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Basile (Starcom): Sanremo intorno al 40% di share fino all'arrivo del dtt
Conclusa l'edizione 2007 del Festival di Sanremo, ADVexpress
ha contattato Giuseppe Basile, responsabile settore tv di
Starcom, per avere l'opinione di un professionista sulla
'salute' dell'evento televisivo dell'anno, in un momento 'delicato' per la
televisione generalista, "In preda all'erosione di ascolti, soprattutto
'giovani', causata da satellite, internet, new media e...cambiamenti climatici".
Giuseppe Basile, come giudica i risultati d'ascolto del Festival di Sanremo 2007?
I risultati sono stati perfettamente in linea con le nostre previsioni. L'edizione 2007 nel complesso, esclusa forse la prima puntata, che ha faticato un pò a decollare, si è posizionata esattamente nel mezzo tra il 2005, con Paolo Bonolis, e il 2006, con Panariello. La media delle cinque puntate del 2007 è stata di circa 9 milioni e 300 mila ascoltatori, con il 48,4% di share. Rispetto all'edizione di Panariello, che registrò una media di 7,7 milioni di spettatori e il 40,8% di share, siamo intorno a un +20% di contatti e +7,6 punti di share. Confronto a Bonolis invece, che aveva registrato i migliori risultati degli ultimi cinque anni, siamo a -20% di contatti e -6 punti di share.
Un ascolto nel minuto medio di 9 milioni 300 mila ascoltatori rappresenta, in ogni caso, un risultato estremamente interessante, che conferma il festival come evento televisivo dell'anno. Da parte nostra, ci sentiamo di consigliare ancora ai nostri clienti di investire e pianificare su questo programma. L'abilità, poi, sta nello sfruttare la cassa di risonanza che la kermesse ha per diversi mesi su diversi media, come radio, internet e mobile.
Quali sono stati i fattori di vantaggio dell'edizione 2007 rispetto a quella dell'anno scorso ?
Innanzitutto la presenza di Pippo Baudo, con le sue indiscusse capacità e competenze in tema di 'festival'. A questo si aggiunge la partecipazione di Michelle Hunziker, con il ruolo 'differenziante' di conduttrice piuttosto che valletta, forte del fatto di far parte della scuderia Mediaset. Un sicuro fattore di vantaggio, infatti, è stato l'interesse che Canale 5 ha avuto nel mettere in atto una politica editoriale finalizzata a non offuscare il successo di un volto che sicuramente vedremo presto sulle reti del Biscione, realizzando una controprogrammazione meno agguerrita rispetto agli altri anni, puntando solo il Grande Fratello, per altro non proprio in ottima forma, col risultato prevedibile di una sensibile perdita di share.
Qual'è il futuro del Festival di Sanremo?
Se la Rai avesse ripresentato Panariello, sicuramente la crisi si sarebbe accentuata. Baudo, invece, ha saputo risollevare le sorti. Il fatto è che Panariello, come la Ventura, puntavano a un target giovane, e sono stati puniti in termini di ascolti 'assoluti'. Bonolis, invece, è stato un caso ha parte, spinto soprattutto l'onda di successo realizzata con Affari Tuoi.
Io penso che il Festival di Sanremo debba rimanere un evento di massa, con un pubblico allargato, anche se poco targettizzato. Stiamo parlando di musica, e i giovani la cercano e trovano altrove. Ciò non toglie, ad ogni modo, che oggi, e soprattutto in futuro, anche il 'prodotto Sanremo' potrà intercettare target specifici, soprattutto attraverso media come la radio, internet e mobile. Per quanto i riguarda, ad esempio, il nostro 'pacchetto' 2007 già comprendeva tv, radio e sponsorizzazioni su internet. Anche se, naturalmente, tutti gli investitori puntano ancora agli spazi televisivi durante la trasmissione.
Nel futuro ad ogni modo, anche Sanremo risentirà del calo di ascolti che interessa tutta la tv generalista. Scordiamoci i risultati di 10 anni fa, con puntate sopra il 60% di share. Durante gli anni '90, gli anni d'oro del festival, la media degli ascolti si attestava tra il 50 e 60% di share, oggi la media è tra il 40 e il 50%. Il tutto con il dtt all'orizzonte.
Quello che penso è che il festival si manterrà sui valori attuali fino all'arrivo del digitale terrestre. A quel punto le carte si mescoleranno del tutto, con un'esplosione di canali, la moltiplicazione dell'offerta e una controprogrammazione molto più complessa. Allora la televisione generalista perderà effettivamente il proprio peso, in uno scenario i cui connotati sono ancora difficili da prevedre.
Il discorso su Sanremo non può che far riflettere sul presente, e sul futuro, della televisione generalista in Italia...
La tv generalista da dieci anni sta cambiando velocemente. Il fenomeno più evidente è l'erosione degli ascolti, che da settembre 2006 ad oggi ha visto una contrazione del bacino d'ascolto quantificabile intorno al 5-6-%. Questa erosione riguarda soprattutto il target dei giovani, la cui dieta mediatica prevede un utilizzo sempre maggiore di media alternativi, con una inevitabile disaffezione verso la tv tradizionale.
A questo si aggiunga che, sempre all'interno del bacino televisivo, bisogna escludere le presone che guardano il satellite e Sky, realtà che farà sempre più male alla tv generalista, almeno per un anno ancora.
Tra le cause del calo degli ascolti della tv, infine, non bisogna dimenticare i fattori meteorologici. Anche il cambiamento climatico in atto, inevitabilmente, influisce sulle abitudini della popolazione, e dunque sulle modalità di utilizzo della tv. Con un inverno come quello di quest'anno, con giornate primaverili, l'andamento degli ascolti è schizzofrenico. In particolare, le curve di gennaio e febbraio, solitamente i mesi con ascolti più alti e stabili, assomigliano sempre più a quella di marzo, quando una giornata di sole può modificare le medie d'ascolto in un canale televisivo.
Maria Ferrucci