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P&G: in arrivo altri tagli al numero di agenzie e il progetto di automatizzare il media portando più attività inhouse
Mentre nel secondo trimestre dell'anno finanziario le vendite organiche di Procter & Gamble sono cresciute del 2%, in linea con i target, e a livello complessivo hanno segnato +3% rispetto all'anno precedente, a quota 17,4 miliardi di dollari, nell'ultimo trimestre 2017 i risultati sono stati inferiori alle aspettative con un solo punto di crescita. Parlando durante l'incontro con gli investitori in occasione dell'ufficializzazione dei dati finanziari, il chief financial officer Jon Moeller (nella foto), ha dichiarato che la company ha ridotto da 6000 a 2500 le agenzie con cui collabora e intende dimezzare ulteriormente il numero di sigle.
Moeller ha dichiarato risparmi per 750 milioni dollari nei costi di produzione d'agenzia e l'aumento di cash flow pari a 400 milioni di dollari grazie all'introduzione di nuove modalità di pagamento. Ora il suo obiettivo sarebbe risparmiare altri 400 milioni di dollari e implementare nuovi modelli di agenzia media e creativa.
"Abbiamo bisogno del contributo di talenti creativi e siamo pronti a pagarli" ha affermato il manager secondo quanto riporta la stampa estera. "Ma non abbiamo bisogno di altre voci di costo".
"Ci organizzeremo secondo un nuovo modello fisso e variabile, affidandoci maggiormente a talenti creativi e capacità produttive esterne, spingendo la rilevanza locale, la velocità e la qualità a costi inferiori. Nell'area del media planning e del buying punteremo sull'automazione, portandola sempre più al nostro interno".
Moeller afferma che il livello di trasparenza nel media - oggetto del celebre discorso di Marc Pritchard, chief brand officer di P&G nel gennaio dello scorso anno - è "migliorato".
Affrontando le problematiche relative alla scarsa viewability, alla frequenza eccessiva e alle frodi per gli annunci "visti" dai Bot, la società ha eliminato gli sprechi e diminuito le perdite riuscendo ad aumentare la reach del 10%: "Ci è sempre più chiaro – ha spiegato Moeller – che esistono ulteriori opportunità di evitare gli sprechi riducendo l'eccessiva frequenza di esposizione ai messaggi pubblicitari all'interno dei singoli canali e nel mix complessivo, eliminando quelli non visibili e smettendo di servire anunci a bot o a fianco di contenuti non appropriati".
Per questo aumenteranno gli accordi in private marketplace con le media company e gli acquisti mirati grazie alle tecnologie digitali.
Moeller ha aggiunto che la strategia di P&G di focalizzarsi sulle categorie all'interno delle quali può sfruttare maggiormente la forza dei propri brand sta dando ottimi risultati.
Tuttavia, nell'anno fiscale 2017, chiusosi a giugno 2017, l'investimento complessivo di P&G in advertising, riporta Campaign, è sceso dell'1,7% a 7,12 miliardi di dollari, il livello più basso dal 2006.
Le aree di business hanno mostrato risultati diversi: nel beauty le vendite sono salite del 10%, nell'healthcare del 7%, e del 3% in fabric & home care, mentre sono scese dell'1% in baby, feminine e family care.
Infine, il manager ha enfatizzato l'impegno di P&G nel produrre packaging più sostenibili e riciclabili.