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Tv pubblica senza pubblicità, in Francia si può

Entrata in vigore il 5 gennaio la riforma proposta un anno fa da Nicolas Sarkozy, soppressione della pubblicità e nomina diretta da parte del governo del presidente di France Télévision, la Rai transalpina. 3,1 mln di telespettatori in più per assistere alla prima serata della tv pubblica senza reclame.

Soppressione della pubblicità e nomina diretta da parte del governo del presidente di France Télévision, la Rai transalpina. Un ritorno indietro nel tempo di una quarantina d'anni, quando il potere gestiva direttamente la tv. Questi i termini principali della riforma proposta un anno fa da Nicolas Sarkozy (nella foto) che ha suscitato non poche polemiche e agitazioni soprattutto da parte dei sindacati che vedrebbero nella sua attuazione una minaccia al panorama audiovisivo. A nulla sono valsi gli scioperi e le polemiche sviluppatesi attorno alla proposta, infatti alle ore 20 del 5 gennaio 2009 è scoccato lo stop alla pubblicità, un evento storico che ha dato il via al nuovo sistema voluto da Sarkozy, cambiando le abitudini dei francesi che, in un recente sondaggio, si erano detti in grande maggioranza favorevoli alla soppressione della pubblicità.

Di fronte al piccolo schermo tre milioni di telespettatori in più per assistere alla prima serata senza spot pubblicitari della tv pubblica francese, secondo l'Istituto Mediametrix, sono state infatti 3,1 milioni le persone in più ad aver scelto di accendere la tv lunedì con un picco massimo di audience registrato durante il meteo alle 20.26. Anche questo anticipato perché di solito l'Auditel si impenna attorno alle 21.15. L'entrata in vigore della riforma che segna la fine della reclame sulle reti del gruppo France Télévision, ha visto l'anticipo del prime time alle 20.35 per la soppressione del tunnel pubblicitario di 15 minuti che precedeva i programmi di prima serata.

Tf1, maggior rete privata, che temeva migrazioni verso la concorrenza ha riunito di fronte a un telefilm 7,8 milioni di telespettatori contro i 5,8 milioni intenti a seguire il programma di reportage di France 2 e i 3,3 mln interessati al quiz di France 3. La rete più seguita in Francia, che mantiene il prime time per il momento fissato alle 20.50, è uscita così vincitrice nella lotta per l'audience con il 28,2%, seguita da France 2 (21%). Si adegua invece già in partenza l'altra tv privata più forte, M6, che anticiperà il prime time di dieci minuti.

Saranno proprio Tf1 e M6 a dividersi la bella fetta di introiti pubblicitari che mancherà dalle casse di France Télévision: qualcosa come 450 milioni di euro. In questa fase sperimentale, comunque, le tv pubbliche non trasmetteranno pubblicità solo tra le 20 e le 6 del mattino, ma il bando totale della reclame è previsto nel 2011. Secondo i sindacati il nuovo sistema rischia di aumentare la presa sui media del presidente, Nicolas Sarkozy: ora che i proventi pubblicitari svaniscono, dipenderanno infatti dal governo i finanziamenti necessari a investimenti e spese delle reti pubbliche. La riforma inoltre indebolirà le finanze dei quattro canali televisivi statali, portando a una riduzione dei posti di lavoro e rafforzando le reti private favorevoli al presidente. E l'azionista di controllo di Tf1 non è altri che Martin Bouygues, grande amico del presidente. Come ha scritto Le Monde, il capo dello Stato 'non ha i mezzi di comprarsi una tv' come Silvio Berlusconi, e allora 'ha deciso di prenderne il controllo'.

Per finanziare gli introiti venuti meno (450 milioni di euro circa) due misure: una nuova tassa dello 0,9% sul fatturato di operatori telefonici e internet permetterà di raccogliere 380 milioni, mentre altri 80 milioni saranno prelevati dalle casse delle tv private (0,3% del volume d' affari). A parità di bilancio, la tv pubblica dovrà però finanziare anche i nuovi programmi necessari per occupare gli spazi lasciati liberi dagli spot.

Sarebbe in grado il Governo Italiano di finanziare al meglio la produzione televisiva pubblica? Il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani esclude che in Italia possa essere realizzata una tv pubblica senza pubblicità, perchè i due terzi del canone che rappresentano oggi all'incirca il reddito della Rai non coprono le spese complessive del sistema misto che c'è nel nostro Paese. Ma conferma che sta studiando una riduzione del canone Rai pari ad un risparmio del 30-35%, legato al recupero dell'attuale evasione dal pagamento. 'La Rai' sottolinea Romani in un'intervista ad Affaritaliani.it 'ha sicuramente delle sacche di sprechi notevoli, ha anche però un vantaggio: non ha alcun indebitamento. Prima di definire la Rai un carrozzone bisognerebbe guardare bene i bilanci. Quando sarà risolto il problema del cda e anche della nuova governance, spero tra poco, quest'ultima assicurerà al servizio pubblico un sistema che consentirà di eliminare molti sprechi. Ma non penso che gli sprechi che saranno eliminati saranno pari ai soldi che oggi la Rai raccoglie sul mercato pubblicitario'.

Maria Ferrucci