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Aegis: indipendenza e innovazione le chiavi del successo

Un giorno dopo la bocciatura dei candidati di Bolloré, il presidente e ceo Aegis Walter Hartsarich, e il ceo Europa & emea Jerry Buhlmann fanno il punto della situazione. Negli ultimi quattro mesi, new business per 500 mio di dollari. Il 'no core' dal 16,5% al 18% in tre anni.

Oggi, 15 giugno, un giorno dopo l'Annual General Meeting durante il quale gli shareholders Aegis hanno respinto con il 58% dei voti la richiesta avanzata dall'azionista Vincent Bolloré di inserire due suoi rappresentanti nel cda della società (vedi notizia correlata), il presidente e ceo del gruppo Aegis Media Italia Walter Hartsarich (nella foto a sinistra), e Jerry Buhlmann (nella foto in basso), ceo Europa & emea del gruppo Aegis, hanno incontrato la stampa per fare il punto della situazione. Ribadita la volontà di indipendenza di Aegis, che punta su agilità e dinamicità per fronteggiare i rapidi cambiamenti del mercato. La società, grazie ad una strategia votata all'innovazione, registra un crescita significativa nel 2006, soprattutto nel settore 'no core'.

Media revolution e nuove strategie

"L'Italia è un paese che vive da protagonista la rivoluzione dei media – ha esordito Hartsarich -. Rivoluzione caratterizzata dall'avvento del digitale e dalla nascita di una nuova generazione di consumatori". Il digitale, secondo la vision dell'azienda, entro il 2020 caratterizzerà l'80% dei media, mentre l'analogico sarà del tutto scomparso. Questo implica necessariamente un nuovo approccio alla comunicazione da parte di investitori e centri media.

La mission del gruppo, è dunque evolvere il proprio business da un modello 'planning and buying', alla consulenza a 360° su comunicazione e planning. Il gruppo del resto, lo confermano i dati, è già in forte evoluzione. Il core business tra il 2003 e il 2006 è passato dal 77,3 al 67,8% del business complessivo, mentre il digitale è passato dal 6,2 al 14,2%, suddiviso nelle aree media, web, search e creative, e il 'no core' dal 16,5% ha raggiunto il 18%. Questo fenomeno è stato ancora più evidente in Italia, dove il 'no core' attualmente rappresenta il 26% del business.

 

"Il mondo dei media sta cambiando – ha affermato Buhlmann – e noi cambiamo strategie. Ne è testimonianza, per esempio, la nascita di Vision e Isobar per il digitale. Nel campo del digitale, dove per noi lavorano circa mille persone, siamo attualmente leader. Su Google siamo i primi spender al livello mondiale ed europeo".

Per quanto riguarda il mondo dei consumatori, secondo il ceo Europa ed emea del gruppo Aegis il grosso cambiamento riguarda il modello di comunicazione. Oggi, infatti, il fruitore di media ha una possibilità di scelta molto più ampia rispetto a qualche anno fa, e la gestisce con più consapevolezza. Ciò significa che il modello di comunicazione deve cambiare, dall'esposizione all'engagement, ovvero il coinvolgimento dello spettatore. Attualmente, i media che favoriscono maggiormente le dinamiche di engagement, sono internet, outdoor e canali tematici. Per quanto ci riguarda, la nostra struttura aziendale è estremamente agile ed efficace, con un leader per paese, responsabile delle strategie locali. Questo ci permette di essere rapidi e sensibili ai mutamenti del mercato, se non addirittura pionieri nei processi di innovazione".

In questo contesto di forte evoluzione, chi sembra dimostrare delle resistenze, sono le strutture creative. "E' molto difficile – ha affermato Buhlmann – che Aegis intraprenda una politica di acquisizioni nel campo dell'adv. Questo innanzitutto perchè il nostro valore sta nella nostra esperienza e specializzazione. In secondo luogo, il panorama delle agenzie creative presenta un grave difetto: la magior parte delle strutture è stata costruita per produrre creatività destinata alla televisione, e il cambiamento che queste struture devono affrontare è enorme. Per questo la maggior parte di loro si trova a 'difendere' un modello di comunicazione vecchio e destinato a scomparire. Noi invece, possiamo permetterci di abbracciare il nuovo modello senza reticenze, basandoci sulla nostra conoscenza del consumatore, che è un fattore chiave per avere successo".

L'andamento del mercato e i risultati di Aegis

In Europa, secondo Aegis, il mercato della pubblicità cresce del 4-4,2%. La situazione è abbastanza varia a seconda dei paesi. La Spagna e gli Stati Scandinavi registrano tassi di crescita maggiori, Italia e Inghiliterra sono attorno al +3,6%, la Francia a +2 e la Germania a +1. La situazione, nel complesso, è stabile, senza significative 'impennate'.

Per Aegis l'anno sta andando molto bene, con un giro di 500 milioni di dollari di new business e una crescita del 40-60% nel digitale. I rapporti con i clienti sono consolidati e stabili.

"Un nuovo settore, in cui confidiamo per una crescita significativa - ha affermato Buhlmann – è quello dei contenuti. Dove per contenuti intendo prodotti audio-video, outdoor e prodotti interattivi digitali. Superando, attraverso le nuove tecnologie, il concetto di tempo, luogo, e canale di fruizione, i contenuti diventano protagonisti della comunicazione".

L'Italia, ha spiegato Buhlmann, rappresenta attualmente uno dei mercati di maggior successo per Aegis. Il nostro paese risulta penalizzato, rispetto a Francia e Germania, solo per quanto riguarda gli investimenti nel web. Il problema in questo caso, è la penetrazione della broad band, requisito fondamentale per lo sviluppo della comunicazione via internet.

Il futuro della società

"Siamo molto contenti – ha affermato Buhlmann – quando qualcuno investe nella nostra azienda, come ha fatto Vincent Bolloré. Secondo le normative inglesi, un singolo azionista può possedere fino al 30% della società, prima di fare un'offerta pubblica d'acquisto. Il finanziere francese è molto vicino a questa quota, ma la cosa non ci preoccupa, anche perchè non è la prima volta che si è verificata una maggioranza significativa. Dieci anni fa, per esempio, Omnicom aveva raggiunto il 15%".

"Ora, come dieci anni fa – ha continuato Buhlmann – Aegis attrae l'attenzione dei propri concorrenti, ma intende rimanere indipendente e perseverare nella propria strategia di successo. La nostra posizione, dunque, è chiara: continueremo a crescere in totale autonomia. L'indipendenza, per noi, rappresenta un grosso valore, che ci permette flessibilità, dinamicità, e adesione al mercato. Se qualcuno ha intenzione di acquistarci, naturalmente lo può fare, ma il costo è alto. Personalmente, non posso determinare il prezzo al quale gli azionisti sarebbero disposti a vendere la società, ma è verosimile ipotizzare un 30-40% di incremento sull'attuale costo delle azioni. Il consiglio ad ogni modo, come è stato confermato dal voto di ieri, è solido e compatto contro qualsiasi proposta d'acquisto. E questo è normale, quando si parla di una società con un grosso business in crescita. Le fratture si creano, quando gli affari vanno male".

Se Bollorè dovesse optare per l'acquisto, ha spiegato Buhlmann, l'acquisizione andrebbe sicuramente a vantaggio di Havas, gruppo di cui il finanziere francese è chairman, ma non certo di Aegis. Nei mercati spagnolo e francese, inoltre, si realizzerebbe un vero e proprio conflitto di interessi, oltre a un serio problema di antitrust.