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Giorgio Lodi: "In 140 a Parigi per costruire il futuro di Publicis"

In riferimento all'articolo pubblicato oggi dal Wall Street Journal , dove viene descritta una 'strigliata' da parte del Chief Executive Publicis Maurice Levy nei confronti dei manager della agenzie del gruppo, il ceo Publicis Italia Giorgio Lodi, presente alla convention, contattato da ADVexpress esprime il proprio stupore e descrive una 'due giorni' del tutto positiva.

Il Wall Street Journal, ripreso dal Financial Times, pubblica oggi un articolo dove, con toni allarmanti, viene descritta una 'strigliata' da parte del Chief Executive Publicis Maurice Levy nei confronti dei manager della agenzie del gruppo, convocati a Parigi.

ADVexpress ha raccolto il parere di chi, alla convention Publicis, era presente. Il ceo Publicis Italia Giorgio Lodi , esprime il proprio stupore per il quadro riportato dai quotidiani internazionali, e descrive una 'due giorni' positiva e condotta all'insegna di una costruttiva collaborazione.

Levy, come descritto da Lodi, ha invitato a Parigi 140 senior manager del gruppo Publicis per celebrare il centenario della nascita del fondatore. In occasione di questa due giorni il Chief Executive ha ricordato lo spirito innovativo che ha sempre caratterizzato il lavoro dell'agenzia, sin dalle origini. Per affrontare il problema di come continuare su questa strada, in vista soprattutto delle grosse sfide che l'avvento dell'era digitale pone, i manager sono stati coinvolti in una serie di workshop, durante i quali, in gruppi da otto, hanno individuato i punti su cui si sarebbe dovuto lavorare.

"Due moderatori – ha continuato Lodi – hanno infine esposto i temi a Levy, il quale ne ha fatto tesoro assicurando che molti di essi avrebbero rappresentato punti importanti della prossima strategia di sviluppo dell'azienda".

"La convention – ha concluso Lodi – che si è svolta in un clima cordiale, con una organizzazione ad altissimo livello, e si è conlcusa con una benaugurante cena alll'interno del Louvre".

Per quanto riguarda i toni dell'articolo comparso sul Wall Street Journal, Lodi ha spiegato che "Il pezzo riprende uno scampolo di discussione in cui è stato sollevato il problema della scarsa comunicazione e interazione tra agenzie creative e centri media, dovuto ad eccessiva specializzazione e scarsa conoscenza reciproca".

"Lo spunto – ha aggunto Lodi – che nel contesto dei lavori era assolutamente costruttivo, è stato decontestualizzato, amplificato ed utilizzato in maniera strumentale".