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David Jones: creatività open source per risolvere i problemi globali

Il global ceo di Havas Worldwide e di Euro RSCG Worldwide, David Jones, ha annunciato quest'oggi due iniziative sociali su scala globale: One Young World, una piattaforma per dar voce agli under 25 di tutto il mondo, e la campagna per fare pressione sui leader politici in vista del vertice di Copenhagen sul clima del prossimo dicembre.
Un Global Digital Rally che si è svolto contemporaneamente a New York - dove da ieri si celebrano sia l'Advertising Week sia la Climate Week -, sul web e via Twitter: così il global ceo di Havas Worldwide e di Euro RSCG Worldwide, David Jones (nella foto), ha annunciato la nuova iniziativa di cui è co-fondatore, One Young World, e rilanciato la campagna 'Tck tck tck' per il 'climate justice' già anticipata a Cannes lo scorso luglio (vedi notizia correlata).

“Sono qui per presentare due iniziative che dimostrano come chi fa il mio mestiere non solo parla di comunicazione sociale - ha esordito Jones -, ma agisce concretamente. La prima è One Young World (www.oneyoungworld.com), una nuova piattaforma globale che può essere definita la Davos dei giovani sotto i 25 anni, il cui obiettivo è dare peso alla parola dei giovani di tutto il pianeta anche attraverso i media digitali. L'iniziativa partirà da un summit previsto per l'8 febbraio del 2010 a Londra dove, sotto l'egida di tutor come l'arcivescovo Desmond Tutu, Kofi Annan, Bob Geldof e Oscar Morales, si riuniranno 1.500 ragazzi provenienti da tutto il mondo e, per la prima volta, in numero direttamente proporzionale alla popolazione di ciascun paese”.

La seconda iniziativa è invece quasi pronta a prendere ufficialmente il via. Dal 1 ottobre, infatti, sarà disponibile sul sito www.timeforclimatejustice.org il download gratutito del brano “Beds are burning”: e ogni canzone scaricata equivarrà a una firma sulla petizione che gli organizzatori consegneranno nelle mani dei leader politici che si incontreranno a Copenhagen in dicembre per discutere di cambiamento climatico. “Oltre a essere la capitale di un piccolo stato come la Danimarca - ha commentato Jones - Copenhagen rappresenta la nuova Kyoto, e sta a tutti noi non farla fallire. L'obioettivo della campagna è infatti quello di fare pressione sui politici di tutto il mondo perché a Copenhagen raggiungono risultati concreti, non dichiarazioni di intenti inapplicabili”.

La caratteristica che accomuna le due iniziative, ha spiegato ancora Jones, è quella di essere “open source”, perché tutti possono prendervi parte attiva in diversi modi: per One Young World nominando o votando i possibili delegati al summit del prossimo anno; per la campagna sul climate justice, oltre che scaricando il brano dal sito, tutti possono uploadare sul sito stesso il proprio 'tck', che insieme a quelli di altre centinaia di migliaia di persone andrà a formare un 'orologio umano' per scandire il tempo mancante al vertice di Copenhagen. “Ma anche le aziende e i comunicatori possono partecipare - ha aggiunto Jones -, utilizzando liberamente il nostro logo su tutti i loro materiali pubblicitari (stampa, tv, radio, outdoor, internet...)”.

Rispondendo a diverse domande poste via Twitter, oltre che dai presenti alla conferenza di New York, Jones ha ribadito come “La nostra intenzione, rispondendo alle richieste di Kofi Annan, è stata fin dall'inizio quella di creare un movimento più che una campagna. È vero che oggi le buone cause cui dedicarsi sono sempre più numerose, ma come ci ha insegnato il caso di Obama, attraverso i social media oggi sono le persone comuni quelle che possono scegliere e fare la differenza. È facile essere cinici, ma questo è il momento di cominciare a darsi da fare concretamente, non di stare ai margini e giudicare. Come quando si parla di economia e crisi: è tornato il momento di essere 'ottimisti, e questo lo si avverte quotidianamente. Dai titoli che a gennaio ci parlavano della 'peggior crisi degli ultimi due secoli' oggi siamo passati alla 'luce in fondo al tunnel', e anzi, la settimana scorsa, qualche quotidiano ha titolato addirittura 'La recessione è finita'. In tutto ciò il ruolo dei media è fondamentale, perché la fiducia è un concetto che può auto-realizzarsi”.

Tommaso Ridolfi