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Malgara e Adreani alla camera: ddl Gentiloni penalizza imprese e ascoltatori
"Sono 16 mila le aziende che investono in pubblicità Italia, in Gran Bretagna sono 44 mila. Siamo un piccolo paese dal punto di vista degli investimenti pubblicitari. Per questo il Ddl Gentiloni è pericoloso perché limita gli investimenti pubblicitari, limitando così le imprese". Queste le parole di Giulio Malgara, presidente dell'Upa, riportate dalle agenzie e pronunciate davanti alle Commissioni Cultura e Trasporti della Camera parlando del ddl Gentiloni. "Vengono penalizzate le imprese italiane - ha aggiunto Malgara - che non andranno più in tv. Col tetto del 45% alle risorse pubblicitarie è indubbio che diminuirà la pubblicità, abbiamo proposto di andare direttamente al 2012 per il passaggio al digitale terrestre. Oggi non siamo oltre il 10-12% di decoder nelle famiglie italiane, nel 2009 non credo che sarà oltre il 25%. La nostra proposta è di andare al 2012 e se non avremo in quell'anno meno del 70-75% dei decoder bisogna andare avanti, perché non possiamo perdere audience. Non siamo favorevoli a questa legge perché meno pubblicità significa meno sviluppo, e noi abbiamo bisogno del contrario".
Anche il presidente di Publitalia 80, la concessionari di pubblicità del gruppo Mediaset, Giuliano Adreani, ha colto l'occasione dell'audizione alla Camera davanti alle commissioni Trasporti e Cultura per rilanciare le sue accuse alla nuova normativa che alla fine "porterà ad una riduzione di un terzo del fatturato del gruppo Mediaset".
Il ddl Gentiloni, secondo Adreani, colpisce solo Mediaset, avvantaggia Sky, non è una legge di sistema e interviene sulla base di un duopolio televisivo che è "morto e sepolto" visto che in comparto della tv italiano "è aperto, pluralista e privo di barriere all'ingresso" come dimostra la presenza di diversi operatori. Per Adreani inoltre il ddl "limita l'iniziativa imprenditoriale degli operatori, vietando la crescita spontanea di un' impresa" e provocherà danni sia ai telespettatori che alle imprese che utilizzano la pubblicità per la loro crescita. I primi, "vedranno ridursi l'offerta free, e saranno costretti a rivolgersi alla pay tv. Le imprese italiane, specialmente le medio-piccole si vedranno negata la possibilità di accedere alla pubblicità televisiva che diventerà più cara e non avranno questo strumento che alla base della crescita di ciascuna azienda".