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DGTVi/5. Gentiloni: “DTT occasione per aprire il mercato e porre fine alla giungla delle frequenze”

“Ridistribuire le frequenze in modo paritario: un cammino in salita ma comunque possibile. Lo switch off avverrà nel 2012 e non ci saranno altri slittamenti”. Questi i punti cardine dell'intervento del Ministro delle Comunicazioni alla conclusione della conferenza torinese sul DTT.

Riecheggia le parole di Tarak Ben Ammar il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni quando, chiamato a concludere la tavola rotonda sul DTT, sottolinea la mission democratica della nuova televisione: "Non lasceremo che la qualità dei contenuti sia appannaggio esclusivo della pay tv, lasciando al digitale terrestre il ruolo della tv gratuita di serie B. Con il nuovo sistema daremo una seconda vita alla televisione generalista che deve essere di tutti e per tutti". La nuova tecnologia è una speranza e una promessa di fare meglio rispetto al passato: "É finalmente l'occasione per uscire dalla giungla delle frequenze che si è imposta nei 30 anni di sviluppo della tv privata e non dobbiamo guardare con benevolenza a questo caos come se fosse un tratto tipico dell'identità nazionale".

É una speranza il digitale ma è anche un cammino tutto in salita. Ha proseguito Gentiloni: "Non nascondo che faremo molta fatica a ridistribuire le frequenze, sarà difficile con quelle televisive, figuriamoci con quelle da assegnare alle telecomunicazioni". Ma lo spirito è comunque positivo: "Pur con tutti i limiti, anche l'Italia produrrà un dividendo digitale e sarà chiesto anche ai soggetti che attualmente non sono in questo mercato di farvi il loro ingresso. Vogliamo creare delle regole per garantire il pluralismo, regole che non saranno né di destra né di sinistra, ma utili al Paese e ai consumatori". Rispondendo allo scetticismo degli ospiti della tavola rotonda, il ministro ci tiene a sottolineare che "l'orizzonte temporale fissato per il passaggio è certo e il mercato lo deve sapere ed esserne convinto". L'opera di digitalizzazione della tv ha avuto una notevole accelerazione dalla conferenza di Napoli dell'anno scorso e "in questi 15 mesi molto è stato fatto. Il 51% dei sardi sta guardando ora la tv digitale e l'esperimento ha funzionato. Nei prossimi mesi la strada non sarà facile, ma se lavoreremo tutti insieme - Governo, Autorità delle Comunicazioni e imprese - potremo fare della Sardegna la prima regione in Europa a passare definitivamente al digitale".

Gentiloni guarda con ottimismo anche ai contenuti dell'offerta:"Non c'è dubbio che stiamo recuperando terreno rispetto al resto dell'Europa, ma molto rimane ancora da fare. In Italia solo il 3% dei possessori del decoder guarda la tv attraverso il digitale e questo perché l'offerta è ancora limitata. Ciò non toglie che i positivi passi in avanti mi rendano comunque molto ottimista". "La politica antitrust non è una pistola puntata alle tempie dei soggetti privati" - ha ribadito il ministro per rispondere alla provocazione di Confalonieri -. Aprire i mercati perché ci sia concorrenza non è intervento di parte ma normale attività che ogni governo deve fare. E ora il mercato è chiuso e se non apriamo il 'club' avremo dei gravi effetti a tutti i livelli del sistema Paese".

Lara Zubac