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Rai senza spot? Scetticismo tra i centri media
Dopo l'entrata in vigore in Francia della riforma che abolisce la pubblicità dalla tv pubblica, ADVexpress ha chiesto ad alcuni rappresentanti di centri media che operano nel nostro Paese un parere in merito a una possibile applicazione in Italia. Binaghi (OMD): "Troppo presto per commentare". Bonori (ZenithOptimedia): "Servirebbero analisi dettagliate". Hartsarich (Aegis Media): "In Italia non sarebbe possibile per ragioni politiche".
La Francia ha detto stop alla pubblicità sulle tv pubbliche con l'entrata in vigore, lo scorso 5 gennaio, della riforma proposta un anno fa da Nicolas Sarkozy (vedi notizia correlata). Il provvedimento sembra aver riscosso successo Oltralpe, dal momento che la prima serata senza spot ha catalizzato l'attenzione di 3,1 milioni di telespettatori.
E in Italia? Sarebbe attuabile una riforma simile? Con quali conseguenze? ADVexpress ha chiesto il parere di alcuni autorevoli rappresentanti di centri media che operano nel nostro Paese. Tutti si sono dimostrati scettici in merito a una declinazione italiana della riforma francese.
"E' troppo presto per discutere in merito alle opportunità che un
provvedimento di questo tipo potrebbe avere in Italia - ha esordito
Roberto Binaghi (nella foto a sx), CEO di
OMD
- Sarebbero necessarie delle analisi approfondite, anche se ritengo che nel nostro Paese ci
sarebbero delle difficoltà a far decollare un tale progetto".
Anche Vittorio Bonori
(nella foto a dx), CEO di
ZenithOptimedia, è d'accordo sulla necessità di analisi dettagliate utili a capire l'impatto che l'assenza degli spot pubblicitari sulla
tv pubblica potrebbe avere in Italia. "In Francia e in Italia
vigono sistemi molto diversi tra loro, per cui è difficile operare un confronto. Per pronunciarsi sull'effettiva fattibilità di una simile riforma,
bisognerebbe analizzare nel dettaglio l'offerta disponibile, considerando gli spazi e
i secondi - ha spiegato Bonori - Già in passato sono
state operate delle simulazioni di riduzione dell'affollamento pubblicitario sorrette da studi molto approfonditi, dal momento che è
sufficiente cambiare di qualche punto l'affollamento sulla tv pubblica e commerciale per avere notevoli conseguenze".
"Detto questo - ha continuato il CEO di ZenithOptimedia - bisogna considerare che in Italia vige una forte concentrazione degli ascolti, mentre negli altri Paesi il sistema è più frammentato. Nel nostro Paese la tv pubblica ha un peso molto maggiore che in Francia, e questo è un altro fattore da tenere presente se si desidera operare un confronto. In ogni caso, al momento in Italia non è in discussione alcun provvedimento che vada in questa direzione".
"Credo che in
Italia non sarebbe possibile eliminare la pubblicità dalla tv pubblica, soprattutto per ragioni
politiche - ha dichiarato ad ADVexpress Walter
Hartsarich, CEO di Aegis Media - In ogni caso se per ipotesi anche il nostro Paese dovesse seguire le
orme di Sarkozy, una parte del denaro
investito sulle reti pubbliche verrebbe convogliato sulle reti commerciali, sulle
reti minori e su altri mezzi, come ad esempio la radio. Tuttavia non penso proprio che attualmente ci sia la possibilità che un
simile provvedimento venga adottato anche in
Italia".
Serena Piazzi