempo infuria la polemica sul brevetto di braccialetto elettronico per i dipendenti.

Amazon ha chiuso il quarto trimestre del 2017 con ricavi per 60,45 miliardi di dollari, in aumento del +38% rispetto ai 43,74 miliardi del corrispondente periodo dell’esercizio precedente e oltre le aspettative degli analisti finanziari che scommettevano su 59,83 miliardi.

Il trimestre si è chiuso con un utile netto record di 1,86 miliardi di dollari, rispetto ai 749 milioni del quarto trimestre del 2016I conti sono stati trainati dalla stagione natalizia e anche dalla quota di nuovi iscritti al servizio di consegne rapide Prime, che nel 2017 ha visto più nuovi membri paganti rispetto a tutti gli anni precedenti. 

Senza contare le varie operazioni di mercato e di riposizionamento: dall’acquisizione della catena di supermercati Whole Foods a quella di Souq, passando per gli esperimenti dei Amazon Go e la ricerca di un secondo quartier generale. Dal punto di vista del business cloud, invece, Amazon Web Services ha generato ricavi trimestrali per 5,11 miliardi (in crescita del +45% anno su anno) e per 17,46 miliardi su tutto il 2017.

Degno di nota, tra i dati di bilancio dell'ultima trimestrale, la voce relativa al fatturato pubblicitario, indicato come ricavi 'altri', pari a 1,7 miliardi di dollari che hanno messo a segno una crescita del +60%.

Per anni, Amazon ha limitato la pubblicità sul sito per influenzare meno gli acquirenti, che hanno acquistato sia in base al prezzo sia leggendo quasi sempre le recensioni. Ora l’azienda sta, gradualmente, dando un posizionamento più rilevante nei risultati di ricerca ai prodotti sponsorizzati.

Entro il 2021, la pubblicità su siti web e sui dispositivi mobili rappresenterà la metà della spesa pubblicitaria negli Stati Uniti, secondo le previsioni di EMarketer.

Un valido motivo per cui gli analisti finanziari di Citibank hanno stimato per Amazon ricavi pubblicitari che nel 2018 potrebbero raggiungere i 10 miliardi di dollari. Stime che invece secondo JPMorgan quest’anno non supereranno i 4,5 miliardi di dollari.

Per il trimestre in corso vertici di Amazon prevedono ricavi compresi tra i 47,75 miliardi e i 50,75 miliardi di dollari. Le stime degli analisti indicano ricavi per 48,6 miliardi di dollari.

Oltre alla crescita continua del proprio patrimonio, il fondatore e CEO Jeff Bezos (in foto) ha potuto tra l'altro festeggiare proprio in questi giorni l'incoronazione di Amazon a marchio di maggior valore del mondo, davanti a Google ed Apple (leggi news).

In contemporanea alla pubblicazione dei conti trimestrali, Amazon ha però dovuto fare i conti con una polemica esplosa su una nuova soluzione che la società vorrebbe adottare per migliorare la produttività dei dipendenti. Si tratta di un braccialetto elettronico, di cui esiste un brevetto recentemente approvato, che gli addetti ai magazzini dovrebbero indossare: grazie a delle vibrazioni l’oggetto è in grado di guidare i dipendenti negli immensi magazzini aziendali, velocizzando così le operazioni di carico e scarico della merce sugli scaffali.

Secondo quanto riportato dalla testata Geekwire, la prima a pubblicare la notizia, i braccialetti sarebbero dotati di un sistema in grado di effettuare la triangolazione con i sensori posizionati sugli scaffali: la vibrazione serve al dipendente per capire se il prodotto selezionato è quello giusto, senza dover ricorrere a tablet o altri dispositivi. All’emergere della notizia, si è affacciata subito anche la questione della privacy.

Il device potrebbe essere inteso come uno strumento per sorvegliare full time gli addetti, limitandone quindi la libertà personale. Immediate le reazioni dei sindacati e di molti politici italiani, che hanno puntato il dito contro una realtà già finita in passato al centro di polemiche sulle condizioni di lavoro al suo interno. Amazon si è difesa sostenendo che in tutti i Paesi in cui opera rispetta “in maniera rigorosa le regolamentazioni sul lavoro. I brevetti impiegano anni per essere approvati e non necessariamente riflettono gli sviluppi dei nostri prodotti e servizi”.