Media
Lifegate Radio: 2 mio di euro con 1/5 di pubblicità. Ascoltare per credere
Nel panorama dei media italiani dal 2001 opera un nuovo 'editore' , per
il quale la pubblicità non è la prima ragione di vita, gli ascolti non sono una
spada di Damocle sulla programmazione, i clienti (tra cui
Barilla e Mulino Bianco) non dettano legge,
nemmeno all'interno dei break pubblicitari. Parliamo di Marco
Roveda, che intervistato da ADVexpress, racconta la nascita, gli
sviluppi e il futuro del progetto LifeGate.
Marco Roveda, come nasce Lifegate?
Le premesse di questo progetto si trovano nella mia precedente esperienza professionale, ovvero Fattoria Scaldasole. Quella azienda nacque sulla base di un principio fondamentale: il rispetto dell'ambiente. Dopo alcuni anni l'idea è diventata modello per 60 mila aziende italiane, che hanno seguito la 'case history' di successo, cominciando a puntare sul biologico. Raggiunto questo obiettivo, ho pensato che al rispetto per l'ambiente bisognasse aggiungere il rispetto per l'uomo. Così, venduta la Fattoria Scaldasole nel 1998, nel 2001 è iniziato il progetto Lifegate. Lifegate, oggi, è una filosofia di vita etica, eco-sostenibile ed equo-solidale, che viene veicolata attraverso tre mezzi principali.
Quali sono, attualmente, i vostri mezzi di comunicazione?
Innanzitutto abbiamo un magazine, che viene distribuito in 100 mila copie ai soci Lifegate. Poi c'è il portale, che per quantità e qualità di contenuti su temi come ambiente, ecosostenibilità, commercio equosolidale, è tra i migliori in Italia, con 500 mila pagine viste al mese. Infine abbiamo la radio, trasmessa a Torino, Milano e Roma.
Quali sono i numeri di Radio Lifegate?
Attualmente la nostra emittente è tra le prime cinque in Lombradia in termini di ascolti. Gli ascoltatori sono 500 mila alla settimana secondo i dati Audiradio, qualcuno in più secondo una ricerca da noi commisisonata alla Nielsen. L'obiettivo è quello di espandere la nostra area di copertura del territorio nazionale, anche se l'acquisto di frequenze è un'operazione molto costosa. L'obiettivo è quello di creare un'azienda profittevole che diventi un modello da diffondere in maniera 'virale' nel nostro paese e all'estero. In questo momento l'emittente impiega 44 persone, dal punto di vista economico siamo vicini al break even, con una tendenza di crescita costante. La raccolta pubblicitaria è di circa 2 milioni di euro all'anno.
Che rapporto avete con la pubblicità?
Attraverso una concessionaria interna raccogliamo pubblicità sulla radio, sul magazinee sul portale. La scelta di clienti e marchi, per tutti i mezzi, avviene attraverso un criterio di sintonia di valori, contenuti e messaggi. La creatività dei messaggi pubblicitari, anche nel caso di Barilla o Mulino Bianco, è alternativa rispetto alle campagne veicolate su altri mezzi, e viene elaborata, in collaborazione con l'azienda, dalla nostra struttura creativa interna, Lifegate Communication. Sappiamo noi, infatti, come parlare e cosa dire al nostro pubblico, e siamo molto contenti del fatto che, in alcuni casi, i nostri annunci sono stati anche portati 'fuori', su altri mezzi estranei al nostro gruppo. Per quanto riguarda la radio, su questo mezzo la pubblicità non si presenta sotto forma di spot, bensì di sponsorizzazione, e l'affollamento è pari a un quinto rispetto ai concorrenti.
Quali altre iniziative fanno parte del progetto Lifegate?
Oltre ai media, per rendere sempre più fattiva e interattiva la nostra attività stiamo realizzando una serie di collaborazioni e offriamo servizi di Corporate Social Responsibility ad aziende e privati. Tra queste iniziative si annoverano la campagna 'Impatto Zero', attraverso la quale offriamo a privati ed aziende la possibilità di compensare il proprio impatto ambientale attraverso un sorta di adesione spontanea al Protocollo di Kyoto. Fino ad ora abbiamo compensato la fabbricazione di 100 milioni di 'prodotti', tra cui gli ultimi due film di Henry Potter, e molti eventi, tra cui le ultime due edizioni del Festivalbar ed il tour di Vasco Rossi. Poi c'è l'iniziativa LifeGate Energy, per cui Lifegate si presenta come unico operatore di energia rinnovabile sul mercato per privati ed aziende. Ultimo, ma non per importanza, il progetto Life Gate Jeans. A partire da novembre, infatti, è in distribuzione un nuovo jeans, di alta qualità, prodotto con il rigido rispetto di tutti i valori di eco-sostenibilità ed equo-solidarietà che sono propri del nostro gruppo. Realizzato in Italia, in cotone biologico di qualità, LifeGate Jeans più che un prodotto è un messaggio che tutti i life gaters possono 'indossare' e quindi diffondere. Il Denim viene fabbricato con puro cotone certificato da coltivazioni senza uso di pesticidi e prodotti chimici. Per la tintura si utilizza puro indaco; il jeans, i bottoni, i rivetti e tutti gli accessori vengono realizzati secondo i più alti standard di qualità e con certificazione Oeko-Tex. Ogni anno, inoltre, LifeGate devolverà il 5% degli utili di LifeGate Jeans a un progetto che diffonda consapevolezza. Nel 2007 sarà finanziata la pubblicazione di una collana di libri, cd e video, sui grandi valori della vita a opera dell'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (PI).
Il 'jeans dell'eco-cultura' è originale anche nella distribuzione. I punti vendita di questo prodotto saranno infatti luoghi d'arte e di cultura, che presenteranno ai clienti il campionario di modelli. Una volta scelto e acquistato il prodotto, il cliente se lo vedrà recapitare direttamente a casa, risolvendo, in questo modo, i problemi di magazzino, anticipo e invenduto del negoziante. Riducendo sensibilmente, inoltre, i ricarichi della vendita al dettaglio, che in alcuni casi toccano il 300%, siamo riusciti a vendere ad un prezzo compreso tra gli 88 e i 95 euro, un prodotto con un valore 'di mercato' di circa 300 euro.
Chiudiamo parlando del futuro. Ci sono nuovi progetti in cantiere?
Si curamente sì. Per quanto riguarda i media, per esempio, stiamo valutando la possibilità di produrre programmi televisivi, da trasmettere eventualmente su emittenti a noi affini per contenuti e valori.
Matteo Vitali