Foreign Office
David Jones: creatività open source per risolvere i problemi globali
Il global ceo di Havas Worldwide e di Euro RSCG Worldwide, David Jones, ha annunciato quest'oggi due iniziative sociali su scala globale: One Young World, una piattaforma per dar voce agli under 25 di tutto il mondo, e la campagna per fare pressione sui leader politici in vista del vertice di Copenhagen sul clima del prossimo dicembre.

“Sono qui per presentare due iniziative che dimostrano come chi fa il mio mestiere non solo parla di comunicazione sociale - ha esordito Jones -, ma

La seconda iniziativa è invece quasi pronta a prendere ufficialmente il via. Dal 1 ottobre, infatti, sarà disponibile sul sito www.timeforclimatejustice.org il download gratutito del brano “Beds are burning”: e ogni canzone scaricata equivarrà a una firma sulla petizione che gli organizzatori consegneranno nelle mani dei leader politici che si incontreranno a Copenhagen in dicembre per discutere di cambiamento climatico. “Oltre a essere la capitale di un piccolo stato come la Danimarca - ha commentato Jones - Copenhagen rappresenta la nuova Kyoto, e sta a tutti noi non farla fallire. L'obioettivo della campagna è infatti quello di fare pressione sui politici di tutto il mondo perché a Copenhagen raggiungono risultati concreti, non dichiarazioni di intenti inapplicabili”.
La caratteristica che accomuna le due iniziative, ha spiegato ancora Jones, è quella di essere “open source”, perché tutti possono prendervi parte attiva in diversi modi: per One Young World nominando o votando i possibili delegati al summit del prossimo anno; per la campagna sul climate justice, oltre che scaricando il brano dal sito, tutti possono uploadare sul sito stesso il proprio 'tck', che insieme a quelli di altre centinaia di migliaia di persone andrà a formare un 'orologio umano' per scandire il tempo mancante al vertice di Copenhagen. “Ma anche le aziende e i comunicatori possono partecipare - ha aggiunto Jones -, utilizzando liberamente il nostro logo su tutti i loro materiali pubblicitari (stampa, tv, radio, outdoor, internet...)”.
Rispondendo a diverse domande poste via Twitter, oltre che dai presenti alla conferenza di New York, Jones ha ribadito come “La nostra intenzione, rispondendo alle richieste di Kofi Annan, è stata fin dall'inizio quella di creare un movimento più che una campagna. È vero che oggi le buone cause cui dedicarsi sono sempre più numerose, ma come ci ha insegnato il caso di Obama, attraverso i social media oggi sono le persone comuni quelle che possono scegliere e fare la differenza. È facile essere cinici, ma questo è il momento di cominciare a darsi da fare concretamente, non di stare ai margini e giudicare. Come quando si parla di economia e crisi: è tornato il momento di essere 'ottimisti, e questo lo si avverte quotidianamente. Dai titoli che a gennaio ci parlavano della 'peggior crisi degli ultimi due secoli' oggi siamo passati alla 'luce in fondo al tunnel', e anzi, la settimana scorsa, qualche quotidiano ha titolato addirittura 'La recessione è finita'. In tutto ciò il ruolo dei media è fondamentale, perché la fiducia è un concetto che può auto-realizzarsi”.
Tommaso Ridolfi